L’Europa torna alle armi. In un contesto di crescenti tensioni internazionali e con la chiamata diretta dei Paesi europei ad aumentare le proprie spese per la difesa, la Commissione europea ha delineato un piano per incrementare gli investimenti in armamenti che prevede di mobilitare fino a 800 miliardi di euro. Il pacchetto per la difesa, anticipato da una lettera della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, sarà discusso oggi a Bruxelles nel corso di un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea.
“Stiamo vivendo un’epoca cruciale e pericolosa. Non è necessario descrivere la gravità delle minacce che affrontiamo o le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se tali minacce dovessero concretizzarsi. La questione non è più se la sicurezza dell’Europa sia seriamente minacciata o se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. La verità è che conosciamo da tempo le risposte a queste domande. Il vero interrogativo è se l’Europa sia pronta ad agire con la determinazione richiesta dalla situazione e se sia in grado di farlo con la rapidità e l’ambizione necessarie” scrive la Von der Leyen.
La presidente ha sottolineato anche come dagli incontri delle ultime settimane sia emersa chiaramente la consapevolezza da parte delle capitali europee che si è entrati in un’era di riarmo e come l’Europa sia pronta ad aumentare in modo massiccio le proprie spese per la difesa. Questo non solo per rispondere all’urgenza immediata di agire e sostenere l’Ucraina, ma anche per assumersi una responsabilità molto maggiore nel garantire la propria sicurezza a lungo termine.
Un tema che pone una sfida ai fondi che vogliono investire in modo sostenibile che devono capire se la difesa possa essere inclusa nell’ambito dell’investibile e a che condizioni, oppure è un no assoluto come nel caso di Etica sgr.
Cosa prevede il piano ReArm Europe
Il piano delineato dalla presidente della Commissione europea prevede la possibilità di mobilitare fino a 800 miliardi di euro. Per arrivare a impegnare queste risorse sono previsti diversi strumenti e deroghe agli attuali vincoli di bilancio. Sarà proposta l’attivazione della clausola di “fuga nazionale del Patto di Stabilità e Crescita”, che permetterà agli Stati membri di aumentare significativamente la spesa per la difesa senza incorrere nella Procedura per Disavanzo Eccessivo. Per esempio, se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa dell’1,5% del PIL in media, ciò potrebbe creare un margine di manovra di nuove spese pari a circa 650 miliardi di euro in quattro anni. Un cambio di tendenza che implica quindi – per alcuni Paesi tra cui l’Italia che ad oggi destina l’1,54% del PIL nel settore militare e della difesa – un raddoppio della spesa per la difesa.
La seconda proposta riguarda un nuovo strumento che metterà a disposizione degli Stati membri 150 miliardi di euro in prestiti per investimenti nella difesa. L’obiettivo del piano è spendere meglio e tenere uniti i diversi Paesi nella spesa. I settori nei quali intervenire si riferiscono all’aumento delle capacità strategiche paneuropee come difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone, oltre a esigenze in ambiti come la sicurezza informatica e la mobilità militare. “Questo strumento aiuterà gli Stati membri a condividere la domanda e acquistare insieme, riducendo i costi, la frammentazione e migliorando l’interoperabilità, rafforzando al contempo la base industriale della difesa europea. Inoltre, permetterà agli Stati membri di aumentare in modo significativo il supporto militare all’Ucraina. Questa è l’occasione dell’Europa, e dobbiamo esserne all’altezza” scrive la Von del Leyen.
Il terzo punto riguarda l’uso del bilancio dell’UE. Von der Leyen sottolinea che i margini per destinare nel breve termine più fondi agli investimenti nel settore della difesa siano molto stretti. Per questo, saranno proposte nuove possibilità e incentivi affinché gli Stati membri, su base volontaria, possano utilizzare i programmi di politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa.
Gli ultimi due punti di azione mirano a mobilitare capitali privati attraverso l’accelerazione dell’Unione del Risparmio e degli Investimenti e il coinvolgimento della Banca Europea per gli Investimenti.