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Analisi Pictet AM

Oltre il 40% dei giovani vuole migliorare la propria educazione finanziaria

La complessità economica, unita al desiderio di realizzare i propri progetti di vita, hanno incentivato l’interesse per l’educazione finanziaria, che ha registrato una crescita del 12% rispetto ai livelli del 2021. I giovani, in particolare, si sono dimostrati sempre più attenti ai temi economico-finanziari, con oltre il 40% del campione che desidera aumentare il proprio livello di conoscenza finanziaria. È questo quanto è emerso dalla nuova ricerca dedicata all’analisi dello stato dell’arte dell’alfabetizzazione finanziaria In Italia, Osservatorio Edufin Pictet AM 2024: Educare al futuro, presentato da Pictet Asset Management per il quarto anno consecutivo in occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria e realizzata sotto la Direzione di Nicola Ronchetti, Fondatore e CEO di FINER Finance Explorer, Istituto di ricerca specializzato in ambito finanziario. Il titolo di quest’anno vuole fotografare obiettivi, paure e bisogni dell’educazione finanziaria e del risparmio di oggi. Dall’analisi emerge infatti che l’educazione finanziaria viene percepita sempre più da tutti, investitori e non, come strumento chiave per realizzare i propri progetti di vita, incrementando il desiderio di conoscenza, tempo dedicato, consapevolezza e sensibilità ai temi economico-finanziari.

La ricerca rileva inoltre che i social network, si confermano tra i principali canali di informazione finanziaria, con una crescita di circa il 10% in tre anni. In particolare, Instagram ha conquistato sempre più le fasce di età giovani, che nel 35% circa dei casi lo usano sia per informarsi che per ricercare consigli di investimento. Di contro, l’individuazione di contenuti e referenti adeguati rimane l’ostacolo principale per il 39% del campione. Infine, negli ultimi anni si è registrato un progressivo sviluppo della digitalizzazione della finanza. Ad oggi, oltre il 40% di Boomer e GenX si avvalgono del banking online, mentre tra i più giovani questo strumento è affiancato e, nel caso della GenZ, superato dal trading on line e dall’acquisto di cryptovalute.

“Negli ultimi quattro anni la crescente complessità dei mercati finanziari, unita alle incertezze geopolitiche ed economiche, ha indubbiamente alimentato un maggiore interesse per la materia, la cui conoscenza e comprensione è ritenuta oggi cruciale da tutti per riuscire a realizzare i propri progetti di vita” ha dichiarato Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet Asset Management. “Noi operatori dobbiamo impegnarci nell’educare al futuro gli investitori di oggi e di domani, estendendo ad un più ampio pubblico (generazioni e ricchezza) i servizi tipici della consulenza finanziaria, attraverso modelli di servizio innovativi, e promuovendo in primis una corretta pianificazione finanziaria per obiettivi. Un lavoro che noi di Pictet AM portiamo avanti da anni, attraverso molteplici iniziative, consapevoli dell’importanza economica e sociale di un’educazione finanziaria di qualità e sempre più accessibile a tutti”.

I risultati della ricerca
In crescita costante l’interesse per la materia

Anche nel 2024, complice l’aumentata complessità dei mercati finanziari e le incertezze relative a crescita economica e tensioni geopolitiche, l’Italia conferma il trend positivo di un crescente interesse per le tematiche finanziarie da parte di investitori e risparmiatori, che sul totale del campione si dichiarano oggi molto o abbastanza interessati nell’88% dei casi, rispetto al 76% del 202. Tuttavia, è evidente il gap generazionale quando si tratta di investire o tenere i risparmi liquidi. L’interesse degli investitori per la finanza resta poi in larga parte correlato al rapporto tra età e patrimonio finanziario.

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Figura 1: Interesse per la finanza: continua la crescita anche nel 2024

La complessità del mercato generata da uno scenario macro più incerto e volatile negli ultimi tre anni, fa crescere, trasversalmente in tutti i segmenti, la percentuale di quanti non ritengono sufficientemente adeguate le proprie conoscenze in materia finanziaria, con un incremento del 11% dal 2021 ad oggi (Fig.2). In particolare, tra le generazioni più giovani, oltre il 40% desidera aumentare le proprie conoscenze in materia.

Per la prima volta quest’anno, la percentuale di quanti dichiarano di informarsi quotidianamente o settimanalmente a temi economico-finanziari ha raggiunto il 38% superando quella di quanti vi si dedicano esclusivamente durante eventi eccezionali una tantum (pari al 33% nel 2024).

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Figura 2: Conoscenza dei temi della finanza (autovalutazione): cresce la % di coloro che vorrebbero
saperne di più (totale campione)
Trovare contenuti adeguati: l’ostacolo principale

Nonostante il maggiore interesse alla materia e una migliore consapevolezza delle proprie lacune, gli investitori e risparmiatori italiani continuano, anche a fronte delle molteplici iniziative di educazione finanziaria promosse ogni anno da istituzioni e operatori del settore, a non trovare gli strumenti adeguati ad approfondire e ampliare le proprie conoscenze finanziarie. In effetti, se nel 2021 la difficoltà nel comprendere la materia era al primo posto (31% degli intervistati), dal 2022 quest’ultima ha ceduto il podio alla percezione di mancanza di contenuti o di referenti ritenuti affidabili, aumentata del 17% negli ultimi 3 anni e indicata oggi come principale ostacolo dal 35% del campione (Fig.3). In particolare, negli ultimi 12 mesi, la percezione di scarsità di contenuti di qualità e referenti di fiducia è aumentata fino al 5% in tutti i segmenti di investitori e tipologie di risparmiatori.

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Figura 3: Quali ostacoli nell’approfondimento: materia complessa, difficile da comprendere, ma soprattutto cercasi contenuti e referenti (totale campione)

Pertanto, se da un lato gli sforzi di comunicazione hanno attivato l’interesse della popolazione rispetto al tema del risparmio in questi ultimi anni, dall’altro continua a permanere un problema rispetto all’offerta di contenuti, che non sembrano ancora ad oggi rispondere pienamente ai bisogni del pubblico.

Social network sempre più centrali, per i giovani svetta Instagram

Tra gli strumenti utilizzati per informarsi, i social si confermano quale canale privilegiato e sempre più utilizzato, passando dal 27% del 2021 al 36% nel 2024, seguiti al secondo posto da eventi digitali, preferiti dal 24% degli intervistati. Di contro, prosegue il costante declino di stampa e tv nella dieta mediatica, come canali di informazione economica-finanziaria: se nel 2021 questi due fonti erano scelte dal 32% del campione, nel 2024 la percentuale è scesa al 18%. In generale, si riconferma una sempre maggiore centralità dei social network quali strumenti di informazione in modo trasversale rispetto al campione (investitori e non), a prescindere dalla generazione e dal patrimonio: WhatsApp, Facebook e Instagram (che cresce in modo significativo rispetto al 2022) i più usati, a cui seguono LinkedIn, Spotify e Tik Tok. Anche qui le differenze generazionali rispetto alle preferenze di social sono particolarmente marcate: per Boomer (1940-1964) e GenX (1965-1980) Whatsapp e Facebook restano predominanti, mentre per GenY (1981-1996) e GenZ (1997- 2010) Instagram è in assoluto il favorito con oltre il 35% delle preferenze.

Figura 4: Social utilizzati per aggiornarsi con esperti: significative differenze tra generazioni

Le divergenze tra generazioni permangono anche se andiamo a vedere quali siano i canali preferiti per ricerca di contenuti esclusivamente finanziari: tra i più giovani (GenY e GenZ) domina indiscusso Instagram sia per la ricerca di informazioni finanziarie che per consigli di investimento, mentre per i meno giovani (Boomer e GenX) se si tratta di chiedere consigli, circa il 50% del campione predilige LinkedIn o Facebook.

Complessivamente, prosegue la crescita della fiducia verso i social network; se nel 2021 solo il 2% del campione esprimeva fiducia nei social, nel 2024 è passata al 27%. Subito dietro troviamo amici e conoscenti, che mantengono salda la prima posizione (49%) come referenti di fiducia per risparmio e investimenti. Infine, guardando invece ai livelli di fiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni e degli operatori del settore finanziario, scuola e istituzioni raccolgono la maggior parte delle preferenze. Un dato, quest’ultimo, che trova riscontro nell’inserimento dell’educazione finanziaria nelle scuole, apprezzata dal 58% del pubblico.

“Il progressivo e costante incremento dell’utilizzo e della fiducia per i canali social che emerge anche quest’anno dalla nostra ricerca ci impone una urgente riflessione sulla produzione di contenuti sempre più targettizzati per tipologia di canale e generazione a cui ci si rivolgono” ha aggiunto Daniele Cammilli di Pictet AM. “Innanzitutto, la sempre maggiore propensione a informarsi sui social network da parte di tutti permette sì da un lato una facile fruizione delle informazioni, ma dall’altro genera anche molto “rumore”, rendendo più difficoltoso individuare i contenuti di valore o distinguere fonti e professionisti affidabili, considerando che in questi format si ha a che fare con una comunicazione spesso molto sintetica e superficiale. Alla luce di ciò, sarebbe auspicabile un sempre maggior allineamento tra il mondo scuole e istituzioni, percepiti oggi come la fonte più affidabile dalla popolazione, e gli operatori del mondo finanziario al fine di creare contenuti ad hoc e “certificati” da declinare nelle forme che meglio si adattano ai diversi social e interlocutori finali”.

Educazione finanziaria: strumento per guardare al futuro e realizzare i propri progetti di vita

Quest’anno, inoltre, prima ancora di indagare le attitudini e preferenze di investimento degli italiani, la ricerca si è soffermata sull’attitudine al risparmio, mettendo in evidenza gli obiettivi, le paure e le difficoltà nel mettere da parte del denaro prima ancora di decidere come investirlo. Partendo dagli obiettivi, il 41% del campione ha dichiarato di voler accrescere le proprie conoscenze finanziarie per realizzare i propri progetti di vita, seguito da un 25% che desidera imparare a risparmiare e un 23% che vuole saper correttamente investire il proprio risparmio. In effetti, per poter realizzare i propri sogni, è fondamentale in primis riuscire a risparmiare per crearsi una solidità finanziaria a lungo termine e un “cuscinetto di protezione” in caso di imprevisti più a breve; queste, infatti, sono state le due principali motivazioni portate dal 60% degli intervistati sul perché sia importante risparmiare. Tuttavia, il connubio tra inflazione, rialzi dei tassi, crisi energetica e incertezza economica che ha caratterizzato gli ultimi tre anni ha reso particolarmente difficile riuscire ad accantonare una quota di risparmio. A conferma di ciò, il 46% del campione ha dichiarato di non riuscire a risparmiare, mentre per il restante 33% dei casi, solamente il 12% riesce a risparmiare oltre il 10% dello stipendio percepito (Fig.5).

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Figura 5: Quanto si riesce a risparmiare in media in Italia nel 2024?

Questa difficoltà nell’accantonare dei risparmi, per raggiungere una serenità economica, si riflette sull’ansia finanziaria, di cui si dice affetta circa il 70% della popolazione in Italia. Le motivazioni sono molteplici: caro vita, incremento degli interessi su mutuo o debiti, maggiore paura di non essere in grado di sostenere eventuali spese straordinarie, timori per la pensione. In generale, il livello di ansia finanziaria appare proporzionale all’educazione finanziaria: quanto più è scarsa la conoscenza della materia, tanto inferiori sono i rischi economico-finanziari percepiti. Questa correlazione è ben evidente anche nel caso della previdenza complementare, dove il 78% del campione dichiara di non pensarci minimamente, sebbene oggigiorno si comunichi moltissimo sull’importanza di una pensione integrativa, in particolar modo per le giovani generazioni che, dal canto loro, non sembrano preoccuparsene; il 55% di GenY e GenZ afferma di non averci ancora pensato (Fig.6).

Figura 6: Previdenza complementare: spaccato per generazione

“La consulenza finanziaria continua a svolgere un ruolo fondamentale, soprattutto alla luce delle evidenze emerse quest’anno riguardo all’accumulo del risparmio in generale e alla sua corretta e diversificata gestione a lungo termine” ha concluso Nicola Ronchetti di Finer.

Scelte di investimento: educare al futuro attraverso una pianificazione per obiettivi

Anche nel 2024 la maggiore complessità del mercato, unita alla difficoltà nell’identificare contenuti di valori e consulenti di fiducia, ha generato un forte bias rispetto all’orizzonte temporale di investimento. In un anno in cui il mercato azionario ha ripreso a performare bene, la visione di breve termine, unita all’idea di un rendimento sicuro offerto dai Titoli di Stato, ha tuttavia continuato a prevalere. Tra gli investitori, il grosso dei portafogli è risultato carico di bond e titoli governativi italiani (47%) seguiti da investimenti immobiliari (22%), con appena un 9% di azioni (inferiore rispetto all’11% del 2023), mostrando una scarsa diversificazione del rischio. Guardando poi alla propensione all’investimento per fasce d’età, persiste il “paradosso” dell’investimento a lungo termine, dove sebbene un giovane sia il soggetto più indicato per investire in azioni, dalle evidenze della ricerca risulta che l’azionario cresce d’attrattività con l’avanzare dell’età. Analogamente, i giovani si mostrano meno interessati (e meno a conoscenza) di strumenti ritenuti ideali per iniziare il proprio percorso di pianificazione finanziaria e investimento di lungo periodo: i Piani di Accumulo (PAC).

Figura 7: Digitalizzazione della finanza: banking e trading on line, ma anche crypto e robo

Per concludere, guardando invece ai trend relativi agli strumenti di investimento, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo sviluppo della digitalizzazione della finanza. Ad oggi, oltre il 40% di Boomer e GenX si avvale del banking online, mentre tra i più giovani questo strumento è affiancato e, nel caso della GenZ, superato dal trading on line e dall’acquisto di cryptovalute (Fig.7). Davanti a questo risultato si può dire che le generazioni più giovani e con un livello di conoscenza finanziaria più limitato investono spesso in strumenti ad altissimo rischio in maniera del tutto inconsapevole.