La Commissione Europea ha comunicato di aver rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL, in Europa e in Italia, alla luce del perdurare della guerra in Ucraina e della situazione geopolitica in generale, dell’inasprimento della politica monetaria ma anche della crescente emergenza climatica.
Il rischio climatico come fattore d’incertezza non va sottovalutato, ha spiegato il commissario per l’economia UE, Paolo Gentiloni, aggiungendo che negli ultimi mesi si sono susseguiti incendi e inondazioni in Grecia, calura in Italia, Francia e Spagna e alluvioni in Slovenia. Nel nostro paese poi le inondazioni in Emilia-Romagna già in primavera avevano causato una frenata della congiuntura.
A questo proposito anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione 2023, ha sottolineato come il Green Deal europeo rappresenti il “fulcro” della nostra economia e come “questa estate, la più calda mai registrata in Europa, ci ha ricordato duramente quanto questo sia necessario”. In quest’ottica “l’agenda per il clima”, ha aggiunto la von der Leyen, è diventata “un’agenda economica”… “confermando che modernizzazione e decarbonizzazione possono andare di pari passo”.
Rispetto alle previsioni di primavera quelle di estate rivedono la crescita dell’economia UE dall’1% allo 0,8 % nel 2023 e dall’1,7 % all’1,4 % nel 2024, e la crescita nella zona euro dall’1,1 % allo 0,8 % nel 2023 e dall’1,6 % all’1,3 % nel 2024.
La Commissione stima anche che l’inflazione continui a diminuire nel periodo oggetto delle previsioni, con un’inflazione IPCA (indice armonizzato dei prezzi al consumo) nella UE pari al 6,5 % nel 2023 (rispetto al 6,7 % della previsione di primavera) e al 3,2 % nel 2024 (rispetto al 3,1 %). Nella zona euro l’inflazione dovrebbe attestarsi al 5,6 % nel 2023 (rispetto al 5,8 % previsto) e al 2,9 % nel 2024 (rispetto al 2,8 %).
Nel complesso il rallentamento della crescita nell’UE quindi dovrebbe perdurare nel 2024 e l’impatto della politica monetaria restrittiva dovrebbe continuare a frenare l’attività economica. Si prevede tuttavia una lieve ripresa della crescita per il prossimo anno, a fronte di un’inflazione che continua a diminuire, un mercato del lavoro che rimane vigoroso e redditi reali in graduale ripresa.
Ampliando l’ottica la Commissione spiega che l”economia mondiale ha registrato un andamento leggermente migliore del previsto nella prima metà dell’anno, nonostante la debolezza dei risultati della Cina. Le prospettive per quanto riguarda la crescita e il commercio a livello mondiale rimangono tuttavia sostanzialmente invariate rispetto alla primavera, il che significa che l’economia dell’UE non può contare su un forte sostegno della domanda esterna.
In questo quadro la situazione della Germania appare quella più difficile visto che si prevede una recessione nel 2023 a livello annuo dello 0,4% (le stime di maggio prevedevano una espansione dello 0,2%) mentre, per quanto riguarda il nostro paese invece la revisione delle stime di crescita passa dall’1,2 allo 0,9% nel 2023, e dall’1,1 allo 0,8% nel 2024. Sempre in Italia sul versante dell’inflazione, i prezzi al consumo dovrebbero salire in media annua del 5,9% e del 2,9%, rispettivamente.