“L’acceleratore dell’ecosistema del vino italiano nel mondo”. Stiamo parlando di Argea, nata nel 2022 in seguito all’acquisizione dell’azienda Botter da parte della SGR Clessidra e al successivo ingresso di Mondodelvino. A marzo 2023, il gruppo si è allargato accogliendo Cantina Zaccagnini e oggi, con nove siti produttivi in cinque regioni e oltre seicento collaboratori, si pone l’obiettivo di aggregare le eccellenze vitivinicole del territorio italiano per competere sui mercati internazionali. Coniugando tradizione e innovazione, funge da coordinatore di una filiera che sta lavorando in sinergia per aumentare i propri livelli di sostenibilità sul piano ambientale, economico e sociale.
Indice
Le nuove regole dell’UE
Dato che la distribuzione dei vini nazionali all’estero rappresenta il core business di Argea, l’impegno sul fronte della sostenibilità non può che tradursi anche nella ricerca di soluzioni per un packaging a ridotto impatto ambientale. Si tratta di un elemento fondamentale per il trasporto e la conservazione di un prodotto come il vino, capace anche di renderlo riconoscibile agli occhi dei consumatori. Sappiamo però che l’uso limitato e la riciclabilità degli imballaggi sono fondamentali in ottica di economia circolare, tant’è che il nuovo regolamento dell’Unione europea mira a ridurre questo tipo di rifiuti del 15 per cento entro il 2040.
La bottiglia
Il vetro è fra i materiali maggiormente impiegati per l’imbottigliamento dei vini. Nonostante sia infinitamente riciclabile, incide per il 74 per cento sull’impronta carbonica della produzione vitivinicola, stando al Life Cycle Assessment effettuato sulla base delle indicazioni fornite dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV).
È per questo che Argea sta lavorando con Verallia, gruppo internazionale che vanta 34 stabilimenti di produzione del vetro, il cui piano di mitigazione delle emissioni di gas serra si basa su tre pilastri: l’uso di forni 100 per cento elettrici per il vetro bianco e di forni ibridi per gli altri tipi di imballaggi, l’aumento del tasso di rottame di vetro impiegato, e l’utilizzo crescente di energie rinnovabili. Verallia, inoltre, si è posta l’obiettivo di ridurre del 3 per cento il peso di bottiglie e vasi standard entro il 2025 (rispetto al 2019).
Dal 2021 al 2023, con il progetto Piuma, Argea è riuscita a ridurre il suo quantitativo di vetro di 731 tonnellate, risparmiando 650 tonnellate di CO2. Dalla collaborazione con Verallia è nata una nuova bottiglia in vetro decorato per vini spumanti, “l’Albero della Vite”, più leggera di 100 grammi rispetto alla media. Grazie a una riduzione del peso dell’11,76 per cento (da 850 a 750 grammi) sarà possibile risparmiare 43 tonnellate di CO2 l’anno e contribuire, con un milione di bottiglie nel 2024, a tagliare l’equivalente delle emissioni generate da 500 auto per percorrere dodici volte la distanza tra la Terra e la luna.
Lanciando la sfida “New Light Glass”, Argea prevede di alleggerire di ulteriori 60 grammi il peso di una quota consistente delle proprie bottiglie di vetro che, nel 2025, potrebbe raggiungere i 44,5 milioni di unità. Ciò porterebbe a risparmiare l’equivalente delle emissioni prodotte da mille famiglie italiane in un anno.
A dimostrazione del suo carattere innovativo, il gruppo non si sta focalizzando unicamente su questo materiale. Grazie alla collaborazione con l’azienda finlandese UPM Raflatac, presenterà presto la sua prima bottiglia in BioMEG, ovvero PET realizzato a partire da glicole monoetilenico rinnovabile. Il binomio BioMEG e rPET, secondo le stime, consentirà di tagliare le emissioni di CO2 del 40 per cento rispetto all’impiego di PET di origine fossile.
L’etichetta di Argea
UPM Raflatac, fra i più importanti gestori di foreste a livello globale, è uno dei principali produttori di materiali per etichette autoadesive. L’azienda finlandese propone l’utilizzo di combinazioni di carta certificata in fibre vergini e riciclate, ma anche l’impiego di plastica di scarto, fra cui quella prelevata dagli oceani. Interessante poi la proposta di etichette linerless: l’assenza del liner, il supporto siliconato che viene solitamente applicato al di sotto del prodotto stampabile, limita la quantità di materiale di scarto che l’etichettatura industriale produce.
Anche se le etichette rappresentano una piccola parte degli imballaggi, svolgono un ruolo importante nell’aumento della riciclabilità e nella riduzione dell’impatto ambientale del packaging. Nel caso del vino, poi, rappresentano una fonte di informazioni essenziali e un ulteriore elemento di riconoscimento.
Fra l’altro, l’8 dicembre entreranno in vigore le nuove norme dell’UE sulle indicazioni nutrizionali da riportare in etichetta: bisognerà capire se sarà sufficiente un QR code contrassegnato dalla lettera “I” o se sarà necessario riportare per intero il termine “ingredienti”, come auspicato dalla Commissione europea a poca distanza dall’entrata in vigore della normativa.
Il tappo
Se il vetro è “il principe dei contenitori” del vino, il sughero è il materiale prediletto per la realizzazione dei tappi, anche se si stanno diffondendo tante alternative. La produzione media di sughero è di circa 200mila tonnellate a livello globale, con un valore delle esportazioni che si aggira sugli 1,8 milioni di euro, secondo quanto riportato nel 2021 da Federvini. Nel mondo viene impiegato per tappare sette bottiglie su dieci, ovvero tredici miliardi di unità. Lo stesso vale per l’Italia, la cui produzione si attesa sui tre miliardi di bottiglie: il 70 per cento viene tappato con questo materiale.
Di fronte a una domanda così elevata, sono due le principali preoccupazioni che possono sorgere: il fatto che la produzione sia limitata al bacino del Mediterraneo e il fatto che passino molti anni fra la piantumazione di una quercia da sughero (Quercus suber L.) e il prelievo dello stesso. Argea collabora con Amorim Cork Italia, declinazione italiana del colosso portoghese specializzato nella produzione di tappi di sughero, il quale sta investendo in due strategie principali per far fronte alle sfide in questione: la prima è la riforestazione. Le sugherete rappresentano degli scrigni di biodiversità e degli eccezionali serbatori di carbonio. Come spiegato da Carlos Manuel Veloso dos Santos, AD di Amorim Cork Italia, le querce da sughero sono piante che contribuiscono a frenare l’avanzata della desertificazione, grazie alla loro straordinaria capacità di resistere a caldo e siccità.
Un’altra strategia di fondamentale importanza è l’economia circolare: raccogliendo i tappi a fine vita tramite le onlus è possibile impiegarli per realizzare collezioni di design, soluzioni per l’isolamento delle pareti, pavimenti dei parchi giochi, e persino sfruttarli nei vigneti come “spugne” per assorbire e rilasciare acqua nei momenti di necessità. La corretta gestione delle risorse idriche, del resto, è fondamentale anche nella manutenzione delle sugherete, insieme all’efficientamento energetico dei processi produttivi.
Le ambizioni di Argea in termini di sostenibilità
Habitat, il forum di Argea sulla cultura ESG nella filiera del vino che quest’anno è giunto alla sua seconda edizione, rappresenta un’occasione importante per approfondire questi temi e agevolare il confronto e lo scambio di best practice fra i principali attori della filiera. “La tutela dell’habitat” è anche alla base del report di sostenibilità che il gruppo ha scelto di pubblicare con cadenza biennale. Produzione e consumo responsabili, lavoro dignitoso e crescita economica, lotta contro il cambiamento climatico, giustizia e pace, sono alcuni degli obiettivi perseguiti nell’ambito dell’Agenda 2030. Entro quest’anno, Argea prevede di raggiungere la neutralità climatica sia in ambito scope 2 (obiettivo già centrato grazie all’uso di energie 100 per cento rinnovabili), sia in ambito scope 1 (contando su crediti di carbonio certificati).