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Strategia climatica

Il CdA di Shell citato in giudizio per la strategia climatica “imperfetta”

Dopo l’accusa mossa dall’ONG Global Witness ai danni di Shell in merito a presunte dichiarazioni fuorvianti legate alle spese dell’azienda per le energie rinnovabili, arriva l’azione legale dell’organizzazione legale ambientalista ClientEarth contro il consiglio di amministrazione del gigante dell’energia. Secondo ClientEarth la strategia di transizione energetica di Shell è “imperfetta” e mette a rischio il valore degli azionisti. Con questa azione, l’organizzazione legale ambientalista chiede al tribunale di ordinare al consiglio di rafforzare i piani climatici della società.

L’azione legale di ClientEarth, avviata in qualità di azionista della società, cerca di responsabilizzare personalmente i direttori d’azienda a prepararsi per la transizione energetica.

In un comunicato che annuncia l’azione legale, ClientEarth ha definito il piano “Powering Progress” di Shell “semplicemente irragionevole”, sostenendo che la strategia – che prevede che Shell sia un’azienda a zero emissioni entro il 2050 – non è in grado di garantire una riduzione delle emissioni sufficiente ad allinearsi agli obiettivi climatici globali e che, continuando a produrre combustibili fossili per decenni, vincola l’azienda a investimenti che potrebbero diventare non redditizi nel contesto della transizione globale verso fonti energetiche più pulite.

“Le conseguenze future dei piani climatici imperfetti di Shell potrebbero far crollare il valore della società, costando posti di lavoro e rischiando di far perdere agli azionisti e agli investitori ingenti somme di denaro, compresi i fondi pensione dei cittadini”, ha dichiarato ClientEarth.

Già prima dell’azione legale di ClientEarth, nel 2021 un tribunale olandese ha imposto all’azienda di ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 in seguito a una causa intentata da sette gruppi di attivisti tra cui Greenpeace. Nella sentenza, il giudice del tribunale olandese aveva affermato che il piano di transizione energetica di Shell “non è concreto ed è pieno di condizioni”.

Nella sua dichiarazione, ClientEarth ha affermato che gli obiettivi intermedi e la strategia di Shell per diventare un’azienda energetica a emissioni nette zero entro il 2050 “non quadrano”, citando ricerche di analisti che suggeriscono che i piani raggiungerebbero solo una riduzione delle emissioni nette del 5% entro il 2030.

“Shell è seriamente esposta ai rischi del cambiamento climatico, eppure il suo piano climatico è fondamentalmente difettoso. Non preparando adeguatamente l’azienda alla transizione a zero emissioni, il Consiglio di amministrazione della Shell sta aumentando la vulnerabilità dell’azienda ai rischi climatici, mettendo a rischio il suo valore a lungo termine”, ha dichiarato Paul Benson, avvocato senior di ClientEarth.