Il brand di fast fashion H&M e Remondis, società di gestione e riciclaggio dei rifiuti, hanno annunciato il lancio di Looper, una nuova joint venture finalizzata allo sviluppo di infrastrutture e soluzioni per la raccolta e lo smistamento di indumenti e tessuti usati in Europa per consentirne la rivendita e il riciclo.
“Per poter essere riutilizzati o riciclati, gli indumenti usati e indesiderati devono essere prima raccolti e suddivisi in diversi flussi, per esempio per tipo di materiale o di indumento.” ha dichiarato Emily Bolon, CEO di Looper Textile, “Costruendo infrastrutture e soluzioni per la raccolta e lo smistamento, speriamo di fare un passo avanti verso la circolarità, minimizzando l’impatto sulle emissioni di CO² e migliorando l’efficienza delle risorse”
Oggi, meno del 40% degli abiti usati viene raccolto nell’UE e di conseguenza il 60% dei prodotti tessili post-consumo finisce direttamente tra i rifiuti, sottolinea in una nota la joint venture.
Il consumo europeo di materiali tessili ha alti impatti negativi sull’ambiente e sul cambiamento climatico. Secondo le stime della Commissione UE quello tessile è il quarto settore più impattante dopo quello alimentare, edile e dei trasporti; il terzo invece per quanto riguarda l’utilizzo di acqua e di terreno (land use), e il quinto per l’uso di materie prime e per le emissioni di gas a effetto serra.
Proprio per questo, le istituzioni europee stanno lavorando per rendere i materiali tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, per contrastare la fast fashion, la distruzione delle migliaia di capi invenduti, che nella maggior parte dei casi viene bruciata, e garantire che la produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti sociali.