Green leaves, foglie

Settimane SRI

Forum per la Finanza Sostenibile, aumentano i risparmiatori che investono in fondi ESG

Transizione energetica necessaria per gli investitori, ma non percepiscono il ruolo di sostegno che la finanza può avere nella trasformazione. Eppure la nuova economia sostenibile è sempre più vista anche come un’occasione di investimento e aumenta al 22% il numero di investitori che ha sottoscritto un prodotto ESG, dal 18% del 2021. Si apre con queste riflessioni la prima giornata dell’undicesima edizione delle Settimane SRI – di cui ESGnews è media partner – la principale rassegna in Italia sulla finanza sostenibile, durante la quale sono stati presentati i risultati dell’indagine “Risparmiatori italiani e transizione energetica” del Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa.

Lo studio, condotto tra maggio e settembre 2022, ha coinvolto 1.400 risparmiatori che hanno investito nell’ultimo anno almeno di 1.000 euro, di cui 510 con almeno 20.000 euro investiti. Dall’indagine emergono preoccupazione per il contesto attuale, ma anche fiducia nella transizione energetica, ritenuta da oltre metà dei risparmiatori italiani intervistati una trasformazione necessaria con vantaggi e opportunità. Inoltre, la finanza sostenibile riscuote sempre più interesse, sebbene il settore finanziario non sia percepito dalla popolazione come strumento fondamentale per contribuire alla transizione energetica.

Principali risultati 

Secondo la ricerca, il 79% degli intervistati conosce o, quantomeno, ha sentito parlare di investimenti sostenibili e il 22% ha già sottoscritto prodotti SRI. Il dato è in crescita rispetto all’edizione 2021 (quando si attestava al 18%), probabilmente per effetto anche di una maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti SRI ha ricevuto una proposta di sottoscrizione e il 53% ha ricevuto più informazioni sugli investimenti sostenibili. Infine, i risparmiatori rilevano un aumento della competenza in materia di prodotti SRI tra gli operatori finanziari.

Inflazione e transizione energetica 

Gli eventi dell’ultimo anno – l’aumento dei prezzi dell’energia, lo scoppio della guerra in Ucraina e la caduta del governo – hanno aperto una nuova fase di incertezza. Oltre l’80% dei rispondenti si dichiara molto o abbastanza preoccupato per l’aumento dei costi dell’energia e per l’inflazione. Tra le principali sfide da affrontare viene indicata la crisi energetica (62%), seguita dal carovita (48%) e dal cambiamento climatico (33%).

“Il contesto sociale è molto preoccupante, dato che delinea uno stato di forte stress tra gli intervistati, con l’81% che si dice preoccupato per i costi energetici alti e l’85% per l’inflazione. Anche se non è un tema centrale per la transizione ecologica, l’inflazione lo è da un punto di vista sociale, perché la maggior parte di noi per ragioni geografiche non l’ha mai vissuta”, spiega Simone Pizzoglio, Partner, Head of Finance & Utilities BU presso BVA Doxa.

Fonte: Forum per la Finanza Sostenibile e BVA Doxa. 

“Tuttavia, in questo contesto preoccupante il dato positivo è che 9 persone su 10 vivono e sentono gli effetti del cambiamento climatico sulla propria quotidianità. Quindi, c’è sempre più consapevolezza”, prosegue Pizzoglio. 

Fonte: Forum per la Finanza Sostenibile e BVA Doxa. 

“A conferma dell’aumentata consapevolezza, dalla ricerca è emerso anche che 9 italiani su 10 dicono di essere al corrente del tema e il 51% pensa che la transizione energetica sia una trasformazione necessaria i cui vantaggi e opportunità nel medio-lungo termine superano di gran lunga i costi nel breve termine”, afferma Pizzoglio. 

“Tuttavia, un aspetto negativo emerso dall’analisi è che non c’è ancora un’idea consolidata nella popolazione che la finanza possa contribuire alla transizione energetica tanto quanto lo Stato, le istituzioni europee e gli enti locali”, sottolinea l’esperto di BVA Doxa. 

Fonte: Forum per la Finanza Sostenibile e BVA Doxa. 

Attitudini di investimento e attenzione agli investimenti sostenibili

Rispetto all’anno precedente, il 2022 è caratterizzato da un maggior disorientamento e da un aumento della sfiducia verso le istituzioni nazionali e internazionali. “Nella crescente incertezza dell’ultimo anno, cautela e prudenza sono le parole chiave che continuano a indirizzare le scelte finanziarie”, spiega Arianna Lovera, Senior Programme Office del Forum per la Finanza Sostenibile.

Comunque, oltre il 60% degli intervistati ritiene che i recenti eventi stiano mettendo maggiormente in luce gli investimenti sostenibili. “Nel 2022 raggiunge l’87% (contro l’82% del 2021) la quota di risparmiatori che giudicano molto o abbastanza rilevante il ruolo dei temi ESG nelle scelte di investimento. In particolare, il 77% (contro il 72% del 2021) degli intervistati reputa importanti i rischi legati al cambiamento climatico”, aggiunge la Lovera.

Fonte: Forum per la Finanza Sostenibile e BVA Doxa. 

Aumenta anche la quota di chi ha sottoscritto prodotti SRI, che passa dal 18% del 2021 al 22% del 2022. “Probabilmente tale aumento si deve anche a una maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti SRI ha ricevuto una proposta di sottoscrizione (+6% rispetto al 2021) e il 53% ha ricevuto più informazioni sugli investimenti sostenibili da parte della propria banca, assicurazione o consulente finanziario (+7% rispetto allo scorso anno)”, sottolinea l’esperta del Forum per la Finanza Sostenibile. La maggior parte degli intervistati, inoltre, rileva un aumento della competenza in materia di prodotti SRI tra gli operatori finanziari.

Fonte: Forum per la Finanza Sostenibile e BVA Doxa. 

Commenti alla ricerca

Alla luce dei risultati emersi dallo studio, il ruolo del consulente finanziario appare fondamentale, dato che l’83% dei risparmiatori che hanno investito almeno 20.000 dice di investire solo in prodotti consigliati.

E questo aspetto è ben chiaro al Presidente Anasf Luigi Conte, che nel suo intervento sottolinea come in decenni di esperienza i consulenti finanziari abbiano adeguato sempre di più la preparazione sui temi della sostenibilità alla crescente sensibilità dei cittadini italiani: “Noi rappresentiamo una buona fetta dei 30 milioni di italiani bancarizzati, 5 milioni di loro, infatti, sono seguiti da consulenti finanziari. Il fatto che la finanza non sia individuata come incidente sulla transizione energetica, però, deve fare riflettere. C’è, infatti, ancora molta strada da fare sul piano della comunicazione per far fronte alla disconnessione che esiste tra la finanza e l’economia reale”. 

Anche Elena Baccani, Senior Business Development Manager di L&GIM parla di necessità di “colmare il forte divario tra il mondo finanziario e l’economia reale”, a partire dall’educazione finanziaria fin dalle scuole. 

“Come operatori finanziari, il nostro ruolo primario è quello di agire in modo molto attivo per promuovere la conoscenza di questi temi, attraverso ad esempio l’active ownership e l’engagement con le aziende in cui investiamo”, aggiunge la Baccani. 

Per avviare un’attività di engagement efficace, secondo Felicita De Marco, Responsabile dell’UO Group Sustainability & ESG Strategy di Iccrea Banca, è necessario sapere da dove partono i clienti, “in questo senso la ricerca presentata è fondamentale perché rappresenta la fase iniziale del processo di education e, poi, di engagement. Nel contesto di grande cambiamento in atto, infatti, lo studio delle percezioni dei consumatori è un elemento centrale”. 

“Le banche svolgono un ruolo necessario perché dispongono delle risorse che servono per accompagnare la clientela nel percorso di transizione, ed è per questo che la normativa spinge affinché siano gli istituti bancari a fare da volano del cambiamento”, prosegue la De Marco. “Le strategie ESG della Banca per cui lavoro, in particolare, sono legate al suo forte radicamento sul territorio. Tra i vari progetti specifici di supporto attivati dal Gruppo vi è quello rivolto alle PMI al fine di generare consapevolezza circa l’impatto che la sostenibilità avrà sul loro posizionamento strategico anche agevolando il ricorso alle risorse economiche necessarie per la transizione e il progetto di costituzione e finanziamento di Comunità Energetiche, già attivato ad esempio dalla BCC Calabria Ulteriore e in espansione sul territorio nazionale”.

“La cosa che mi ha sorpresa negativamente”, conclude l’esperta di Iccrea Banca, “è che la finanza rivesta l’ultima posizione in termini di soggetti percepiti dai risparmiatori come fondamentali per accompagnarli verso la transizione”. 

A tal proposito, per fronteggiare questa grave mancanza, secondo Matteo Cassiani, Responsabile dell’ufficio analisi di Optima SIM, “le sfide su cui il nostro settore – dagli asset manager alla consulenza finanziaria – si deve concentrare sono proprio l’educazione e l’engagement di cui si parlava prima”. “Per la sostenibilità, gli asset manager devono prediligere l’analisi qualitativa. Con l’azionariato attivo e l’aumento della qualità dei dati stiamo veicolando le aziende verso gli obiettivi ESG”. “È naturale che, in questo contesto, siano le grandi aziende a rispondere per prime, ma sono fiducioso che seguiranno poi anche le più piccole. Il processo di cambiamento non si può concludere dall’oggi al domani, ma è già in atto”, aggiunge Cassiani. 

Infine, Mario Romano, Direttore Investimenti di Sella SGR, anch’egli d’accordo con gli altri relatori sulla responsabilità degli attori finanziari rispetto alla carenza di informazioni e di una comunicazione efficace, concentra il suo intervento su un altro aspetto emerso dalla ricerca: “Il fatto che la transizione energetica sia percepita oggi anche come tema di investimento, evidenzia ancora una volta l’importanza di prediligere le aziende virtuose che si pongono in prima linea nell’attenzione al risparmio energetico e all’utilizzo di energie rinnovabili. Come Asset Manager abbiamo scelto di puntare sulla ricerca delle migliori opportunità sostenibili nel lungo periodo, integrando nella selezione degli investimenti un attento monitoraggio dei principali indicatori ESG e ampliando le informazioni considerate dai gestori per individuare quei rischi e quelle opportunità che i dati tradizionali non possono cogliere”.

Conclusioni

In conclusione, nonostante i tanti progressi fatti fin qua nel percorso verso la transizione ecologica – ed energetica nello specifico – nonché nel miglioramento degli strumenti di educazione finanziaria, c’è ancora una profonda distanza percepita dalla società tra mondo finanziario e mondo reale

A commento delle riflessioni emerse nel corso dell’evento, Francesco BicciatoDirettore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, sottolinea come la transizione ecologica rappresenti per il Forum un processo di cambiamento positivo verso una drastica riduzione delle emissioni, una riduzione delle disuguaglianze e un rinnovato ruolo proattivo dei risparmiatori e degli investitori responsabili. “Occorrono tempi certi, obiettivi chiari e una roadmap che sposti crescenti volumi di finanza sostenibile verso progetti e interventi concreti per affrontare l’emergenza climatica, economica e sociale”, conclude Bicciato.