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Continua il dietrofront del sistema finanziario: la Net-Zero Banking Alliance rivede gli impegni sul clima

Continua il retrofront sugli impegni per il clima del sistema finanziario. La Net-Zero Banking Alliance (NZBA), l’alleanza globale per il clima che riunisce le banche, chiederà infatti ai suoi membri di votare per rimuovere l’impegno ad allineare i loro 54 trilioni di dollari di attività con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.

La proposta, che sarà sottoposta a voto entro fine mese stando a quanto si legge sul Financial Times, prevede di sostituire l’obiettivo di 1,5°C con un impegno meno stringente a mantenere il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2°C” e a “perseguire sforzi per limitarlo a 1,5°C”. Sforzi che però sembrano non fare i conti con il fatto che nel 2023 è stata già superata, per la prima volta, la soglia di 1,5°C di aumento della temperatura globale, aumentando le preoccupazioni della comunità scientifica, e l’ONU prevede che, senza interventi drastici e concreti, la temperatura globale potrebbe aumentare di 2,9°C entro il 2100.

La decisione della NZBA arriva dopo l’abbandono di molte grandi banche statunitensi, tra cui JPMorgan Chase e Bank of America (in seguito all’elezione di Donald Trump) e dopo la minaccia da parte di alcune delle principali banche europee di ritirarsi se la NZBA non avesse allentato le regole. Attualmente, il gruppo conta 134 membri, e dallo scorso dicembre ha raccolto una sola nuova adesione, la banca svedese SBAB.

Molti istituti finanziari stanno facendo marcia indietro sugli obiettivi di zero emissioni nette, sostenendo di non poter decarbonizzare i propri prestiti più velocemente dell’economia globale. Tant’è che, al di fuori dell’alleanza, molte banche stanno ridefinendo le proprie strategie climatiche. Morgan Stanley ha adeguato i propri obiettivi a uno scenario di riscaldamento fino a 1,7°C, anziché 1,5°C. HSBC potrebbe rivedere i suoi target sulle emissioni finanziate, mentre Wells Fargo ha abbandonato il suo obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050.

Questa revisione rientra in un più ampio riassetto delle alleanze finanziarie per il clima, che avevano guadagnato slancio nel 2021 con la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), ma che sono state poi osteggiate politicamente negli States. E a gennaio, l’alleanza dei gestori patrimoniali (NZAMI) ha sospeso le sue attività dopo il ritiro di membri di peso come BlackRock, mentre l’alleanza assicurativa si era già dissolta due anni fa.