BEI Amplifon | ESG News

Rapporto sugli investimenti 2022-2023

BEI: crisi energetica spinge investimenti green, ma non basta

L’Europa deve aumentare significativamente gli investimenti se vuole stare al passo con la concorrenza globale e raggiungere gli obiettivi di emissioni nette zero. Nonostante la crisi energetica e il conseguente aumento dei prezzi siano stati un incentivo per indirizzare gli investimenti verso soluzioni alternative e fonti rinnovabili, questo non basterà a vincere la sfida della transizione sostenibile. È quanto sottolineato dalla BEI, la Banca Europea degli Investimenti, nel report sugli investimenti 2022-2023, Resilience and Renewal in Europe, la pubblicazione annuale basata sull’analisi di circa 12.500 imprese europee che hanno risposto a un sondaggio dell’istituzione.

Il rapporto evidenzia che il divario negli investimenti produttivi tra l’Unione europea e gli Stati Uniti è di quasi il 2% del PIL, un ritardo che persiste da oltre dieci anni; inoltre, l’anno scorso la percentuale di imprese impegnate sul fronte dell’innovazione è diminuita rispetto al 2021. Le imprese hanno indicato l‘incertezza, la carenza di competenze specifiche e gli alti costi energetici come i principali freni agli investimenti. Eppure, “il futuro dell’Europa dipende dalla capacità di trasformarci e di abbracciare la transizione digitale e verde” ha dichiarato Debora Revoltella, capo economista della BEI, “Questo richiede investimenti coraggiosi sia nel settore pubblico che in quello privato. Tuttavia, l’incertezza, determinata dall’imprevedibilità delle condizioni politiche e di mercato, si sta rivelando un ostacolo alle decisioni di investimento”.

Dal rapporto emerge che i prezzi elevati dell’energia non basteranno da soli ad accelerare gli investimenti green delle imprese. Sebbene, infatti, sono di nuovo tornati a salire nel 2022, dopo il calo invece riscontrato durante la pandemia, le prospettive per gli investimenti sostenibili delle imprese sono contrastanti.

Nel 2022 l’88% delle imprese europee ha investito in misure di mitigazione dei cambiamenti climatici, mentre il 33% ha adottato misure di adattamento agli impatti del climate change, e oltre la metà ha intrapreso azioni per l’efficienza energetica (57%) e la riduzione o gestione dei rifiuti (64%).

Fonte: Rapporto sugli investimenti 2022-2023, BEI
Fonte: Rapporto sugli investimenti 2022-2023, BEI

Nonostante questi dati, la banca europea ha evidenziato che l’incertezza e le barriere amministrative indeboliscono gli incentivi agli investimenti creati in questo momento dagli alti costi dell’energia. Se da un lato, infatti, le interruzioni dell’approvvigionamento energetico e i prezzi elevati hanno spinto le imprese a investire in efficienza energetica, elettrificazione e produzione di energia su piccola scala da fonti rinnovabili, dall’altro alcuni interventi e scelte di emergenza per garantire l’approvvigionamento energetico hanno anche esacerbato l’incertezza sull’impegno pubblico nella transizione verde.

La tesi è sostenuta da un’analisi dei fattori che guidano gli investimenti green delle imprese che ha mostrato che l’incertezza può superare gli incentivi creati dall’aumento dei prezzi dell’energia: le imprese che percepiscono i costi energetici come un ostacolo importante hanno tre punti percentuali in più di probabilità di investire in misure climatiche, ma l’effetto diventa negativo quando anche l’incertezza è citata come un vincolo.

L’opportunità della transizione verde non può essere persa. L’Europa può far leva sul suo vantaggio in termini di innovazione in molte tecnologie verdi e dovrebbe sfruttare ulteriormente il potenziale del mercato unico dell’UE, riducendo gli ostacoli amministrativi agli investimenti e affrontando le lacune in termini di competenze” ha aggiunto la Revoltella.

I dati dell’indagine sugli investimenti della BEI mostrano inoltre che le imprese dell’UE investono meno in innovazione rispetto a quelle statunitensi. Il divario è aumentato di circa 10 punti percentuali nell’indagine del 2022, passando a 19 punti percentuali.

Fonte: Rapporto sugli investimenti 2022-2023, BEI

Secondo la BEI, la mancanza di investimenti in innovazione digitale e tecnologia potrebbe compromettere la capacità dell’Europa di competere a lungo termine. Nonostante, infatti, al momento le tecnologie green siano un campo in cui l’UE è rimasta leader, l’istituzione europea sostiene che il suo vantaggio attuale potrebbe essere minacciato. Per quanto riguarda i brevetti delle tecnologie verdi, i principali punti di forza dell’Europa sono la mobilità sostenibile, le reti intelligenti e l’energia eolica, mentre è al pari con Stati Uniti e Cina per quanto riguarda lo stoccaggio dell’energia e il solare. Per rimanere competitiva, l’Europa dovrà consolidare la propria posizione ed espandere le proprie frontiere in innovazioni più all’avanguardia, come le tecnologie dell’idrogeno verde.

La competizione globale si sta infatti intensificando, in particolare con la legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione e la crescente attenzione della Cina. L’Inflation Reduction Act statunitense, che dovrebbe stanziare quasi 369 miliardi di dollari per progetti nel campo dell’energia e del cambiamento climatico, rafforzerà la sfida competitiva delle imprese statunitensi e potrebbe incoraggiare le aziende internazionali a trasferire negli Stati Uniti le industrie verdi innovative, allerta la BEI.

In questo contesto un ruolo fondamentale per la transizione è giocato dalle competenze specifiche e dal supporto del settore pubblico, ma dal rapporto emerge che il 69% delle municipalità europee dichiara di non avere abbastanza competenze, soprattutto in materia ambientale e climatica, necessarie per effettuare investimenti sostenibili. Nonostante il sostegno politico dell’EU, la coesione regionale è quindi a rischio, con le regioni meno sviluppate dell’Europa orientale relativamente più esposte a una combinazione di fattori di stress macroeconomici, sociali e di assenza o mancanza di competenze, esacerbati, inoltre, dai rischi climatici sempre più frequenti.

I governi devono pertanto – invoglia la BEI – preservare e rafforzare gli incentivi per un mercato unico più verde e meglio integrato, che sia ben protetto dalle turbolenze, e al tempo stesso attuare politiche che riducano l’incertezza e consentano alle imprese di investire.