Torna il caldo record in Italia ed è allarme per la fusione dei ghiacciai che diventa sempre più intensa. Legambiente parla di una vera e propria “emorragia” che non risparmia nemmeno le vette più alte come quella di Novara Cameri a 5.328 metri che ha raggiunto per la prima volta zero termico in questi giorni.
“La notizia del nuovo record italiano dello zero termico raggiunto alla stazione di radiosondaggio testimonia l’aumento senza precedenti delle temperature e l’inesorabile destino dei nostri ghiacciai alpini, in piena emorragia, per effetto della crisi climatica” ha commentato Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia, “Neanche il Rutor è fuori pericolo: non sono bastate le nevicate dello scorso maggio a scongiurare il probabile bilancio di massa negativo“.
Durante la conferenza stampa ad Aosta tenutasi dopo il monitoraggio sul ghiacciaio del Rutor, prima tappa della quarta edizione di Carovana dei ghiacciai, la campagna internazionale promossa dall’associazione ambientalista con la partnership scientifica del Comitato glaciologico italiano, Legambiente ha reso noto che la perdita di superficie è stata di circa quattro chilometri quadrati dal 1865 ad oggi, di cui 1,5 persi solo negli ultimi cinquant’anni. Sempre facendo un confronto con la situazione dei primi anni Settanta, la fronte del lobo destro si è ritirata di 650 metri mentre quella del lobo sinistro di 750 metri.
Marco Capio Borglino, direttore tecnico Arpa Valle d’Aosta, ha spiegato che nonostante l’accumulo invernale 2023 del ghiacciaio risulti sorprendentemente tra i migliori degli ultimi vent’anni (situazione ben più positiva rispetto a quelle degli accumuli dei vicini ghiacciai di Timorion e del Grand Etret), quest’estate ci si aspetta un bilancio di massa negativo anche se meno severo rispetto al 2022.