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Rischi ambientali

BCE, serve supervisione attiva nella gestione dei rischi clima e ambiente

La BCE incoraggia l’adozione di un approccio di supervisione attivo dei rischi legati al clima e all’ambiente (rischi C&E). È ormai noto che il settore finanziario gioca un ruolo fondamentale nel processo di transizione che stiamo vivendo e che le istituzioni europee stanno incoraggiando tramite programmi come il Green Deal o il Fit for 55. La supervisione dei rischi legati al clima e all’ambiente è possibile se vengono implementate delle pratiche di gestione del rischio, soprattutto nel settore bancario. Negli ultimi due anni la Banca Centrale Europea ha lanciato diverse iniziative in questa direzione, pubblicando delle linee guida e conducendo una revisione degli approcci delle singole banche alla gestione dei rischi C&E. Valutare e aiutare le banche ad affrontare i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale sarà una delle priorità di vigilanza da qui al 2024 della BCE, rendendo la supervisione dei rischi C&E più concreta.

Nel 2022, quindi, i rischi C&E verranno integrati direttamente nelle attività quotidiane dei team di vigilanza della Banca e questo influenzerà i requisiti minimi di capitale delle banche sotto osservazione. Per assicurarsi che le banche incorporino adeguatamente la gestione di questi rischi, infatti, la BCE, insieme allo stress test di vigilanza sui cambiamenti climatici, farà una revisione completa delle pratiche delle banche relative a strategia, governance e gestione del rischio, ovvero una revisione tematica sui rischi C&E. Conclusa la revisione tematica, tutte le banche sotto la diretta supervisione della BCE riceveranno un feedback completo che illustrerà tutte le carenze individuate. In combinazione con le osservazioni del test di stress climatico, questo sarà anche integrato qualitativamente nei punteggi SREP (“Supervisory Review and Evaluation Process”).

Ormai tutte le banche riconoscono che i rischi C&E sono rilevanti sia nel breve che nel lungo termine. Tuttavia, nonostante questa consapevolezza, la BCE nota che la maggior parte delle banche ha ancora molta strada da fare per sviluppare capacità di gestione del rischio adeguate. E questo emerge chiaramente dai risultati pubblicati l’anno scorso dalla Banca Centrale Europea, dove le banche riferivano che ben il 90% delle loro pratiche non erano in linea (o lo erano solo parzialmente) con le aspettative di vigilanza della BCE. 

Quindi, un’analisi prospettica del rischio C&E che tenga in considerazione come questi rischi influenzano i portafogli delle banche nel breve, medio e lungo periodo, dovrà essere una pratica di base diffusa. 

Inoltre, un altro punto su cui la BCE pone l’attenzione è la mancanza di una gestione attiva dei rischi C&E da parte delle banche. Per raggiungere questo obiettivo, le banche dovrebbero adottare un approccio strategico alla gestione di questi rischi, utilizzando l’intera gamma di strumenti di gestione del rischio a loro disposizione, tra cui il riallineamento strategico dei portafogli, la definizione di una chiara propensione al rischio, lo sviluppo di strategie di mitigazione, l’adeguamento dei criteri qualitativi del credito e la quantificazione e la detenzione del capitale. 

Un’altra area chiave in cui le banche devono progredire è il sostegno attivo ai loro clienti nella mitigazione e nell’adattamento ai diversi tipi di rischi climatici e ambientali. 

Secondo la BCE, se le banche comprendessero appieno i rischi fisici e di transizione e iniziassero a gestirli attivamente, acquisirebbero la capacità di rendere i loro portafogli più resistenti ai rischi C&E. Questo, avverte la Banca Centrale, non vuol dire disinvestire completamente dall’oggi al domani dai settori ad alta intensità di carbonio, ma semplicemente saper gestire i rischi legati al cambiamento climatico in un momento di transizione. 

Per incentivare questi progressi, la BCE avverte che monitorerà l’allineamento delle banche con le aspettative di vigilanza esposte nella guida, e incoraggerà l’avanzamento delle banche verso le migliori pratiche del settore. 

Quadro normativo in divenire

Il quadro normativo e di vigilanza europeo è in rapida evoluzione. Ad esempio, le revisioni del regolamento e della direttiva sui requisiti di capitale proposte dalla Commissione Europea articoleranno ulteriormente l’integrazione dei rischi C&E nel quadro giuridico e richiederanno alle banche di sviluppare piani di transizione e alle autorità di vigilanza di esaminarli. Questo è il prossimo passo importante nella gestione del rischio, che richiederà alle banche di guardare trent’anni avanti e di concepire obiettivi intermedi per le loro esposizioni al rischio che possano rendere le loro pratiche di gestione del rischio adatte a un’economia che passerà a zero emissioni nette entro il 2050 al più tardi.

Infine, anche i quadri di divulgazione e le tassonomie si stanno sviluppando rapidamente per creare un’architettura informativa che permetta alle banche di gestire i rischi e di incrementare la finanza sostenibile. Sia il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria che l’European Banking Authority (EBA) hanno programmi di lavoro intensi volti ad assicurare che il quadro normativo e di supervisione possa meglio tener conto dei rischi legati al clima. Un esempio concreto è la recente pubblicazione da parte dell’EBA delle norme tecniche di attuazione per la divulgazione dei rischi ambientali, sociali e di governance, che richiedono anche alle grandi banche di iniziare a divulgare il loro allineamento con i percorsi dell’International Energy Agency (IEA) al più tardi entro giugno 2024 per tutti i portafogli rilevanti.