Il Parlamento UE ha adottato la propria posizione sul nuovo regolamento in materia di imballaggi e ha accolto le richieste di modifica della proposta dello scorso ottobre presentate anche dall’Italia. In particolare, era stata criticata la predilezione, che il documento della commissione ambiente (Envi) del parlamento prevedeva, al riutilizzo rispetto al riciclo industria in cui l’Italia è leader.
I deputati hanno adottato la risoluzione legislativa, che costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi dell’UE, con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni.
Il Parlamento ha sostenuto obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento, ossia il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040).
Confermata l’intenzione di vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), ma è stata aggiunta la possibilità di farne uso nel caso in cui siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Confermato inoltre il divieto dell’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti per prevenire effetti negativi sulla salute.
“I recenti avvenimenti in Europa, e in particolare in Belgio, riguardanti l’inquinamento delle acque da sostanze chimiche PFAS, dimostrano l’urgente necessità di agire. Votando per proibire gli inquinanti “per sempre” negli imballaggi alimentari, il Parlamento europeo ha dimostrato di voler proteggere la salute dei cittadini europei” ha dichiarato la relatrice Frédérique Ries (Renew, BE)
Nel testo adottato, i deputati chiariscono i requisiti per il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi e su questo fronte, tendono la mano allo Stivale. Per quanto riguarda infatti bottiglie di plastica e lattine di alluminio gli Stati potranno essere esentati dal riutilizzo nel caso in cui il tasso di riciclo di tali oggetti è superiore all’85% ed altre esenzioni sono concesse quando il riutilizzo non è l’opzione che produce i migliori risultati ambientali.
Il Parlamento evidenza però la necessità che i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore.
“Per quanto riguarda la plastica, il contratto è stato rispettato, poiché la mia relazione legislativa affronta il cuore del problema fissando obiettivi più severi di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica” ha continuato Ries che ha poi commentato come invece per quanto riguarda l’economia circolare, e in particolare la prevenzione, “ purtroppo l’esito della votazione in plenaria non è altrettanto positivo e ignora la realtà delle cifre: un aumento del 30% entro il 2030 se non agiamo subito. Delle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare), solo il riciclaggio è uscito indenne. La fine degli imballaggi usa e getta è ancora lontana!”
In generale, le norme adottate dai deputati prevedono che tutti gli imballaggi siano riciclabili e rispondano a una serie di criteri rigorosi da definire attraverso la legislazione secondaria. Sono previste alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera (decisione che fa l’occhiolino all’industria del legno dei paesi scandinavi).
Il testo adottato dal Parlamento prevede infine che i Paesi dell’UE garantiscano la raccolta differenziata del 90% dei materiali contenuti nel packaging (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.
Il Parlamento è pronto ad avviare i colloqui con i governi nazionali sulla forma finale della legge, una volta che il Consiglio avrà adottato la sua posizione.
Quanti rifiuti producono gli imballaggi
Nel 2018, gli imballaggi hanno generato un fatturato di 355 miliardi di euro nell’UE. Si tratta di una fonte di rifiuti in costante aumento: il totale dell’UE è passato da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021. Nello stesso anno, ogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio, una cifra che si prevede aumenterà a 209 kg nel 2030 in assenza di misure.