Continua a diminuire l’intensità carbonica dei portafogli di Banca d’Italia che nel 2022 si è ridotta del 36% per quello azionario e del 25% per quello di obbligazioni societarie rispetto al 2019. Nell’ultimo anno la banca ha compiuto ulteriori progressi in materia di investimenti sostenibili e ha rafforzato l’impegno nei gruppi di lavoro sui temi della finanza sostenibile. Secondo quanto reso noto dall’istituzione in un comunicato stampa, nel 2022 Banca d’Italia è stata valutata dal think thank internazionale Green Central Banking come la seconda banca centrale più verde dei paesi del G20 e sta studiando la possibilità di riciclare le banconote logore in frammenti, per esempio nei materiali per l’edilizia. Nel frattempo, dal 2023 tutti i rifiuti costituiti da banconote logore triturate sono inviati a impianti di termovalorizzazione, in linea con le con le indicazioni della BCE. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto ambientale 2023 di Banca d’Italia, in cui ogni anno (dal 2010) la banca dà conto dell’impatto delle proprie attività sull’ambiente, nonché delle azioni realizzate e programmate per ridurlo.
Nel 2022 le emissioni totali di gas serra di Banca d’Italia sono diminuite del 2% rispetto all’anno precedente, confermandosi su livelli inferiori di circa il 22% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico. La maggior parte delle emissioni deriva dal consumo di energia e la gestione degli edifici (44%) e dalla mobilità (31%). In particolare l’anno scorso sono raddoppiate le emissioni riferibili ai viaggi di lavoro rispetto al 2021, di cui il 10% è connesso agli spostamenti spostamenti casa-lavoro dei dipendenti in relazione al progressivo rientro dopo la fase pandemica. Nonostante ciò i livelli delle emissioni per i trasporti restano più bassi rispetto al periodo pre-Covid (-63% nel confronto con il 2019).
Nel dettaglio, rispetto al 2021 si è registrata una riduzione del 20% del consumo di combustibili per riscaldamento e delle connesse emissioni, una diminuzione del 2% dei consumi di energia elettrica e del 27% di quelli di carta per ufficio. Un incremento è stato invece registrato per le emissioni connesse con il ciclo di vita delle banconote, dovuto al maggior quantitativo di materie prime acquistate per far fronte al più alto numero di pezzi prodotti (807 milioni di banconote a fronte di 663 milioni nel 2021).
Come ricordato da via Nazionale nel rapporto, dallo scorso anno il perimetro di calcolo dell’impronta carbonica di Banca d’Italia è stato notevolmente ampliato per tener conto delle emissioni indirette lungo l’intera catena del valore. Prima del 2019 le emissioni di gas serra (calcolate secondo una diversa metodologia) si erano già ridotte del 61 per cento rispetto al 2010, principalmente per effetto dell’acquisto dal 2013 di energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.
Indice
Investimenti sostenibili
Per quanto riguarda gli investimenti sostenibili, Banca d’Italia ha evidenziato nel rapporto la riduzione dell’intensità carbonica degli ultimi tre anni. In particolare, nel confronto con il 2019 l’intensità carbonica del portafoglio azionario in euro gestito internamente (del valore di 14,2 miliardi di euro e corrispondente all’80% degli investimenti dell’istituto in titoli privati) si è ridotta del 36%, portandosi a 153 tonnellate di anidride carbonica equivalente per milione di euro di fatturato.
Rispetto all’indice di mercato preso come riferimento, l’intensità carbonica del portafoglio è inferiore del 32% e registra performance migliori anche per quanto riguarda l’utilizzo di energia elettrica (-26%), di acqua (-56%) e la produzione di rifiuti (-29%).
Per il portafoglio di obbligazioni societarie in euro (circa il 5% degli investimenti dell’Istituto in titoli privati) l’intensità carbonica è invece diminuita del 25% rispetto al 2019, portandosi a 109 tonnellate di anidride carbonica equivalente per milione di euro di fatturato, un valore inferiore del 18% rispetto a quello osservato per l’indice.
Il perimetro dell’attività di investimento sostenibile include anche le azioni e le obbligazioni societarie in valuta (rispettivamente il 13 e il 2 per cento degli investimenti dell’istituto in titoli privati) e i titoli emessi da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica. Per i titoli pubblici, si legge nel rapporto, la strategia di sostenibilità ritenuta più adatta dalla banca è l’investimento tematico mediante obbligazioni finalizzate a finanziare progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale (green bond) e al 2022 l’ammontare complessivo di investimenti in green bond è di 4,5 miliardi di euro.
Banconote
Nel 2022 la produzione di rifiuti costituiti da banconote logore triturate è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente. Facendo seguito ai criteri sulla gestione dei rifiuti costituiti da banconote triturate, recentemente rivisti dalla BCE che ha chiesto alle banche centrali di abbandonare lo smaltimento in discarica entro il 2022, da gennaio tutti i rifiuti costituiti da banconote logore triturate prodotti da Banca d’Italia sono conferiti a impianti per la produzione del combustibile solido secondario (CSS) o per il recupero energetico (termovalorizzazione). Grazie a questa iniziativa è stato possibile evitare l’emissione di 37 tonnellate di CO2 equivalente.
Nell’ambito di un progetto della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II sul riuso in edilizia dei prodotti giunti a fine vita, un campione di banconote logore triturate è stato utilizzato per la realizzazione in laboratorio di alcuni campioni di mattoni e di intonaci a base di calce.
I risultati ottenuti sono positivi e hanno mostrato come la presenza dei frammenti di banconote logore nella calce migliora le caratteristiche di resistenza alla flessione del materiale sia nel confronto con i provini realizzati senza additivi, sia rispetto a quelli realizzati addizionando altri prodotti di scarto come materie plastiche e canapa. Alla luce di questi primi risultati, Banca d’Italia sta valutando le modalità per estendere lo studio anche agli aspetti di fattibilità industriale.
Cultura ambientale
La diffusione di una cultura sostenibile internazionale e condivisa è considerato un impegno dal quale la Banca d’Italia non può esimersi, in linea con le richieste delle autorità europee. Proprio a tal fine, l’istituto dialoga con altre istituzioni sui temi della finanza sostenibile, dà il proprio contributo ai lavori internazionali e nazionali in materia, contribuisce in qualità di autorità di vigilanza ad assicurare una sana e prudente gestione dei rischi legati ai profili ambientali, sociali e di governo societario degli intermediari finanziari, condivide i risultati delle proprie attività di ricerca e analisi sulle relazioni tra economia, finanza, energia e ambiente e collabora alle iniziative per promuovere la formazione e la consapevolezza di intermediari, imprese e cittadini sui temi ambientali.
Le collaborazioni internazionali ed europee di Banca d’Italia
Dal 2022 la banca è nel Comitato di indirizzo del Network for Greening the Financial System (NGFS), la rete globale di banche centrali e autorità di supervisione di cui fanno parte 125 organismi e 19 osservatori che coordina lavori di studio e scambi di esperienze sulla gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario. Nel giugno 2022 l’istituto ha assunto, insieme alla Banca centrale della Nuova Zelanda, il coordinamento del gruppo di lavoro Net Zero for Central Banks, dedicato ad accelerare gli sforzi delle banche centrali verso la riduzione delle emissioni per la lotta al cambiamento climatico: nello specifico il gruppo sta approfondendo i temi degli investimenti sostenibili, delle migliori prassi per ridurre l’impronta ambientale delle operazioni interne e della disclosure climatica delle banche centrali.
In ambito G20 Banca d’Italia fa parte del gruppo di lavoro permanente sulla finanza sostenibile (Sustainable Finance Working Group, SFWG), che ha elaborato un programma di lavoro pluriennale (G20 Sustainable Finance Roadmap) per individuare gli ostacoli e le soluzioni per lo sviluppo di un sistema finanziario sostenibile.
L’Istituto partecipa inoltre ai lavori del Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB), il cui programma per il 2023, pubblicato nel mese di marzo, ha individuato tra le priorità la valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sui rischi finanziari e, quindi, sulla stabilità del sistema finanziario nel suo complesso, al gruppo di lavoro congiunto tra Banca centrale europea e Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB), che ha promosso un approccio metodologico comune per l’analisi dei rischi per la stabilità finanziaria dovuti ai cambiamenti climatici.
L’istituto contribuisce alle attività dell’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, EBA), che a dicembre 2022 ha pubblicato un programma di lavoro pluriennale con gli obiettivi e i traguardi da raggiungere in tema di finanza sostenibile, tra cui l’integrazione dei fattori e dei rischi ESG nei sistemi di gestione del rischio degli intermediari e nelle attività di supervisione delle Autorità competenti, la valutazione di un possibile trattamento prudenziale dedicato alle esposizioni associate a fattori ambientali e lo sviluppo di standard, etichette verdi e misure per i prodotti bancari e finanziari, volti a limitare rischi di finanziamento di attività non legate ai fattori di sostenibilità (greenwashing).
Ad aprile 2022 Banca d’Italia ha pubblicato le proprie aspettative di vigilanza, rivolte a tutti gli intermediari sotto la sua diretta supervisione, sulle modalità di integrazione del rischio climatico e ambientale nella strategia, nel modello di business, nei processi di governo societario e gestione del rischio, nonché nell’informativa da fornire al pubblico. Nell’anno questo documento è stato utilizzato come base per un primo confronto con i singoli intermediari sul grado di rispondenza alle aspettative e sui piani di adeguamento.
La banca fa infine parte dell’Environmental Network of Central Banks (ENCB), un gruppo di lavoro composto da esponenti di 15 banche centrali che promuove lo scambio delle migliori pratiche nella gestione degli aspetti ambientali interni.
Piano strategico 2023-2025
Nel 2022 Bankitalia ha inoltre diffuso il proprio Piano Strategico per il triennio 2023-25. Tra i cinque obiettivi del Piano vi è l’intenzione di accrescere l’impegno per l’ambiente attraverso numerosi progetti per ridurre l’impronta ambientale e carbonica della banca. Nel biennio sarà inoltre elaborato un Piano di transizione con gli obiettivi di dettaglio e le azioni da realizzare, per raggiungere nel lungo periodo l’obiettivo di emissioni nette pari a zero per le operazioni interne.
Il primo piano è finalizzato a rafforzare le iniziative in tema di finanza sostenibile e di contrasto ai cambiamenti climatici con linee di azione dedicate ad approfondire la ricerca sui temi inerenti la transizione ecologica, migliorare la sostenibilità degli investimenti, promuovere l’incorporazione della valutazione dei rischi climatici e ambientali nella gestione dei rischi degli intermediari, realizzare percorsi di educazione finanziaria in tema di transizione climatica e assumere un ruolo propulsivo nelle relazioni con gli organismi esterni.
Con il secondo piano di azione Verso l’obiettivo net zero, la banca rafforzerà ulteriormente l’impegno per la progressiva riduzione della propria impronta ambientale e carbonica, grazie a iniziative per diminuire i consumi di combustibili fossili, promuovere l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare le prestazioni energetiche di edifici e impianti, incentivare la mobilità elettrica, ridurre l’impatto sull’ambiente dei viaggi di lavoro, compensare le emissioni di gas serra, agire sulla formazione e sulla sensibilizzazione del personale, aumentare il partenariato con altre istituzioni pubbliche sui temi ambientali.