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Salone CSR

Perchè la sostenibilità è un vantaggio competitivo per le Pmi

La sostenibilità è un’opportunità concreta per le imprese e nonostante includa numerose sfide,  soprattutto per le pmi, rappresenta la “via maestra” per riuscire ad acquisire maggiore competitività sul mercato. Se ne è discusso durante il panel Le PMI di fronte alla sfida normativa: buone pratiche di innovazione e crescita incluso nel palinsesto degli eventi del Salone della CSR che ha avuto luogo presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi. Moderati da Nicola Varcasia Giornalista VITA, Lorenzo Aliverti, Direttore Generale Latteria Chiuro, Sara Bartolini, Responsabile Comunicazione e Relazioni Istituzionali Gruppo Artser di Confartigianato, Davide Bulgarelli, AD Bulgarelli Production, Francesco Fonte, HSE Manager A.D. Compound, Stella Gubelli, Amministratore Delegato ALTIS Advisory e Matteo Pedrini, Direttore ALTIS – Università Cattolica e Sustainability Makers, hanno analizzato l’evoluzione delle relazioni tra piccole e grandi imprese alla luce della futura entrata in vigore della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la direttiva europea che chiama le aziende di grandi dimensioni a porre attenzione all’impatto sociale e ambientale lungo tutta la catena di fornitura.

Dall’incontro è emerso come i requisiti normativi, non solo della CSDDD ma anche della CSRD, che prevedono la rendicontazione degli impatti sia diretti che indiretti, determinino necessariamente una trasformazione dei rapporti tra capo filiera e imprese della supply chain alle quali sono richieste nuove informazioni in ambito di sostenibilità. E se alcune organizzazioni sono già pronte, per altre questo si traduce in un aumento rilevante degli oneri informativi e dei costi associati.

Le aziende, anche quelle di piccole dimensioni, che nel corso del tempo hanno già abbracciato la trasformazione ESG, le imprese di nuova costituzione o le start up innovative dimostrano un vantaggio competitivo in questo senso. “Si rileva che le aziende di piccole dimensioni che oggi hanno integrato effettivamente ed efficacemente la sostenibilità si trovano in una condizione in cui rendicontano facilmente le loro azioni e i loro impatti dandone testimonianza sul mercato. Tale approccio le pone, quindi, in una condizione in cui risultano più attrattive agli occhi sia delle grandi aziende, lungo la catena di fornitura, che nei confronti dei consumatori” ha affermato Pedrini, evidenziando come, inoltre, in alcuni casi tali aziende, in particolare quelle di nuova costituzione, sono una miniera d’oro per le grandi aziende che faticano oggi a trovare delle soluzioni per innovare secondo una prospettiva di sostenibilità ed essere compliant alle nuove normative. “In tale frangente le startup assumono un ruolo cruciale per le big corporate tanto che sono sono portate ad acquisirle con l’obiettivo di innovare dall’interno il loro modello di business in ottica ESG” dichiara il direttore di ALTIS.

Questo evidenzia come la sostenibilità, se correttamente abbracciata, soprattutto secondo una prospettiva temporale preventiva, può andare a delinearsi come un importante vantaggio competitivo. Ne ha portato un esempio Bulgarelli che ha sottolineato come aver anticipato gli obblighi di rendicontazione ESG ha rappresentato un miglioramento in termini reputazionali sul mercato e una crescita del livello di competitività. Poter dimostrare attraverso il bilancio e monitorare, grazie al processo di rendicontazione, i risultati e gli avanzamenti degli aspetti ambientali e sociali è infatti un elemento cruciale che offre credibilità sul mercato e può rappresentare un elemento distintivo in questa fase. Sul punto hanno concordato anche Aliverti, secondo cui se inclusa nella cultura aziendale, l’integrazione della sostenibilità e la sua rendicontazione sono un processo naturale, e Francesco Fonte, che ha confermato come la scelta di fare della sostenibilità parte integrante del modello di business abbia dato un maggiore potere contrattuale sul mercato alla società.