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ESG Identity Corporate Index

Bonanni (ET.Group): ecco come sta crescendo la preparazione sui temi ESG delle aziende

Il commitment e la preparazione delle aziende sui temi ESG sono sempre più evidenti. A sottolinearlo è l’ESG Identity Corporate Index (ESG.ICI), progetto di ET.Group che valuta il grado di integrazione dei fattori Esg nelle strategie aziendali. Giunto alla nona edizione, il progetto è nato con l’intenzione di trovare gli elementi strutturali che all’interno di un’organizzazione imprenditoriale rappresentassero una garanzia della sostenibilità dell’azienda. La mission era individuare gli strumenti da “integrare” (non a caso il nome originale era Integrated Governance Index) nella governance aziendale per includere gli aspetti ESG. Oggi le cose sono cambiate e “i processi e i modelli sono di base finalizzati a un modello Esg, quindi la ricerca riguarda le strade più efficaci ed efficienti per migliorare” come dichiara Elena Bonanni, partner ET.Group e Responsabile ESG.ICI in questa intervista a ESGnews.

In particolare, a guidare la graduatoria dell’ESG.ICI 2024 sono Hera, che guadagna una posizione rispetto allo scorso anno, seguita da Eni (prima nel 2023) e Poste Italiane (sempre al terzo posto la scorsa edizione), con Erg quarta e Snam al quinto posto. Seguono poi nella top 10 A2A, Saipem, Intesa Sanpaolo, Iren e UniCredit. Ai vertici delle non quotate ci sono invece Bnl Bnp Paribas, Cdp e Astm, davanti ad Autostrade per l’Italia e Alperia. Mentre Fiera Milano si afferma come prima delle società quotate extra le prime 100, davanti a Sit, Illimity Bank, Safilo Group e Aquafil.

A conferma dell’aumento di consapevolezza sulla materia, il progetto quest’anno ha inoltre rilevato un allargamento del campione oltre le “solite” grandi aziende. “Quest’anno c’è stata una importante affluenza di nuove aziende di medie dimensioni”, continua Bonanni, e “un’elevata attenzione alla qualità delle risposte fornite, sempre più articolate ed esaustive”.

Come nasce l’ESG Identity Corporate Index e con quali obiettivi?

La prima versione dell’indice è stata presentata il 23 giugno del 2016. Il mondo della finanza e dell’impresa, rispetto alla sostenibilità, si è trasformato in modo pressoché completo da allora. L’idea era quella di trovare un aspetto “strutturale” che stesse sopra agli output aziendali (quante emissioni produco, quanti infortuni provoco, quanta acqua consumo o risparmio), e fosse garanzia della sostenibilità intrinseca dell’azienda. Parlarne allora era davvero complesso, e solo un gruppo ristretto di aziende (tutte del Ftse Mib) accettarono la sfida. Negli anni, il progetto si è evoluto, e anche la consapevolezza della governance. Nove anni fa, si cercavano gli strumenti Esg da integrare nei processi e nei modelli tradizionali di buon governo (non a caso, il nome del progetto era Integrated Governance Index). Oggi è il contrario: i processi e i modelli sono di base finalizzati a un modello Esg, e sono piuttosto alla ricerca delle strade più efficaci ed efficienti per migliorare. La governance diventa un concetto dinamico, quasi “vivo”, che guarda oltre gli schemi statici di garanzia di buon governo dell’azienda, essendo rivolto al continuo miglioramento dei meccanismi, della cultura, dei presidi, dei valori in chiave sostenibile dell’impresa. Ecco perché il progetto è diventato ESG Identity Corporate Index (ESG.ICI)  

Cosa si intende per ESG Identity di un’azienda?

Intendiamo un insieme di elementi capaci di caratterizzare l’azienda in ogni suo aspetto, e in una prospettiva di lungo periodo. La definizione ufficiale che proponiamo per il concetto di ESG Identity è quella che sta nella homepage del nostro sito di gruppo: l’insieme degli elementi distintivi di un soggetto che, partendo dal suo purpose Esg, caratterizzano la sua struttura organizzativa (la governance) per arrivare alla coerenza e consistenza ESG della sua offerta al mercato, passando per le modalità con cui il soggetto pensa (la cultura aziendale ESG) e comunica sul fronte sostenibile.  

Quali variabili prendete in considerazione per valutarla e come le misurate?

Per dare un valore quantitativo a questa ESG Identity, è necessario scomporre ogni meccanismo decisionale e operativo dell’azienda, e individuare per ognuno una scala di valori. Posso menzionare le aree di indagine, che sono dieci per la parte ordinaria (Codici di autodisciplina e sostenibilità; Diversity e professionalità del board; ESG integrati nella retribuzione; ESG integrati nelle strategie di business; Comitati del board e sostenibilità; Purpose, materialità e stakeholder; Piani di successione; Finanza; HR e capitale umano; ESG Digital Governance) più l’area di indagine straordinaria che cambia ogni anno. E quest’anno si proponeva di indagare i “Manager per la polis”. Nel complesso, ci sono circa un centinaio di domande nella survey, a loro volta contenenti risposte multiple e sotto-domande che si aprono in maniera consequenziale. Nel complesso, l’assessment arriva a 120-130 kpi di governance.

Quali aziende sono incluse nell’indice di quest’anno?

Quest’anno sono 93 le aziende che hanno sviluppato l’assessment in modo pubblico (cioè, senza contare quelle che lo sviluppano ma non lo condividono). Sono elencate tutte sulla pagina della ESG Business Conference. Si tratta delle principali aziende quotate in Borsa Italiana, sia di grandi dimensioni sia mid cap, e di un crescente numero di non quotate.

E quale quadro emerge a livello italiano?

L’ESG.ICI ha rilevato un miglioramento delle aziende partecipanti, essendo aumentata la quota di società Top Performer. Soprattutto, il progetto rileva un allargamento del campione oltre le “solite” grandi aziende. Quest’anno c’è stata una importante affluenza di nuove aziende di medie dimensioni, le quali hanno dimostrato una significativa consapevolezza sulla materia. Inoltre, è sempre più evidente il commitment e la preparazione delle aziende e dei team, con un’elevata attenzione alla qualità delle risposte fornite, sempre più articolate ed esaustive.

Quella 2024 è la nona edizione dell’ESG.ICI, è cambiata l’analisi in questi anni? Come?

L’ho accennato all’inizio. I primi step dell’Index cercavano gli strumenti da “integrare” nella governance aziendale. Oggi, si cerca di studiare l’ESG Identity di un’azienda, e come questa identità richieda propri processi, presidi e modelli. Nei contenuti si è sempre caratterizzata per essere un’analisi dinamica: il questionario è aggiornato ogni anno, inserendo via via gli elementi che emergono come qualificanti e differenzianti il governo degli ESG e lasciando andare progressivamente pratiche plain field. Allo stesso tempo ha fatto attenzione a mantenere un approccio proporzionale alle diverse realtà aziendali e dimensionali, per essere in grado di catturare i diversi livelli Identità ESG. Quello che non è mai cambiato, invece, è la visione prospettica dell’assessment, che è la sua caratteristica distintiva, ossia di proporre una auto-valutazione su quelle che sono le frontiere “in arrivo” per reporting e strategie Esg, e non soltanto una verifica rispetto alla situazione odierna (o del passato). Nel 2024, questa spinta innovativa si è tradotta in una indagine straordinaria focalizzata sul tema: “I manager per la polis”. Si tratta dell’evoluzione del concetto lanciato lo scorso anno, l’azienda politica, ovvero l’azienda consapevole che il proprio ruolo di cittadino nella polis (ruolo πολιτικός), quindi i suoi impatti Esg, ha un valore strategico e competitivo.

Oggi con gli standard dell’ESRS si tende ad andare verso una standardizzazione e omologazione delle valutazioni ESG. In questo contesto qual è il valore dell’ESG.ICI?

Gli standard dell’Efrag rispondono alla necessità di uniformare un mondo estremamente differenziato e complesso, in modo da renderlo utilizzabile dal sistema (a cominciare dagli investitori). Tuttavia, ci sono margini enormi che, fisiologicamente, restano fuori dalle griglie. In primo luogo, gli Esrs sono finalizzati, per la maggior parte, a fotografare una situazione statica, se non a consuntivo. Inoltre, prevedono un numero limitato di kpi espressamente dedicati alla governance. Ecco perché un assessment come ESG.ICI, che guarda alla sostenibilità dinamica a partire dalla governance, può essere una importante fonte di informazioni complementari. 

Con “governance della sostenibilità” si intende il livello di integrazione nel buon governo aziendale di quelle variabili che, sino a poco tempo fa, sono state definite, e viste, come “non financial”. La normativa riuscirà, o sta già riuscendo, a rendere la sostenibilità un tema materiale per le aziende italiane?

La sostenibilità è da tempo un tema materiale per le aziende italiane. La normativa sta cercando di regolare come questo elemento strategico vada rilevato e riportato, Per alcuni, l’intervento del legislatore è una spinta in avanti, in quanto partono oggi nel loro percorso Esg. Ma per il sistema nel suo complesso (si pensi alle relazioni di filiera, o alle relazioni azienda-investitore), talvolta la norma è addirittura in ritardo rispetto alla realtà delle cose. E alla velocità con cui cambiano.