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Energia

FMI: con un taglio totale di gas russo l’EU rischia un calo del Pil fino al 6%, ecco quali soluzioni

Solidarietà tra gli Stati europei e compattezza nel porsi sul mercato, sono queste due prerogative che l’UE deve mettere in atto, secondo il Fondo Monetario Internazionale, nell’affrontare le interruzioni delle forniture di gas russo che rappresentano un significativo rischio economico per l’Europa.

Un taglio totale prolungato infatti causerebbe carenze nei paesi dell’Europa centrale e orientale che potrebbero sperimentare perdite in termini di PIL fino al 6%. In Italia le perdite si aggirerebbero tra oltre il 2% e oltre il 5% a seconda delle ipotesi prese in considerazione. Gli impatti, tuttavia, potrebbero essere mitigati assicurando forniture e fonti energetiche alternative, alleggerendo le strozzature infrastrutturali, incoraggiando il risparmio energetico e proteggendo le famiglie vulnerabili, oltre che espandendo gli accordi di solidarietà per condividere il gas tra i Paesi. È quanto emerge da una serie di studi effettuati dal Fondo Monetario Internazionale in cui sono stati analizzati gli impatti economici dell’interruzione delle esportazioni di gas naturale dalla Russia che l’Europa sta vivendo.  

Secondo l’FMI una riduzione fino al 70% del gas russo potrebbe essere gestita nel breve termine accedendo a forniture e fonti energetiche alternative considerando la riduzione della domanda dovuta ai prezzi elevati. Questo spiega perché alcuni Paesi sono stati in grado di bloccare unilateralmente le importazioni russe.

Tuttavia, gli studi evidenziano che la diversificazione sarebbe molto più difficile in caso di blocco totale. I colli di bottiglia potrebbero ridurre la capacità di reindirizzare il gas in Europa a causa dell’insufficiente capacità di importazione o dei vincoli di trasmissione. Questi fattori potrebbero portare a carenze dal 15 al 40% del consumo annuale in alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale. Chiaramente la dipendenza dal gas russo varia da paese a paese e, come noto, l’Italia è tra le più dipendenti dalle importazioni russe.

Percentuale gas russo sul consumo energetico totale, 2020, FMI

Secondo le stime del Fondo Monetario, un’interruzione totale delle forniture di gas russo a partire da metà luglio avrebbe un impatto in termini di PIL in Italia in un anno di oltre il 2% se si considera un’ipotesi di mercato integrato, che presuppone che il gas possa arrivare dove è necessario e che i prezzi si adeguino, e di oltre il 5% invece considerando un approccio di mercato frammentato.

Perdita PIL (%) in caso di interruzione totale della fornitura del gas russo, FMI

Le analisi mostrano inoltre che se i mercati dell’UE restano integrati sia internamente che compatti all’esterno, il mercato globale del GNL contribuirebbe a tamponare gli impatti economici. I risultati dell’FMI vanno dunque nella stessa direzione della Commissione europea che sta lavorando a un approccio coordinato. In particolare, la strategia EU External Energy Strategy, annunciata a maggio, intende facilitare la diversificazione energetica e la creazione di partenariati a lungo termine con i fornitori consentendo acquisti di gas, GNL e idrogeno basati sulla domanda energetica comune degli Stati europei, ottimizzando l’uso delle infrastrutture e coordinando le richieste.

Anche alleggerire i consumi sarà poi fondamentale per ridurre gli impatti. Tra i Paesi che già incoraggiano le famiglie e le imprese a risparmiare energia, sottolinea il Fondo Monetario, c’è l’Italia, dove il governo nel proprio piano di emergenza prevede di imporre livelli minimi e massimi per il riscaldamento e il raffreddamento. D’altronde anche REPowerEU, il piano della Commissione europea, contiene misure per risparmiare energia e ridurre la dipendenza dai combustibili russi.

C’è ancora un divario, tuttavia, avverte l’FMI, tra le ambizioni e la realtà. Molti Paesi hanno infatti scelto politiche che limitano fortemente il trasferimento dell’aumento dei prezzi all’ingrosso ai consumatori. Un’alternativa migliore sarebbe quella di consentire un più alto trasferimento dell’aumento dei prezzi per incentivare la conservazione, offrendo al contempo un’aiuto mirato alle famiglie che non possono permettersi prezzi più alti.

“Questo è un momento in cui l’Europa deve basarsi sull’azione decisiva e sulla solidarietà dimostrata durante la pandemia per affrontare il difficile momento che si trova ad affrontare oggi” ha suggerito il FMI in una nota.