Indagine ESG

Consob: solo l’11% dei risparmiatori investe in modo sostenibile, ma il 57% vorrebbe di più

Solo l’11% degli italiani destina i propri risparmi agli investimenti sostenibili, cifra che sale 17% tra gli investitori che sono assistiti da un professionista. È quanto emerge dal Rapporto 2022 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane della Consob. Il dato si associa a una conoscenza molto bassa delle nozioni di base in materia di finanza sostenibile e a un interesse diffuso, che in prospettiva potrebbe tradursi in un aumento significativo di tali investimenti. Secondo lo studio, infatti, nel giro di due anni si dichiara propenso a investire di più in prodotti sostenibili il 57% degli intervistati (74% tra gli interessati e 93% tra coloro che già li posseggono).

Proprio la mancanza di conoscenze è il maggiore deterrente a scegliere investimenti sostenibili, seguito dalla percezione di rischi elevati (l’87% degli intervistati li giudica opzioni più rischiose di quelle ‘tradizionali’), performance finanziarie basse (l’86% dei rispondenti li considera op- zioni più costose), mancanza di informazioni utili e chiare e il timore del greenwashing.

Conoscenze sulla finanza sostenibile

Le conoscenze sulla finanza sostenibile sono scarsamente diffuse tra gli investitori italiani, come si evince dall’analisi della Consob. In particolare, la percentuale di risposte corrette, pari in media al 29%, oscilla tra il 19% rispetto alla nozione di rischio di greenwashing al 37% rispetto a quella di investimenti sostenibili (il dato si attesta al 25% per i fattori ESG e al 36% per i green bonds). Solo il 6% degli intervistati risponde correttamente a tutti e quattro i concetti indagati dall’autorità di regolamentazione italiana, mentre in media il 60% circa non sa o si rifiuta di rispondere. Le conoscenze di base relative alla finanza sostenibile si associano positivamente a conoscenze finanziarie ed esperienza di investimento mentre sembrerebbe non avere peso il ricorso alla consulenza (come si vede nei grafici di seguito).

Conoscenza effettiva di concetti base di finanza sostenibile

Conoscenza effettiva di finanza sostenibile in base all’educazione finanziaria

Conoscenza effettiva di finanza sostenibile in base all’esperienza e alle abitudini

La conoscenza percepita è coerente con il basso livello di conoscenze effettive. In particolare, la quota di investitori intervistati dalla Consob che afferma di aver sentito parlare e di aver compreso i concetti di base di finanza sostenibile oscilla tra valori di poco superiori al 10% per i fattori ESG e il rischio di greenwashing e valori pari a 22% e 26% rispettivamente per le obbligazioni verdi e gli investimenti sostenibili.

Le conoscenze percepite ed effettive tendono a essere allineate per la maggior parte del campione, soprattutto con riferimento alle nozioni riferibili ai fattori ESG (per le quali vi è coerenza nel 75% dei casi) e al rischio di greenwashing (80% circa). Tra i casi di disallineamento prevale la sottostima delle proprie conoscenze (il cosiddetto downward mismatch).

Conoscenza percepita di finanza sostenibile

Disallineamento tra conoscenza effettiva e conoscenza percepita di finanza sostenibile

Fonti preferite per approfondire gli investimenti ESG

In questo quadro, l’intermediario di riferimento è la fonte informativa in materia di investimenti sostenibili a cui gli investitori ricorrono più di frequente (33% dei casi; il dato sale al 51% tra coloro che si rivolgono a un consulente), se- guito dai media generalisti (28%) e specialistici (23%).

Fonti di informazione sulla finanza sostenibile

Secondo l’indagine, per scegliere un prodotto finanziario sostenibile, gli intervistati apprezzerebbero informazioni sintetiche, chiare e comprensibili, ossia documenti che spiegano in modo semplice perché un prodotto è sostenibile (34%), indicatori come rating score ESG (28%), certificazioni di sostenibilità (23%) nonché informazioni di confronto con opzioni alternative non sostenibili (‘tradizionali’) con riguardo ai profili di rischio e rendimento (22%). Poco più del 10%, infine, considera importanti gli indicatori sull’impatto ambientale e sociale degli investimenti.

Informazioni utili per investire in modo sostenibile

Relazione tra l’interesse per gli investimenti ESG e altre caratteristiche

L’interesse degli intervistati verso gli investimenti sostenibili è stato analizzato dalla Consob attraverso due modalità alternative: la prima prescinde dai profili finanziari dell’investimento, mentre la seconda è legata all’interesse a considerazioni di rendimento e rischio.

Nel primo caso, si dichiarano interessati (molto e abbastanza) il 41% degli investitori (in diminuzione rispetto al 2021 di 6 punti percentuali). Nel secondo caso, solo il 15% del campione esprime interesse incondizionato mentre il 29% lo subordina a parità di rischio e rendimento di opzioni alternative e il 19% alla possibilità di maggiori guadagni. Nel complesso è interessato (sia pure con intensità diversa) il 63% del campione, dato in calo rispetto al 2021 e sostanzialmente stabile rispetto al 2019.

Interesse per gli investimenti sostenibili

L’interesse è più diffuso tra le donne, gli investitori più abbienti e quelli con conoscenze finanziarie e di base sulla finanza sostenibile più elevate, mentre diminuisce tra gli anziani. L’interesse si accresce anche nel sottocampione degli investitori più inclini a un processo decisionale “strutturato” (ritenendo prioritaria l’identificazione dell’obiettivo da raggiungere con le scelte di investimento), tra gli intervistati supportati da un professionista e tra coloro che ritengono importante comunicare le proprie preferenze in materia di sostenibilità all’intermediario di riferimento.

Interesse per gli investimenti sostenibili in base alle caratteristiche sociodemografiche, alle conoscenze finanziarie e alle abitudini di investimento

Dal rapporto della Consob emerge anche che l’interesse verso la sostenibilità può variare anche in funzione della percezione delle caratteristiche finanziarie (rischio, rendimento, costi) degli investimenti sostenibili nel confronto con le opzioni “tradizionali” e della rilevanza assegnata alla sostenibilità rispetto ai profili finanziari. Per quanto riguarda il primo aspetto, il 18% degli intervistati non percepisce alcuna differenza, mentre nei restanti casi i prodotti sostenibili vengono associati a un orizzonte temporale di lungo periodo (31% dei casi) o considerati meno costosi (14%) e meno rischiosi (13%) delle alternative.

Caratteristiche percepite degli investimenti sostenibile in confronto ad opzioni alternative

Per quanto riguarda il secondo aspetto, nelle scelte di investimento, la sostenibilità è un obiettivo prioritario o comunque rilevante insieme agli aspetti finanziari per il 62% del campione (in crescita rispetto al 59% rilevato dalla Consob nel 2021). Tale percentuale sale al 75% tra gli intervistati con conoscenze più elevate e al 77% tra coloro che sono interessati agli investimenti sostenibili (85% nel sottocampione di coloro che esprimono interesse non condizionato al rendimento).

Priorità nelle scelte di investimento

Temi ESG di maggiore interesse

Nell’ambito dei fattori ESG, gli investitori si orientano in via prioritaria verso i profili ambientali (36% dei casi) e sociali (34%). Il 22% degli intervistati non esprime alcuna valutazione in merito all’importanza relativa dei suddetti fattori. Il dato scende al 16% nel sotto-campione degli investitori con elevata alfabetizzazione finanziaria e all’11% tra coloro che hanno alte conoscenze in materia di finanza sostenibile.

Prioritizzazione dei fattori ESG

Preferenze di sostenibilità

Con riferimento alle preferenze di sostenibilità, dai risultati dello studio si evince che il 34% degli investitori predilige investimenti che promuovono o perseguono uno o più obiettivi ESG (43% nel sottocampione di eco-alfabetizzati). Il 28% è interessato a investimenti che escludono specifiche attività come la produzione di armi (37% tra i più literate in materia di finanza sostenibile). Inoltre, il 19% indica opzioni ecosostenibili e allineati alla tassonomia europea (23% tra coloro con elevate conoscenze sulla finanza sostenibile) e il 17% è orientato verso investimenti maggiormente ispirati al rispetto di valori e principi etici.

Preferenze di sostenibilità in base alle strategie di investimento e agli obiettivi

Per indagare le preferenze degli investitori circa la quota di portafoglio da allocare in prodotti finanziari sostenibili, la Consob ha suddiviso gli intervistati in due sottocampioni (gruppo A e gruppo B) ai quali è stata somministrata la stessa domanda con opzioni di risposta differenti. La prima opzione prevedeva percentuali puntuali comprese tra 0% e 100%, la seconda riportava intervalli (0%, meno del 10%, …, 75%-100%). L’evidenza raccolta dall’autorità di regolamentazione mostra che le preferenze espresse dipendono dalla modalità di rappresentazione delle opzioni di risposta (conosciuto effetto framing). Ad esempio, gli investitori che non danno alcuna indicazione sono l’11% nel gruppo A e il 24% nel gruppo B, mentre coloro che sceglierebbero di detenere fino al 10% del proprio portafoglio in prodotti sostenibili sono il 39% nel gruppo A e il 22% nel gruppo B.

Preferenze nella porzione di portafoglio da allocare agli investimenti sostenibili

Nell’ambito della relazione con il consulente finanziario, solo il 19% degli investitori assistiti dichiara di essere stato invitato a esprimere le proprie preferenze in materia di sostenibilità, mentre il 20% afferma di aver ricevuto raccomandazioni su prodotti sostenibili su iniziativa del consulente e il 9% su iniziativa propria (rispettivamente, 12% e 9% nel 2020, come si osserva in figura).

Preferenze di sostenibilità e consulenza finanziaria

Investimenti sostenibili attuali

Nell’indagine la Consob rileva anche che il possesso di investimenti sostenibili sembra poco diffuso: ne riferisce, infatti, solo l’11% degli intervistati. In prospettiva, ossia nel giro di due anni, gli investitori propensi a cambiare le proprie scelte di asset allocation a favore di prodotti sostenibili rappresentano il 57% del campione. Tale dato sale al 74% tra coloro che si dichiarano interessati alla finanza sostenibile e al 93% tra coloro che già possiedono investimenti sostenibili.

Partecipazioni attuali e disincentivi alla detenzione di investimenti sostenibili

Investimenti sostenibili potenziali

Conclusioni

Le analisi di correlazione confermano che le conoscenze sulla finanza sostenibile, l’interesse negli investimenti sostenibili e l’attitudine a dare priorità ai profili di impatto si associano positivamente a fattori quali istruzione, posizione finanziaria solida, tolleranza verso le perdite nel breve termine, fiducia nel sistema finanziario e conoscenze finanziarie. Al contrario, sottolinea la Consob, l’associazione è negativa con tratti quali avversione al rischio e ansia finanziaria. Inoltre, conoscenze e interesse sono più frequenti tra coloro che si dichiarano disposti ad apprendere di finanza, mostrano una più accentuata attitudine alla gestione del denaro e al financial control, hanno una maggiore esperienza di investimento. Le associazioni individuate rispetto a conoscenza e interesse si confermano anche con riguardo al possesso di investimenti sostenibili e alle abitudini di investimento: il possesso e l’interesse, infatti, sono più frequenti tra gli investitori assistiti da un professionista mentre la conoscenza sembra associarsi con l’iniziativa personale degli investitori self- managed.

Relazione tra conoscenza, abitudini, investimenti sostenibili attuali e fattori preesistenti