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Regolamentazione UE

Norme ESG 2024, cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Se il 2023 è stato un anno piuttosto intenso per l’Unione Europea dal punto di vista della proliferazione di norme nell’ambito ESG (Environmental, Social e Governance), il 2024 non sembra essere da meno. Le stime per l’anno appena iniziato, infatti, indicano un percorso ricco di appuntamenti, alcuni già fissati e altri ancora in via di definizione.

In questo articolo ripercorriamo insieme alcune delle tappe principali che ci attendono nei prossimi mesi nell’ambito della regolamentazione relativa alla finanza sostenibile.

La CSRD diventa effettiva

Dal 1° gennaio 2024 la CSRD (Corporate SUstainability Reporting Directive) è diventata effettiva e ha definitivamente sostituito la NFRD (Non-financial Reporting Directive). Ad essere interessate al momento sono le aziende con più di 500 dipendenti o con un fatturato superiore a 40 milioni di euro. Esse dovranno infatti segnalare il loro impatto ambientale, sociale e di governance, in linea con la direttiva europea. L’ambito di applicazione sarà gradualmente esteso ogni anno: nel 2025 riguarderà le aziende con più di 250 dipendenti, nel 2026 le PMI quotate, nel 2028 le filiali di gruppi non europei.

Insieme alla CSRD, sono entrati in vigore anche gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), gli standard di rendicontazione pubblicati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), il gruppo tecnico europeo incaricato di definirli. Gli standard dovranno guidare le aziende nell’attuazione di argomenti chiave come la valutazione della materialità, la catena del valore e la panoramica dei punti essenziali per l’analisi delle lacune.

Tassonomia, attivi i nuovi obblighi di reporting per l’allineamento degli operatori finanziari

Il 1° gennaio 2024 segna anche la dati in cui gli operatori finanziari iniziano ad essere obbligati a rendicontare l’allineamento dei portafogli ai primi due obiettivi climatici della Tassonomia ambientale dell’UE, ovvero la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Un compito impegnativo, tanto che a ottobre la Commissione europea ha pubblicato una guida per aiutarli a preparare la loro rendicontazione.

È previsto inoltre che gli operatori finanziari inizino a lavorare sugli altri obiettivi ambientali dell’Unione Europea contenuti nella Tassonomia (gestione delle acque, inquinamento, economia circolare, biodiversità), per determinare la quota ammissibile del loro patrimonio totale.

Adozione della CSDD

Nel primo trimestre del 2024 è prevista l’adozione della Direttiva sulla due diligence di sostenibilità della aziende, la CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive). Secondo le ultime decisioni degli enti normativi europei, la direttiva al momento escluderà le attività di investimento e di finanziamento degli operatori finanziari dall’ambito di applicazione, situazione che resterà invariata probabilmente fino al 2027. 

Le aziende coinvolte secondo l’accordo provvisorio raggiunto nel dicembre 2023 da Parlamento e Consiglio sono le grandi imprese che hanno più di 500 dipendenti e un fatturato netto mondiale superiore a 150 milioni di euro. Per le imprese extra-Ue la direttiva si applicherà se hanno un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro generato nell’Ue, a tre anni dall’entrata in vigore della CSDD. La Commissione dovrà pubblicare un elenco delle società extra-UE che rientrano nel campo di applicazione della direttiva.

La Commissione UE approverà il rapporto finale delle ESA sugli RTS

A inizio dicembre 2023 le tre autorità europee di vigilanza (EBA, EIOPA ed ESMA – ESA) hanno pubblicato il loro rapporto finale che modifica la bozza di norme tecniche di regolamentazione (RTS – Regulatory Technical Standards), completando la revisione delle principali regole di divulgazione per i prodotti finanziari ai sensi dell’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation). La pubblicazione faceva seguito alla richiesta avanzata dalla Commissione Europea nell’aprile 2022 alle ESA di rivedere gli standard tecnici di regolamentazione (RTS) stabiliti nel regolamento SFDR, compresi gli indicatori per i PAI (principali impatti negativi) e l’informativa sui prodotti finanziari. 

Le proposte contenute nel documento finale delle ESA riguardano l’ampliamento e l’adeguamento dell’elenco dei PAI, che dettaglia gli impatti negativi delle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità, per includere una serie di indicatori sociali. Un’altra proposta riguarda la semplificazione del quadro per la divulgazione dei PAI delle decisioni di investimento sull’ambiente e sulla società. Le autorità di regolamentazione hanno inoltre sviluppato una bozza di RTS che incorpora nuove informazioni per i prodotti finanziari riguardanti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e la carbon footprint, da applicare ai prodotti che hanno come obiettivo di investimento la riduzione delle emissioni. Ulteriori revisioni del regolamento SFDR avanzate dalle autorità di regolamentazione includono miglioramenti all’informativa su come gli investimenti sostenibili “non provocano danni significativi” (Do Not Significant Harm – DNSH) all’ambiente e alla società.

Spetta ora alla Commissione Europea, in questi primi tre mesi dell’anno, approvare la bozza finale delle ESA.

Atteso il Feedback della Commissione UE sulla revisione dell’SFDR

A settembre 2023 la Commissione europea ha lanciato due consultazioni, una pubblica destinata ad una platea più ampia e una mirata per gli esperti del settore, sulla SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation). Obiettivo delle consultazioni una valutazione approfondita del quadro normativo della SFDR, esaminando questioni quali la certezza del diritto, l’usabilità e il modo in cui il regolamento può svolgere il suo ruolo nell’affrontare il greenwashing. 

I quattro temi trattati nel questionario sottoposto ai destinatari della consultazione riguardano i requisiti attuali dell’SFDR, l’interazione con altre normative sulla finanza sostenibile, eventuali modifiche agli obblighi informativi per i partecipanti al mercato finanziario e possibile istituzione di un sistema di categorizzazione dei prodotti finanziari.

La Commissione nella consultazione chiedeva anche quali requisiti di informativa si sarebbero dovuti considerare per tutti i prodotti finanziari, elencando informazioni relative alla tassonomia, strategie di engagement, esclusioni e informazioni su come le informazioni relative ai fattori ESG fossero utilizzate nel processo di investimento.

Nei prossimi mesi la Commissione dovrà mandare a sua volta il feedback sui risultati relativi alle consultazioni. 

In arrivo il report sul greenwashing delle ESA

Nel secondo trimestre del 2024 giungerà anche la pubblicazione del report sul greenwashing nel settore finanziario da parte delle Autorità europee di vigilanza (ESA) che intende introdurre una visione “comune e di alto livello” sul tema nell’Unione Europea. Nell’”interpretazione comune di alto livello” di ciò che costituisce il greenwashing, le ESA definiscono il fenomeno come “una pratica in cui le affermazioni, le dichiarazioni, le azioni o le comunicazioni relative alla sostenibilità non riflettono in modo chiaro ed equo il profilo di sostenibilità sottostante di un’entità, di un prodotto finanziario o di un servizio finanziario“. Tale definizione si basa su riferimenti contenuti in altri regolamenti ed è concepita per fornire “un punto di riferimento condiviso” per le autorità di regolamentazione e gli operatori di mercato.

Secondo le ESA, per arginare il rischio di greenwashing, potrebbe essere utile chiarire la definizione di investimento sostenibile ai sensi dell’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), che è caratterizzata da “un elevato livello di flessibilità e dall’assenza di metriche e soglie condivise e predefinite per il contributo di un investimento a un obiettivo sostenibile”. Nel report sul greenwashing di prossima pubblicazione, le ESA dovrebbero approfondire proprio questo tema. 

Applicazione dello standard UE sui Green Bond

A dicembre 2024 dovrebbe iniziare ad essere applicato il regolamento EU Green Bonds Standard (EUGBS), un sistema di criteri condivisi a livello europeo per l’emissione di green bond. L’obiettivo è di consentire agli investitori di orientare con maggiore sicurezza i propri investimenti verso tecnologie e imprese più sostenibili. Inoltre, lo standarddarà alla società che emette l’obbligazione una maggiore certezza che il suo titolo sarà adatto agli investitori che cercano obbligazioni verdi nel loro portafoglio. 

Focus sulla TNFD al forum di Davos

Nell’estate del 2023 il gruppo di lavoro della Taskforce on nature-related financial disclosures (TNFD) è riuscito a stabilire un quadro di reporting sulla biodiversità. Un progetto il cui obiettivo era sia modellare il quadro della sua controparte per il clima, la TCFD (Taskforce on climate-related financial disclosures), sia integrare tutte le diverse iniziative esistenti sulla natura. A fine dicembre la TNFD ha firmato un accordo con l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) per garantire l’allineamento agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards), gli standard europei per la rendicontazione ESG. Un tema, quello della TNFD, che animerà il forum annuale di Davos, che si svolge dal 15 al 19 gennaio, occasione in cui la Taskforce intende fare un primo annuncio sulle aziende che si sono impegnate a utilizzare il suo sistema di rendicontazione.