La stagione di voto 2023 ha dimostrato che la discussione sull’ESG e la sua importanza rimane al centro della scena. Il numero crescente di proposte degli azionisti, in sede di assemblea generale, su temi sociali e ambientali dimostra il desiderio di molti azionisti che le loro società garantiscano valore a lungo termine per tutti gli stakeholder e migliorino le pratiche aziendali.
Tuttavia, questo punto di vista non è condiviso da tutti gli investitori. I gruppi anti-ESG mirano ora a ostacolare gli sforzi dei gruppi pro-ESG, utilizzando gli stessi strumenti di voto per delega. Le motivazioni alla base delle loro proposte, finora riscontrate soprattutto nelle società nordamericane, sono principalmente due:
- opporsi alle iniziative ESG esistenti e proposte dalle aziende;
- presentare una proposta in apparenza pro-ESG per generare intenzionalmente un basso sostegno, in modo che una proposta simile non possa essere presentata da un gruppo pro-ESG nella stessa assemblea o in futuro. Quest’ultimo motivo è più difficile da identificare, poiché entrambe le proposte utilizzano in alcune clausole un linguaggio simile che può sembrare essere a sostegno degli obiettivi di sostenibilità, mentre le parti restanti possono includere indizi che suggeriscono come l’obiettivo della proposta sia in realtà contrario alle iniziative E e S del soggetto.
L’obiettivo principale dei gruppi anti-ESG è stata la diversità razziale ed etnica nei consigli di amministrazione, accompagnata da dichiarazioni di supporto politicizzate che sostengono come i programmi aziendali di Diversità, Equità e Inclusione discriminano un gruppo di persone all’interno dell’azienda.

Guardando alla stagione delle votazioni per delega di quest’anno, il numero di conversazioni anti-ESG durante le assemblee generali è aumentato come previsto, con le tematiche sociali che hanno attirato il maggior interesse da parte dei gruppi anti-ESG.
Un esempio concreto: Apple Inc, Item 5 (AGM on 10 March 2023): Civil Rights and Non-Discrimination Audit Proposal
“Delibera: Gli azionisti di Apple chiedono al Consiglio di Amministrazione di commissionare un audit che analizzi l’impatto della Società sui diritti civili e sulla non discriminazione e l’impatto di tali questioni sull’attività della Società. La verifica può essere condotta, a discrezione del Consiglio di Amministrazione, da una terza parte indipendente e imparziale, con il contributo di organizzazioni per i diritti civili, gruppi di contenziosi di interesse pubblico, dipendenti e altre parti interessate – con un ampio spettro di punti di vista e prospettive. Una relazione sull’audit, preparata a un costo ragionevole e che ometta informazioni riservate o proprietarie, deve essere resa pubblica sul sito web della Società”.
“Dichiarazione di sostegno: Di recente l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata sulle pratiche di lavoro e di occupazione. Tutti concordano sul fatto che il successo dei dipendenti debba essere promosso e che nessun dipendente debba subire discriminazioni, ma c’è molto disaccordo sul significato di ‘non discriminazione’. […] Nello sviluppo dell’audit e del rapporto, la Società dovrebbe consultare gruppi di diritto civile e di interesse pubblico, ma non deve aggiungere errori a pregiudizi affidandosi solo a organizzazioni di sinistra. Piuttosto, deve consultare gruppi che coprano un ampio spettro di punti di vista”.
“Voto e motivazioni di Candriam: Il voto contrario a questa risoluzione è giustificato in quanto l’azienda dispone di informazioni adeguate sulle iniziative e gli impegni DEI e si è già impegnata a condurre un audit sui diritti civili”.