Salone del Risparmio

Capitale umano e risparmio gestito, volano per lo sviluppo del Paese

Umano, responsabile, digitale. Sono questi i concetti che guidano la dodicesima edizione del Salone del Risparmio organizzata da Assogestioni e che porta al centro della riflessione del mondo della finanza l’importanza delle persone, elemento fondante, insieme al pianeta, delle tematiche di sostenibilità.

Il capitale umano è il tema da cui prescindono gli altri concetti esplorati, per questo Carlo Trabattoni, Presidente di Assogestioni, lo definisce come la risorsa che stimola l’innovazione, la produttività e il miglioramento, non solo nel settore del risparmio gestito, ma anche per tutto il sistema paese. “Il capitale umano è il tema centrale del Salone perché è l’asset primario: investire in questa direzione ci consentirà di essere un motore trainante per la ripresa”, sostiene Trabattoni. 

Un motore che sta andando a pieni giri visto che il risparmio gestito in Italia non è mai stato così forte, basti pensare che nel 2021 ha visto oltre 2.500 miliardi di masse e ha registrato una raccolta di 93 miliardi di euro: una crescita importante che, secondo il presidente, è strettamente legata all’aumentata consapevolezza del segmento retail. “Partendo da questa posizione di forza, il nostro obiettivo è trasformare il risparmio in investimenti produttivi, a supporto della trasformazione infrastrutturale, digitale e verde. –  evidenzia Trabattoni – E per raggiungere questo obiettivo snellimento normativo e alleggerimento fiscale sono delle scelte strategiche”. 

L’industria del risparmio, come sottolinea il numero uno di Assogestioni, è il cardine del sistema economico e produttivo, tanto è vero che è tutelato anche da uno dei principi fondamentali della Costituzione, l’art. 47, che recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. 

Il settore del risparmio gestito assume ancora più importanza nel contesto attuale, caratterizzato dal conflitto tra Russia e Ucraina, la pandemia e l’inflazione crescente. In questo frangente, sottolinea Trabattoni, le variabili da monitorare sono molteplici: a partire dal fronte del conflitto, che ha esacerbato due rischi chiave – i prezzi dell’energia sempre più alti e le politiche monetarie inasprite delle banche centrali – per continuare con la pressione inflattiva già elevata. “Uno scenario che come investitori dobbiamo affrontare, con un approccio cauto e responsabile, ma non timoroso, con disciplina e motivazione”, spiega Trabattoni. 

Con la forte volatilità che oggi permea il settore finanziario, è ancora più necessario puntare sulla semplicità delle proposte di investimento, sulla trasparenza e sull’innovazione che consente di espandere le possibilità di investimento. Ma, come sottolinea Trabattoni, è la sostenibilità il tema da cui il mondo finanziario non può più prescindere. 

“Oggi gli asset Environmental, Social, Governance (ESG) sono 8 trilioni circa, ma si prevede che raggiungano tra i 14 e i 20 trilioni entro il 2025”, sostiene Trabattoni. E questa crescita è spinta soprattutto dal forte interesse dei millennials: il 95%, infatti, vuole investire in capitale sociale e, in generale, in investimenti che abbiano impatti positivi sulla società. 

A proposito di sostenibilità, Cinzia Tagliabue, CEO di Amundi SGR, sottolinea la necessità di accelerare “sulla sostenibilità di lungo periodo, per raggiungere tutti gli SDGs dell’Onu, non puntando più solo sul fattore ambientale, ma anche su quello sociale”. 

Anche il concetto di fiducia è fondamentale nel contesto del mondo del Risparmio, tanto è vero che Rachel Botsman, Research Fellow del’Università di Oxford, la definisce come la “moneta delle interazioni”. 

La fiducia ha un ruolo centrale nel settore del risparmio in cui la propensione al rischio è centrale, così come l’innovazione. 

A questo proposito, Saverio Perissinotto, vicepresidente di Assogestioni, torna sul concetto iniziale affermando che “Il capitale umano resta il vero fattore abilitante del capitale fiducia in una relazione con la clientela finale, con gli intermediari e con tutti i partecipanti al processo che definiscono la nostra industria”. 

Se è vero che il capitale umano è centrale, anche la tecnologia lo è – e lo è sempre stata – sebbene negli ultimi 10-15 anni sia cambiato l’approccio, come sottolinea Giovanni Sandri, Head di BlackRock Italia: “la tecnologia non è più solo uno strumento volto all’efficienza, ma funge da catalizzatore dei modelli di business e di investimento. Si tratta, comunque, di una tecnologia che supporta l’uomo, non lo sostituisce”.