La rendicontazione della sostenibilità ambientale, sociale e di governance sta diventando un elemento cruciale nelle strategie aziendali. L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) sta infatti trasformando il reporting e le aziende devono adattarsi ai cambiamenti che ne derivano, integrando la sostenibilità nelle loro operazioni quotidiane e nei loro piani a lungo termine. Questo non solo migliora la loro reputazione e stabilità finanziaria, ma contribuisce anche a un futuro più sostenibile per tutti e tutte. La sfida per le aziende è quella di navigare in questo nuovo panorama normativo e di sfruttare le opportunità che ne derivano per innovare e crescere. Da questo punto di vista un supporto fondamentale deve arrivare dall’analista finanziario che non deve più solo valutare i rating ESG e analizzare l’accuratezza dei dati, bensì essere una figura capace di identificare rischi e opportunità legati alla sostenibilità sia per le aziende che per gli investitori, accompagnare nella redazione dei bilanci integrati e monitorare la compliance ed eventuali modifiche normative. Se ne è discusso durante il webinar Le iniziative europee per la diffusione dei principi fondamentali per una corretta rendicontazione di sostenibilità promosso da AIAF (Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria) nell’ambito delle Settimane SRI del Forum per la Finanza Sostenibile, a cui hanno preso parte Pietro Poletto, Presidente AIAF, Alessandro Asmundo, Senior Policy Officer Forum per la Finanza Sostenibile, Sabrina Bonomi, CESGA®, Socio AIAF, Wealth Risk Advisor Credem Banca, Marco Ravagli, Socio AIAF, Presidente AIAF Formazione e Cultura, Alessandro Stella, CESGA® e CFA, Coverage and ESG Specialist DWS Group e Laura Verrascina, CSRD Task Force Leader Forvis Mazars.
Indice
Come sta cambiando la rendicontazione di sostenibilità con la CSRD
La nuova direttiva europea richiede alle aziende di fornire, assieme ai consueti risultati finanziari, informazioni dettagliate sugli impatti ambientali, sociali e di governance delle proprie attività, spostando l’attenzione da una semplice compliance normativa a un approccio strategico e integrato. Le imprese sono dunque tenute a integrare in bilancio un resoconto delle iniziative ESG e delle relazioni con il contesto in cui operano e al contempo, nell’ambito di un approccio (richiesto dalla direttiva) di doppia materialità, valutare e comunicare anche come tali aspetti ambientali e sociali impattano la propria attività.
I requisiti richiesti sono rigorosi e devono essere compliant agli standard elaborati dell’EFRAG, gli ESRS (European Sustainability Reporting Standard). “Le aziende devono pubblicare bilanci che includano obiettivi chiari e KPI di sostenibilità da monitorare annualmente. Questo approccio mira a migliorare la trasparenza e la responsabilità delle imprese, spingendole ad avanzare nelle loro pratiche di sostenibilità e a integrare questi aspetti nelle loro strategie aziendali” afferma Bonomi.
Benefici per le aziende del reporting ESG
Il reporting ESG offre numerosi vantaggi strategici. In primo luogo, migliora la gestione delle relazioni con gli stakeholder, riducendo le asimmetrie informative e aumentando la fiducia. Le aziende che pubblicano una rendicontazione di sostenibilità tendono a migliorare la qualità delle loro comunicazioni e a stabilire un approccio manageriale più orientato al lungo termine, piuttosto che al profitto immediato. Inoltre, il reporting ESG è associato a una maggiore stabilità finanziaria, poiché le aziende che investono in sostenibilità tendono a implementare progetti innovativi e a migliorare le loro performance nel lungo periodo. Tale approccio non solo aiuta a soddisfare le aspettative normative, ma può anche portare a un vantaggio competitivo nel mercato, attirando investimenti e migliorando la reputazione aziendale.
Il ruolo dell’analista ESG
Il ruolo dell’analista finanziario è diventato sempre più complesso e multidisciplinare. Tradizionalmente, gli analisti si concentravano sulla valutazione dei rating ESG delle aziende. Ora sono chiamati ad analizzare l’accuratezza dei dati, interpretarli ed analizzarli per selezionare i KPI ESF della azienda, identificare rischi e opportunità legati alla sostenibilità e garantire la conformità normativa. Inoltre hanno un ruolo critico di supporto alla preparazione dei report ESG, collaborando con diversi team aziendali, come quelli di strategia e comunicazione, per preparare bilanci che rispettino gli standard ESRS richiesti e siano comprensibili per gli investitori e gli altri stakeholder. Inoltre, sono responsabili del monitoraggio della conformità alle normative delle aziende, elemento che richiede l’implementazione di sistemi integrati sui dati ESG e la formazione del personale per assicurare che tutti siano allineati alle nuove richieste e direttive UE.
L’interpretazione della rendicontazione di sostenibilità secondo EFFAS
“L’interpretazione dei report di sostenibilità deve seguire un approccio strutturato che considera sia gli aspetti qualitativi che quantitativi” afferma Stella illustrando alcune linee guida proposte dalla Federazione Europea delle Società degli Analisti Finanziari secondo cui gli analisti devono identificare megatrend globali e valutare i rischi e le opportunità economiche legate a questi aspetti in base al settore di provenienza e adottando un approccio di doppia materialità.
“L’analisi dei fattori ESG e dei rischi a essi associati aiuta a garantire che le aziende non solo rispettino le normative, ma anche che migliorino le loro pratiche di sostenibilità nel tempo. Consci degli elementi che possono impattare su ricavi e costi”.
L’integrazione dei fattori ESG deve coinvolgere ogni step del processo decisionale: a partire dall’analisi del business fino ad arrivare alle scelte di investimento.
“Quella proposta dalla CSRD è un’evoluzione del bilancio e dell’informativa che le società forniscono agli stakeholder” ha concluso Verbascina, “un cambiamento di visione e dei paradigmi di rendicontazione che vede nelle questioni ambientali, sociali e di governance degli aspetti non trascurabili per nella valutazione strategica di un’azienda volta all’evoluzione del business”.