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Mappa trimestrale Assogestioni

Assogestioni, ancora negativa la raccolta ESG del risparmio gestito (-5,3 mld) nel 3Q

Prosegue il trend negativo per la raccolta dei fondi aperti sostenibili italiani, che archiviano il terzo trimestre del 2023 con riscatti per – 5,3 miliardi (nel trimestre precedente la raccolta era stata negativa per -1,6 miliardi). Da inizio luglio a fine settembre, però, anche la raccolta netta totale del risparmio gestito ha visto un trend negativo registrando riscatti per -15 miliardi di euro. Secondo quanto certificato dalla mappa trimestrale di Assogestioni, a pesare è soprattutto la raccolta negativa dei fondi articolo 8 SFDR, pari a -5,2 miliardi. Negativa, sebbene con riscatti meno pesanti, anche quella degli articolo 9, pari a -57 milioni.

Se la raccolta trimestrale del complesso dei fondi è stata negativa per -15 miliardi, anche il patrimonio gestito è sceso a fine settembre rispetto a fine giugno, passando da 2.277 miliardi 2.224 miliardi di euro. Questo per un effetto mercato negativo stimato dall’Ufficio Studi Assogestioni intorno al -1,6%. I fondi aperti, però, con un patrimonio di 1.088 miliardi continuano a pesare per quasi il 49% delle masse e forniscono la fotografia del mondo retail.

“I fondi aperti, cioè la classe di prodotto dove è maggiore la presenza degli investitori retail, hanno subito nel trimestre due movimenti entrambi negativi. Oltre alla raccolta, l’effetto mercato di -1,6% ha infatti sottratto circa 18 miliardi di euro alle masse, che complessivamente sono scese di 25 miliardi di euro per questa categoria”, ha commentato Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi, Assogestioni.

I fondi che promuovono “caratteristiche ambientali o sociali” e fondi aventi come obiettivo “investimenti sostenibili”, ai sensi, rispettivamente, degli articoli 8 e 9 del Regolamento (UE) 2019/2088 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (la cosiddetta SFDR) hanno raggiunto nel terzo trimestre 2023 masse pari a oltre 500 miliardi, cifra superiore rispetto alle masse del secondo trimestre (483 miliardi).

In particolare, i fondi “light green” ossia che promuovono “caratteristiche ambientali o sociali” secondo la definizione dell’articolo 8 della SFDR hanno superato i 471 miliardi, rappresentando quasi il 94,3% dei fondi sostenibili. I fondi “dark green” (articolo 9) che seguono politiche di investimento più stringenti, invece, si attestano poco sopra i 28 miliardi (il il 5,7%).

Inoltre, grazie al lancio di nuovi prodotti sostenibili e alla riconversione di alcuni prodotti esistenti, il numero di fondi ESG è aumentato leggermente, passando dai 2.264 del secondo trimestre agli attuali 2.384. In aumento anche il numero di fondi art. 9 che erano diminuiti in seguito ai declassamenti di fine 2022 (che sono passati dai 177 nel secondo trimestre agli attuali 182). 

Quanto alla tipologia di prodotti sostenibili, dalla mappa emerge che hanno archiviato il trimestre con il segno positivo come raccolta solo gli obbligazionari (+1,2 miliardi). Riscatti, invece, per i bilanciati, pari a -2,9 miliardi e per gli azionari, -1,1 miliardi. Anche i prodotti flessibili ESG hanno registrato deflussi pari a -1,1 miliardi. Quanto al patrimonio complessivo i fondi azionari con 191,9 miliardi rappresentano il 38,4% del totale patrimonio dei fondi articolo 8 o articolo 9, seguiti dagli obbligazionari (29,3%). 

Nel comparto ESG prevalgono i fondi di diritto estero, pari a 1.953 fondi che rappresentano il 77,5% dei prodotti. Tuttavia prosegue il trend registrato a inizio 2023 che ha visto un netto successo dei fondi sostenibili promossi da case italiane rispetto a quelli esteri. La raccolta netta dei gruppi di diritto italiano, infatti, è stata pari a 701 milioni, portando il patrimonio promosso a 112,4 miliardi.

Le società di gestione che si sono distinte, infine, in termini di raccolta complessiva del risparmio gestito nel trimestre sono: Poste Italiane con flussi netti pari a 613,6 milioni di euro, seguito da Gruppo Mediolanum con 529,3 milioni. Al terzo posto c’è JP Morgan AM con 373,9 milioni. Ingenti riscatti, invece, per Intesa Sanpaolo, che nel trimestre ha registrato deflussi per -9 miliardi circa.