Shell | ESGnews

Accusa di Greenwashing

Shell accusata da un’ONG di gonfiare i propri investimenti nelle rinnovabili

Secondo l’ONG Global Witness, il colosso petrolifero Shell ha dichiarato in modo fuorviante quanto spende per le energie rinnovabili e dovrebbe essere indagata e potenzialmente multata dall’autorità di regolamentazione finanziaria statunitense, la SEC (Securities and Exchange Commission).

L’ONG, quindi, ha sollecitato la SEC ad agire in merito all’ultimo rapporto annuale di Shell, in cui si afferma che il 12% della spesa in conto capitale è stato destinato a una divisione chiamata “Renewables and Energy Solutions” nel 2021. Tuttavia, Global Witness, il gruppo di attivisti che ha presentato la nuova denuncia alla SEC, sostiene che solo l’1,5% della spesa in conto capitale di Shell è stato utilizzato per sviluppare le energie rinnovabili, come l’eolico e il solare, mentre gran parte delle altre risorse della divisione sono state destinate al gas, che è un combustibile fossile.

Secondo l’ONG si tratta di greenwashing, dato che il gas non è una fonte di energia rinnovabile e per questo motivo la SEC dovrebbe aprire un’indagine e imporre una sanzione al gigante petrolifero.

In particolare, Global Witness ha affermato che esaminando il documento ha trovato 288 milioni di dollari di investimenti nell’eolico e nel solare nel 2021, che equivalgono all’1,5% della spesa di capitale della Shell. Gran parte della spesa della divisione “Renewables and Energy Solutions” sembra essere destinata al commercio e alla commercializzazione del gas.

Se la SEC dovesse intervenire sulla questione, segnerebbe la più aggressiva incursione normativa del governo federale degli Stati Uniti nei confronti di un settore dei combustibili fossili che sta affrontando diverse cause legali in vari Stati per aver ingannato gli investitori e l’opinione pubblica.

La Shell, che ha sede a Londra ma è quotata alla borsa di New York, ha negato di aver ingannato gli investitori. Un portavoce della società, infatti, avrebbe sottolineato che le informazioni divulgate dall’azienda sarebbero in linea con i requisiti di rendicontazione della SEC e di altre entità.