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Rapporto su investimenti sostenibili

Consob: migliora la gestione dei rischi ESG nell’eurozona e in Italia

Migliora la capacità delle imprese nell’area euro, e anche in Italia, di gestire i rischi ESG. È quanto emerge dal rapporto Consob “Principali tendenze in tema di investimenti sostenibili e criptoattività”, che analizza l’andamento da dicembre 2019 a dicembre 2022 del Sustainalytics ESG risk score, un indice che rappresenta una misurazione sintetica dell’esposizione delle società a fattori di rischio ESG (come i cambiamenti climatici, il rischio di transizione, le condizioni lavorative inique, la mancanza di inclusione sociale, la trasparenza nella governance, le politiche di remunerazione del management).

Disaggregando settorialmente l’indicatore, la Consob rileva anche che in media l’esposizione ai fattori di rischio delle utilities e delle società che producono energia è più elevata rispetto a quella delle imprese appartenenti al settore manifatturiero oppure al comparto finanziario.

La gestione dei rischi ESG nell’eurozona

Gli indici azionari ESG globali (Stoxx Global ESG leaders e MSCI world ESG) presentano un elevato grado di allineamento nella performance. Tale livello di coerenza fra gli indici non è, tuttavia, stabile nel tempo e si riduce se si utilizza come parametro la volatilità invece che il rendimento. Analoga tendenza si riscontra se si misura il grado di coerenza di indici azionari riferiti all’area euro (Euro Stoxx ESG leaders, Ftse 4Good Europe 50, MSCI EMU ESG screened index). Sempre nell’area euro la Consob rileva, inoltre, un elevato grado di sovrapposizione fra la lista di società costituenti gli indici azionari ESG rispetto agli indici convenzionali (52% fra Stoxx Euro ESG Leaders e Euro Stoxx 50, 82% fra Mib ESG e Ftse Mib).

Grado di allineamento tra gli indici azionari ESG nell’area euro

Fonte: calcoli su LSEG Refinitiv Datastream. Sul grafico sono riportate le correlazioni a coppie campione (i valori vanno da 0=minimo a 1=massimo). Nell’analisi sono inclusi i leader Euro Stoxx ESG, Ftse 4Good EU 50, MSCI EMU ESG.

Nel contesto dell’eurozona, l’andamento dell’indicatore di “greenium”, ossia del premio al rischio connesso con la eco-sostenibilità (cosiddetta greenness) di un’impresa e basato sui rendimenti delle società quotate, mostra una significativa volatilità soprattutto in corrispondenza di periodi di stress sui mercati finanziari e un trend crescente a partire da maggio 2020 fino all’ultima rilevazione disponibile.

La gestione dei rischi ESG in Italia

Entrando nel dettaglio dei dati sull’Italia, gli ESG risk scores si attestano su valori in linea con quelli dell’area euro. A livello settoriale, tuttavia, l’esposizione ai fattori di rischio del comparto finanziario appare in media più elevata rispetto al settore corporate. La sezione investimenti sostenibili del rapporto include, poi, un focus sulle società quotate in Italia finalizzato a verificare se l’ESG risk score e l’ESG Refinitiv rating siano correlati con alcune delle principali caratteristiche delle imprese (performance, volatilità, liquidità, leverage finanziario, value at risk, price on earnings, price to book value, capitalizzazione e ROA).

In particolare, la Consob divide le società tra quelle che hanno uno score di sostenibilità più alto e quelle con uno score più basso utilizzando tecniche di cluster analysis, per distinguere le società sulla base del rating ESG. Così facendo, l’autorità di vigilanza evidenzia come il gruppo di imprese con score di sostenibilità più elevato si differenzi dall’altro gruppo solo per la dimensione e la liquidità. In sostanza, il cluster di società con rating ESG più alto è rappresentato dalle imprese con maggiore liquidità e capitalizzazione mentre non si registrano differenze significative tra i due gruppi in termini di performance, volatilità e valutazioni di mercato.

L’analisi delle obbligazioni ESG in Italia

L’analisi delle obbligazioni ESG inclusa nel rapporto si fonda sull’identificazione dei titoli sulla base degli International Capital Market Association (ICMA) principles e si focalizza sui titoli quotati in Italia. Il 12% circa delle obbligazioni ESG così definite non è incluso nella lista dei “Green e Social bonds” di Borsa Italiana, ponendo in evidenza l’esistenza di alcuni disallineamenti nelle classificazioni del profilo di sostenibilità dei titoli. Le obbligazioni ESG sono prevalentemente green bonds (53%) appartenenti al settore sovranazionale (54%) con un time to maturity compreso fra i 7 e i 10 anni (43%). Inoltre, il 54% dei titoli ESG quotati su Borsa Italiana presenta un lotto minimo minore uguale a 1.000 euro, quindi accessibile agli investitori retail, mentre il 69% è negoziato sul segmento di mercato Mot.

Obbligazioni ESG domiciliate o quotate in Italia

Source: calculations on LSEG Refinitiv Datastream and Borsa Italiana. On the left graph ESG bond classification relies on ICMA standards. On the right graph, only the bonds included in Borsa Italiana “Green and Social Bond List” are represented. Quotes are computed on the total outstanding amount (number) of ESG bonds domiciled in Italy or listed in Italy.

Infine, la classificazione dei fondi aperti sostenibili disponibili per la vendita in Italia è stata effettuata adottando i criteri per l’identificazione dei fondi ESG di Morningstar. La maggiore parte dei fondi presenta un Morningstar sustainability rating superiore alla media (59%), si classifica come articolo 8 del Regolamento SFDR (74%) e ricade nella categoria fondi azionari (51%). Solo l’8% è domiciliato in Italia, mentre per il 60% sono passati meno di 6 anni dalla data di istituzione (inception date). Inoltre, focalizzando l’attenzione esclusivamente sulla componente azionaria del portafoglio, si rileva che in media il 70% del net asset value è investito in large cap prevalentemente di paesi avanzati.

Fondi aperti sostenibili disponibili per la vendita in Italia

Fonte: elaborazioni su dati Morningstar Direct. Nota: Morningstar definisce i fondi come un investimento sostenibile “se l’uso di uno o più approcci agli investimenti sostenibili è fondamentale per il processo di investimento complessivo dei prodotti di investimento sulla base del prospetto o di altri documenti normativi” (vedere Morningstar (2022), ‘Morningstar Sustainable Attributes , Quadro e definizioni per gli attributi Sustainable Investment e Employs Exclusions”). I fondi non includono ETF.

Fondi sostenibili aperti disponibili per la vendita in Italia per categorie SFDR

Fonte: elaborazioni su dati Morningstar Direct. Nota: Morningstar definisce i fondi come un investimento sostenibile “se l’uso di uno o più approcci agli investimenti sostenibili è fondamentale per il processo di investimento complessivo dei prodotti di investimento sulla base del prospetto o di altri documenti normativi” (vedere Morningstar (2022), ‘Morningstar Sustainable Attributes , Quadro e definizioni per gli attributi Investimento sostenibile ed Esclusioni di impiego”). I fondi non includono gli ETF. Secondo il regolamento UE sull’informativa sulla finanza sostenibile (SFDR), se un prodotto finanziario promuove caratteristiche ambientali o sociali, si fa riferimento all’articolo 8; se ha un Obiettivi di Investimento Sostenibile, fa riferimento all’Articolo 9; se non rientra in nessuna delle due categorie, può essere classificato come “non dichiarato”.