Paolo Viganò Rete Clima | ESG News

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Rete Clima: azioni misurabili per guidare le aziende verso una concreta azione ESG

Governance sostenibile, decarbonizzazione, forestazione e conservazione della biodiversità. Sono questi i cardini dell’azione ESG promossa da Rete Clima, l’ente no-profit nato oltre 10 anni fa che supporta le aziende nel percorso di sostenibilità adottando un approccio integrato con l’obiettivo di costruire una strategia sostenibile a lungo termine coerente con i trend di settore e le caratteristiche specifiche di ciascuna organizzazione.

“Siamo convinti che interventi isolati o “spot” generino risultati limitati nel tempo e poco efficaci” afferma Paolo Viganò, fondatore di Rete Clima, “Solo un approccio organico, inserito nella strategia aziendale, può creare valore duraturo”.

E sebbene tra le esigenze principali delle aziende con cui il network collabora prevalga la decarbonizzazione, questa non può che essere inserita in un disegno più ampio che include diversi aspetti o progetti di cui il network stesso si fa promotore e abilitatore: dalla forestazione urbana ed extra urbana – la campagna nazionale “Foresta Italia” avviata da Rete Clima nel 2022 in collaborazione con PEFC Italia e Coldiretti, ha già piantato oltre 100.000 alberi in oltre 60 progetti distribuiti su quasi tutte le regioni italiane – passando per iniziative concrete a favore della biodiversità, alle valutazioni ingegneristiche di LCA (Life Cycle Assessment), al supporto alla comunicazione e alla rendicontazione di sostenibilità.

Ci vuole raccontare come Rete Clima accompagna le aziende nella definizione del percorso di sostenibilità?

Rete Clima supporta la “trasformazione sostenibile” delle organizzazioni tramite lo sviluppo della propria governance sostenibile, la definizione e pianificazione di azioni ESG, la rendicontazione delle performance in campo ambientale, sociale e di missione. Questo affiancamento alle aziende deriva da una nostra esperienza più che decennale nella consulenza aziendale sui temi ESG.

A nostro avviso, inoltre, l’approccio alla sostenibilità diventa realmente efficace e vantaggioso se integrato dentro una strategia aziendale e se attuato in maniera organica. Pensiamo, che con azioni spot, si generi un valore limitato nel tempo e nell’efficacia ma, soprattutto, queste non sono inquadrate in un piano d’azione sostenibile coerente con la natura e le attività dell’organizzazione.

Quali sono le maggiori esigenze che vi manifestano le imprese con cui lavorate?

Sicuramente l’ambito della decarbonizzazione è un’esigenza primaria. La quantificazione dell’inventario delle emissioni GHG di organizzazione, la cosiddetta carbon footprint, è il primo servizio richiesto. Ma è solo l’attività iniziale di quello che è un vero e proprio percorso verso le emissioni zero, che dopo l’assesment deve prevedere una pianificazione della riduzione emissiva (con target di medio-lungo periodo che seguano le indicazioni della scienza del clima) fino ad arrivare alla neutralizzazione delle emissioni residue. Tutto il percorso, che Rete Clima segue nella sua interezza, deve guardare ben oltre il perimetro aziendale abbracciando tutta la propria catena di valore: coinvolge quindi stakeholder e fornitori per un reale raggiungimento dei target.

Il calcolo della carbon footprint è parte integrante della rendicontazione non finanziaria dell’azienda: nel contesto della nuova direttiva CSRD, realizzare la reportistica di sostenibilità è sicuramente un’altra esigenza attuale delle imprese con cui lavoriamo.

A fianco di questo, però, Rete Clima supporta le aziende anche con altri progetti, dalla forestazione urbana ed extra urbana passando per azioni concrete a favore della biodiversità, alle valutazioni ingegneristiche di LCA (Life Cycle Assessment), al supporto alla comunicazione e rendicontazione di sostenibilità. Questo perché crediamo in un approccio olistico, attraverso cui creare percorsi di sostenibilità di medio periodo.

Come si sta evolvendo il mercato dei certificati di carbonio e quale utilizzo ne fanno le aziende italiane? Ci può fare qualche esempio di progetti da voi proposti?

Stiamo osservando un’evoluzione positiva del mercato volontario del carbonio che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare i progetti ambientali di alto livello tecnico e reputazionale a scapito di iniziative meno strutturate che, nel corso degli ultimi mesi, hanno contribuito a minare la credibilità del meccanismo compensativo. A questo scopo sono stati pubblicati da ICVCM un elenco di dieci requisiti (cosiddetti Carbon Core Principles) finalizzati a garantire l’affidabilità, l’integrità e la corretta contabilizzazione dei benefici generati dai progetti ambientali certificati.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei crediti di carbonio per fini compensativi, con la pubblicazione della nuova norma ISO 14068 e l’affermazione di linee guida per la decarbonizzazione aziendale di SBTi, le aziende sono ormai consapevoli di quanto sia importante rispettare un ordine gerarchico tra le attività da implementare, nel quale in via prioritaria occorre ridurre le emissioni di gas serra ed implementare attività di rimozione, e solo successivamente ed in via residuale compensare le emissioni di gas serra non riducibili nel breve periodo, in linea con il piano di gestione della neutralità carbonica.

Quali risultati ha ottenuto Foresta Italia a due anni dal lancio e il progetto è in linea con le aspettative?

Foresta Italia, la nostra campagna forestale nazionale realizzata in partnership con PEFC Italia e Coldiretti nazionale, ha compiuto due anni nel 2024: con questa campagna abbiamo voluto mettere a sistema la nostra decennale esperienza nel campo della forestazione, della gestione forestale, della certificazione forestale, della biodiversità. Ci sono importanti risultati, con più di 60 progetti attivati in aree urbane ed extra urbane del paese e con più di 100.000 alberi messi a dimora solo dal 2022.

Foresta Italia copre ormai quasi tutte le regioni italiane tra progetti di forestazione urbana, riforestazione e gestione forestale, con decine di cantieri attivi per quanto riguarda la cura forestale.

Nel 2024 abbiamo sviluppato, inoltre, la progettualità delle BioForest®, foreste progettate e realizzate con il principale scopo di tutelare e promuovere la biodiversità vegetale e animale.

Siamo orgogliosi di come stia procedendo e felici di vedere il forte interesse nei confronti di questi interventi, anche da parte dei cittadini che direttamente traggono beneficio dalla presenza di nuove alberature.

Come monitorate e qual è la condizione della biodiversità delle foreste che gestite e piantate?

La biodiversità è sicuramente un aspetto emergente fondamentale per determinare lo stato delle nuove forestazioni e delle riforestazioni. È un concetto complesso che esprime la diversità specifica presente in un’area, quindi non solo ad esempio la presenza di impollinatori, spesso usati come semplificazione eccessiva. Tutte le azioni che vengono fatte vanno direttamente a migliorare la biodiversità di un’area, ad esempio anche solo piantare specie arboree e arbustive diversificate, consente di andare nell’immediato ad aumentare la biodiversità vegetale e con il tempo anche la biodiversità strutturale del popolamento. Allo stesso modo si tende ad utilizzare specie baccifere per implementare la presenza di piccoli mammiferi, creando un supporto edafico. Vista la necessità di rendicontare questo aumento di biodiversità stiamo implementando diverse soluzioni che possano andare a restituire dei numeri effettivi su come questo aspetto viene migliorato, da un punto di vista di numerosità di specie vegetali e animali che frequentano la zona (insetti, piccoli mammiferi), ma anche ad esempio il miglioramento della biodiversità del suolo (elemento fondamentale su cui si basa tutto il sistema).

E per quanto riguarda la governance, come supportate le aziende in questo ambito?

Si parte da un vero e proprio “check di sostenibilità”, che permette di analizzare il livello di consapevolezza aziendale sui temi ESG ma anche di verificare la coerenza delle azioni di sostenibilità aziendali (se già presenti) rispetto al proprio modello di business, monitorando gli strumenti di gestione esistenti in azienda e l’adeguatezza del posizionamento aziendale verso la sostenibilità rispetto ai requisiti, ai trend del proprio settore produttivo ed alle azioni già attuate dai principali competitor. Questo servizio di assessment di sostenibilità ha quindi un triplice obiettivo: in primo luogo, dotare l’azienda di una visione critica, aggiornata e quantificata del proprio grado di sostenibilità aziendale in termini di politiche, attività, risorse coinvolte, risultati conseguiti, grado di condivisione interna. In secondo luogo, supportare l’azienda nell’individuazione delle priorità su cui concentrare le risorse e verso cui pianificare la propria strategia di sostenibilità. Infine, porre solide basi per pianificare la sostenibilità in azienda grazie allo sviluppo di un piano di sostenibilità aziendale, calibrato sulla struttura aziendale e sui propri ambiti materiali, coerente con i trend di sostenibilità del settore produttivo cui l’azienda appartiene.