La politica anti-ESG rischia di essere una mossa controproducente per gli Stati USA che la adottano. È quanto emerge da una nuova analisi delle ONG The Sunrise Project, As You Sow e Ceres – ESG Boycott Legislation in States: Municipal Bond Market Impacts – che, in un momento in cui diversi Stati prendono in considerazione nuove iniziative contro gli investimenti sostenibili, mostra che i contribuenti di sei Stati avrebbero potuto essere chiamati a pagare fino a 700 milioni di dollari di interessi in eccesso, se fossero state attuate le restrizioni agli investimenti ESG.
Come si evidenzia nello studio, i funzionari e le legislature statali decisi a perseguire una politica contro gli investimenti sostenibili hanno approvato o prenderanno in considerazione proposte di legge e iniziative basate su un modello di legislazione sviluppato dall’American Legislative Exchange Council (ALEC), frutto di uno sforzo conservatore coordinato per sostenere l’industria dei combustibili fossili. Queste proposte di legge prevedono essenzialmente il ritiro dei fondi statali dai gestori di investimenti se questi sono ritenuti dai funzionari governativi avversi alle industrie del petrolio, del gas e del carbone nelle loro strategie di investimento.
Finora, i costi associati alle iniziative contro gli investimenti sostenibili per i contribuenti erano relativamente sconosciuti. Lo studio delle tre ONG rileva un impatto finanziario significativo – potenzialmente fino a 532 milioni di dollari in pagamenti di interessi aggiuntivi – della recente legislazione sui contribuenti del Texas. In particolare, le mosse politiche di questo Stato repubblicano hanno escluso grandi banche come Citigroup, JpMorgan Chase e Goldman Sachs dai contratti governativi a causa di restrizioni sui combustibili fossili o sull’industria delle armi da fuoco.
Partendo dai risultati relativi al Texas, l’indagine cerca di anticipare i costi di sei Stati che hanno approvato o stanno valutando leggi simili. Secondo le stime dello studio i contribuenti di Kentucky, Florida, Louisiana, Oklahoma, West Virginia e Missouri rischiano di dovere affrontare fino a 708 milioni di dollari all’anno di interessi aggiuntivi sulle obbligazioni municipali, se entrassero in vigore restrizioni simili a quelle del Texas. I tassi di interesse più elevati sono il risultato di una minore concorrenza tra le società finanziarie per le obbligazioni municipali, a causa della legislazione contro gli investimenti sostenibili che costringe i tesorieri statali a boicottare le principali banche e i gestori patrimoniali che storicamente hanno fatto offerte per le emissioni di obbligazioni municipali. Le restrizioni imposte agli operatori del mercato finanziario, quindi, alterano i risultati delle transazioni sul mercato delle obbligazioni municipali e modificano gli impegni contrattuali con i governi statali.
Oltre all’aumento dei tassi di interesse sulle obbligazioni municipali, le direttive e la legislazione contro gli investimenti sostenibili possono potenzialmente comportare danni economici ai cittadini statali e locali in altre tre aree: funzioni di tesoreria statale e locale; prestazioni degli investimenti pensionistici; funzioni bancarie governative.
Le tre ONG richiamano l’importanza che i politici, gli imprenditori e l’opinione pubblica abbiano gli strumenti per stimare e anticipare questi impatti.