Il 75% degli italiani (l’81% dei giovani di vent’anni) afferma che l’impatto climatico dei potenziali datori di lavoro è un fattore importante nella ricerca del lavoro e per il 25% è addirittura una priorità assoluta. L’attenzione alla questione del cambiamento climatico si riflette anche nelle scelte quotidiane degli italiani intervistati: l’85% di loro, infatti, è favorevole all’etichettatura di tutti gli alimenti per contribuire a limitare l’impatto sul clima e sull’ambiente e il 64% dichiara che pagherebbe di più per alimenti rispettosi del clima. Questi sono alcuni dei risultati dell’ultima indagine annuale della BEI (Banca Europea degli Investimenti) sul clima, condotta nell’agosto 2022.
La BEI, infatti, ha appena pubblicato la quinta edizione della Climate Survey, una valutazione approfondita dell’opinione pubblica sul cambiamento climatico. Condotta in collaborazione con la società di ricerche di mercato BVA, la quinta edizione dell’Indagine sul clima della BEI mira a informare il più ampio dibattito sugli approcci e le aspettative in termini di azione per il clima. Più di 28.000 intervistati hanno partecipato all’indagine di quest’anno, con un panel rappresentativo di persone di età pari o superiore ai 15 anni per ciascuno dei 30 Paesi intervistati.
Indice
Comportamenti individuali e misure governative più severe
La guerra in Ucraina e le sue conseguenze, tra cui l’aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, hanno aumentato drammaticamente le preoccupazioni per la diminuzione del potere d’acquisto. Tuttavia, secondo quanto rilevato dall’indagine della BEI, il cambiamento climatico rimane una delle maggiori sfide per l’Italia (il 56% degli italiani classifica il clima o il degrado ambientale tra le tre principali sfide per il Paese). Oltre tre quarti degli intervistati italiani (80%, 8 punti percentuali in più rispetto alla media UE) si dicono convinti che il proprio comportamento possa fare la differenza nell’affrontare l’emergenza climatica.
Per molti, il governo ha un ruolo da svolgere nell’incoraggiare il cambiamento dei comportamenti individuali. Tre quarti degli italiani (76%) sono favorevoli a misure governative più severe che impongano un cambiamento nel comportamento delle persone per affrontare il cambiamento climatico (percentuale che sale all’82% tra gli intervistati sotto i 30 anni).
Priorità per chi cerca lavoro
Un numero crescente di persone che entrano nel mondo del lavoro ogni anno guarda alle credenziali climatiche dei datori di lavoro quando cerca lavoro. La maggior parte degli intervistati italiani (75%) afferma che è importante che i potenziali datori di lavoro diano priorità alla sostenibilità. Per il 25% è addirittura una priorità assoluta. Questa maggioranza, sottolinea la BEI, è trasversale a tutti gli schieramenti politici e a tutti i livelli di reddito.
Limitare i consumi individuali
Quasi due terzi degli intervistati italiani (64%) si dichiarano favorevoli a un sistema di carbon budget che assegnerebbe a ogni individuo un numero fisso di crediti annuali da spendere in articoli con una forte impronta di carbonio (beni non essenziali, voli aerei, carne). Questa opinione è condivisa dalla maggioranza dei partecipanti al sondaggio di nazionalità francese e tedesca (rispettivamente 57% e 56%). La BEI fa notare che la maggior parte degli italiani è favorevole a questa misura, indipendentemente dal reddito (70% degli intervistati a basso reddito, 63% di quelli a reddito medio e oltre il 63% di quelli a reddito più elevato).
Etichettatura e prezzi degli alimenti
Per quanto concerne la posizione degli italiani rispetto alle scelte alimentari, per aiutare le persone a fare scelte più sostenibili quando fanno la spesa, l’85% degli italiani è favorevole all’etichettatura di tutti i prodotti alimentari con la loro impronta climatica. Si tratta di una percentuale vicina a quella della Francia (83%), ma superiore di 5 punti percentuali a quella della Germania (80%), sottolinea la BEI.
Inoltre, il 64% degli italiani dichiara che sarebbe disposto a pagare leggermente di più per alimenti prodotti localmente e in modo più sostenibile (un livello simile a quello degli intervistati francesi e tedeschi, rispettivamente con il 60% e il 61%). Questa disponibilità a pagare di più per gli alimenti riguarda tutte le fasce di reddito (dal 62% degli intervistati a basso reddito al 68% di quelli a reddito più elevato).
Ridurre il consumo di carne e latticini sarebbe un altro modo efficace per limitare le emissioni di gas serra. Oltre due terzi degli italiani (68%) sarebbero favorevoli a limitare la quantità di carne e latticini che le persone possono acquistare (19 punti percentuali in più dei tedeschi, con il 49%, e 11 punti percentuali in più dei francesi, con il 57%). Anche in questo caso, questa risposta riguarda tutte le fasce di reddito e di età.
“I risultati dell’indagine sul clima della BEI dimostrano che gli italiani sono più che disposti a contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico a livello individuale. Come banca dell’UE per il clima, accogliamo con favore questo impegno. Il nostro ruolo è quello di consentire alle persone di agire per ridurre le emissioni di CO2 e incoraggiare una vita quotidiana più sostenibile. Lo facciamo finanziando servizi verdi come i trasporti sostenibili, le energie rinnovabili e gli edifici efficienti dal punto di vista energetico, nonché promuovendo gli investimenti verdi delle piccole imprese. Nel 2022 abbiamo sostenuto progetti verdi in Italia con quasi 5,5 miliardi di euro. Continueremo a sostenere iniziative che accelerano la transizione verde e siamo alla ricerca di modi innovativi per contribuire a un futuro prospero che non lasci indietro nessuno”, ha commentato la vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti.