La classificazione dei prodotti che possono essere identificati come “sostenibili”, da un punto di vista sia ambientale sia sociale, è un passaggio fondamentale nel percorso di consolidamento di un sistema finanziario più sostenibile. In questo contesto, quindi, le tassonomie, assumono una rilevanza particolare. Tuttavia, nonostante i progressi che si stanno facendo nei vari ordinamenti legislativi, il nocciolo della questione resta la necessità impellente di creare una tassonomia globale, così da fornire standard, dati omogenei, confronti agevolati tra i Paesi e l’opportunità per gli investitori di difendersi più facilmente dal rischio di greenwashing. Sono queste le riflessioni emerse dall’evento Toward a global taxonomy: state of the art and key experiences across the world promosso da ESGeneration Italy, network lanciato nel 2021 da Borsa Italiana, Forum Italiano per la Finanza Sostenibile, FeBAF (Federazione Banche Assicurazioni e Finanza), e parte del network Financial Centers For Sustainability (FC4S), nell’ambito delle Settimane SRI.
“Quando si parla di tassonomie, spesso si deve fare i conti con la carenza di dati che caratterizza i diversi sistemi legislativi. Nonostante ciò, stiamo assistendo ad una convergenza globale per individuare le politiche chiave per raggiungere l’obiettivo di armonizzare e standardizzare le diverse tassonomie”, spiega Stephen Nolan, Managing Director di FC4S. “Se raggiuneremo questo scopo, sarà anche più facile il confronto tra i fattori ESG presi in considerazione dai vari ordinamenti, passaggio fondamentale per un sistema finanziario sostenibile, affidabile e universale”. Nolan sottolinea anche che, per fare dei passi in avanti in questo processo, è necessario che i Paesi si coordinino per rafforzare le reti internazionali legati alla finanza sostenibile esistenti.
Indice
La tassonomia europea
L’Europa è in una fase relativamente avanzata, soprattutto per quanto riguarda la tassonomia ambientale, meno per quella sociale (La Commissione UE infatti deve ancora rispondere alla pubblicazione del report con le proposte per la struttura di una tassonomia sociale avvenuta nel marzo 2022 da parte della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile).
“Per attuare la Just Transition, quindi una transizione equa, è necessario fare dei passi in avanti sia sul piano della tassonomia ambientale che su quella sociale”, afferma Andrea Gasperini, Head of Sustainability and ESG Observatory di AIAF and ESG Expert Team di EFFAS (European Federation of Financial Analysts Societies). “Tuttavia”, aggiunge Gasperini, “se per la tassonomia ambientale basta basarsi sulla scienza, per quella sociale questo non vale, quindi, bisogna ricorrere alle norme, ai principi internazionali e agli obiettivi internazionali, come ad esempio gli SDGs delle Nazioni Unite”.
“Ad oggi”, avverte Gasperini, “c’è il rischio che un investimento positivo per l’ambiente non lo sia sul piano sociale e viceversa, quindi, è necessario che i due ambiti interagiscano tra di loro. Inoltre, l’Europa deve affrontare alcune importanti criticità tra cui: la mancata definizione di quattro obiettivi della tassonomia ambientale, le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, gli effetti della crisi energetica sugli investimenti sostenibili, l’elevata inflazione, la criticata inclusione di gas e nucleare nella tassonomia, nonché le questioni fiscali legate alla sostenibilità”.
Tassonomie nel mondo: le best practices
Per individuare le “best practices” nel campo delle tassonomie globali, può essere utile guardare allo stato dell’arte in Inghilterra, Messico, Cina e Canada.
Messico
Nel 2020, in Messico è stato istituito il gruppo di lavoro sulla tassonomia sostenibile. Nel corso dell’anno seguente, sono stati definiti gli obiettivi ambientali e sociali, le priorità e i settori economici da coinvolgere, nonché le linee guida per la reportistica aziendale. “Il 2022 è stato l’anno più decisivo e più difficile nel percorso di costruzione della tassonomia”, afferma Alba Aguilar, Chief Executive Officer del Consejo Consultivo de Finanzas Verdes. “Quest’anno, infatti, i gruppi di esperti si sono riuniti per definire i criteri tecnici per ciascuna attività, ma sono stati coinvolti anche i partecipanti del settore pubblico e privato, accademici, società civile e organizzazioni internazionali. Il 2023 sarà l’anno in cui verrà pubblicato il documento finale, ma che verrà modificato via via che sarà ritenuto necessario in un’ottica di perfezionamento”, aggiunge Aguilar.
“È davvero necessario un modello di riferimento e un linguaggio comune, per migliorare la finanza sostenibile e mitigare il greenwashing”, conclude l’esperta.
Inghilterra
Il Green Finance Institute, creato dal governo britannico nel 2019, si occupa di collaborare con lo stato, gli attori finanziari e gli stakeholder chiave per creare una tassonomia ambientale. “Alla base del lavoro dell’istituto ci sono due pilastri”, spiega Ryan Jude, Programme Director del Green Finance Institute, “’financig green’, ovvero destinare i capitali alle attività ambientali e ‘greening finance’, cioè costruire elementi costitutivi per rendere più verde il sistema finanziario”.
A giugno 2021, è stato istituito poi un gruppo di esperti per consigliare sugli standard da tenere in considerazione per gli investimenti green, il Green Technical Advisory Group (GTAG). Da qui, il gruppo ha avviato il processo di costruzione di una tassonomia ambientale partendo da quella europea.
“Il gruppo ha attinto dalla tassonomia europea e intende ora lavorare su 5 aree chiave: l’individuazione di bisogni specifici del Paese, reperimento di dati, collegamento con le politiche da attuare e interoperabilità internazionale”, specifica Jude. L’ultimo punto, secondo l’esperto, è particolarmente importante perché c’è un’estrema necessità di standardizzare i diversi ordinamenti.
Cina
La tassonomia, secondo Cheng Lin, International Collaboration Research Center Director dell’Institute of Finance and Sustainability, è fondamentale perché “previene il greenwashing fornendo una base per l’etichettatura e un sistema di verifica, consente di avere un riferimento per misurare le performance e per rendicontare, facilita l’allocazione delle politiche di incentivazione, permette di avere un quadro per lo sviluppo dei prodotti sostenibili”.
La finanza sostenibile si sta espandendo molto velocemente nel Paese, per questo la Cina si sta muovendo rapidamente per individuare una tassonomia definitiva.
Tuttavia, anche per l’analista di Pechino è fondamentale affrontare la sfida della proliferazione di più tassonomie, che rallenta il processo di coordinamento e standardizzazione. “Un numero eccessivo di tassonomie potrebbe esacerbare delle problematiche come la segmentazione del mercato o l’aumento dei costi di transazione (ad esempio per verificare la sostenibilità dei prodotti) e il rischio di greenwashing”, afferma Lin. “Una tassonomia comune, invece, permetterebbe di comparare le diverse tassonomie, facilitare il processo di etichettatura e di sviluppo dei prodotti, fornire da riferimento per lo sviluppo delle tassonomie locali ed essere un riferimento per tutti i Paesi”, conclude l’esperto.
Canada
Fin dal 2010 il Sustainable Finance di Montreal si impegna a promuovere e sviluppare la finanza del Quebec per essere più attrattiva e competitiva. “Il sistema si basa su 4 pilastri”, afferma Florian Roulle, Vice president del Sustainable Finance di Montréal, “ovvero l’innovazione, la creazione di un centro di finanza internazionale, lo sviluppo dei talenti e la collaborazione con il governo”.
“Le tassonomie semplificano concetti complessi e aiutano a comparare e a valutare le attività proposte, gli investimenti e molto altro. Per questo in Canada cerchiamo di sviluppare dal 2019 una tassonomia che si focalizza non solo sulle attività ‘verdi’ ma su quelle legate alla transizione in generale, tematiche sociali incluse”, conclude Roulle.