Mentre la pandemia, negli ultimi due anni, segnava l’intero sistema economico, gli investimenti sostenibili proseguivano la propria ascesa, addirittura accelerati da una nuova consapevolezza, al punto che oggi i fattori ESG sono ormai alla base di ogni strategia. Ma proprio quando sembrava che il Covid-19 fosse diventato più gestibile, con l’attacco russo in Ucraina si è innescata una nuova crisi, che si è aggiunta ad alcune tendenze preesistenti, come l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’inflazione. Ma nonostante la complessità del contesto attuale, le transizioni in atto non subiranno dei rallentamenti, secondo gli esperti intervenuti nell’evento presieduto dalla società di gestione Pictet in occasione di ConsulenTia 2022, la rassegna annuale organizzata da Anasf (Associazione Nazionale Consulenti Finanziari) dedicata ai professionisti della consulenza finanziaria.
Nel corso del dibattito, Paolo Paschetta, Country Head di Pictet AM Italia, ha parlato di tre fattori principali che sono alla base del successo degli investimenti sostenibili, ovvero: la “diffusione della consapevolezza dei clienti finali sull’importanza dei modelli di business sotenibili”; la “consapevolezza degli investitori che investimenti sostenibili non significa fare charity, ma piuttosto puntare su maggiori rendimenti finanziari dal momento che sono più stabili e meno volatili”; infine, l’elemento regolamentare che si pone come “booster” nel processo di uniformazione delle normative della finanza sostenibile, in particolare l’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
“Proprio in seguito all’entrata in vigore dell’SFDR, la domanda in Europa degli investimenti sostenibili è aumentata notevolmente. Nel 2021, infatti, il 75% degli investimenti europei era conforme agli articoli 8 e 9 della SFDR”, afferma Paschetta. “L’Europa è ormai leader”, continua Paschetta, “sebbene ci siano ancora dei margini di miglioramento. In particolare, per quanto riguarda il fenomeno del greenwashing e quello della gestione delle aziende presenti nei protafogli, cercando di promuovere pratiche di engagement e active ownership”.
“Una risposta immediata alla crisi energetica attuale sono le rinnovabili, sebbene da sole non possano rappresentare una soluzione”, spiega l’esperto di Pictet. “Per sfruttare appieno l’opportunità derivante dalla transizione energetica si deve puntare soprattutto sull’efficientamento energetico, e Pictet si sta attivando in questo senso”, aggiunge.
Luca Iandimarino, Responsabile Investments & Advisory di BNL BNP Paribas, è convinto che non si possa più trascurare il tema dell’indipendenza e della sicurezza energetica. “Nel contesto della tensione tra obiettivi di breve e di lungo periodo che si pone in un momento di forte crisi geopolitica, l’Unione Europea deve guardare sia al breve che al lungo periodo”, afferma Iandimarino. “Rispetto agli obiettivi di lungo, le domande che l’Unione deve porsi sono: che ruolo avrà il gas naturale da qui al 2040? Come si interfaccerà il gas con le innovazioni che si stanno diffondendo?”, aggiunge l’esperto.
Secondo Iandimarino, per cercare di superare questo momento di difficolta nel mercato energetico, l’Europa deve “cercare di puntare su tecnologia, infrastrutture e politiche, in particolare tramite l’istituzione di una task-force ad hoc”.
In merito all’impatto della crisi geopolitica attuale sui diversi tipi di transizioni in atto, Simone Taddei, Direttore Commerciale di Banca Euromobiliare e Credem Private Banking, si è mostrato piuttosto ottimista, definendo il conflitto “un’invariante”. “Semmai oggi l’energia pulita assume ancora più importanza. – spiega Taddei – L’obiettivo di lungo periodo non cambia”. Ciò su cui si dovrebbe puntare di più, secondo l’esperto è la formazione della domanda, ovvero dei clienti finali, che sembrano essere ancora meno consapevoli rispetto al lato dell’”offerta”.
Anche Edoardo Fontana Rava, Direttore Servizi di Investimento e Assicurativi di Banca Mediolanum, ritiene che la formazione del lato della domanda sia cruciale. “L’offerta sostenibile sta crescendo tanto, anche i clienti sono più consapevoli. Tuttavia, la domanda concreta è ancora debole. Quindi, un percorso di formazione attiva è necessario sia verso i clienti che verso i consulenti”.
I consulenti finanziari, infatti, giocano un ruolo chiave anche per Marco Bernardi, vicedirettore Generale Reti Commerciali, Canali Alternativi e di Supporto di Banca Generali. “Quello del consulente è un ruolo fondamentale perché ha un rapporto diretto con i clienti”, afferma Bernardi. “In merito alla formazione, sono convinto che le generazioni future non avranno più bisogno di parlare così tanto di sostenibilità perché sarà insita nel loro modo di pensare. Questo perché oggi si parla di sostenibilità già dalle scuole primarie”, aggiunge Bernardi.
“Per lasciare un messaggio chiave rispetto al tema della transizione nei portafogli, credo che sia fondamentale la responsabilità che deve contraddistinguere noi, operatori delle reti di distribuzione, ma anche i consulenti finanziari”, conclude Bernardi.
Secondo Fontana Rava, il messaggio centrale è l’integrazione degli elementi ESG, includendo non solo la parte ambientale, ma anche quella sociale e di governance, all’interno dei portafogli. Per Iandimarino, il settore del risparmio gestito deve essere un attore protagonista attivo, così come per Paschetta, sebbene quest’ultimo insista sull’importanza della comunicazione, che non deve essere confusa. Per raggiungere questo obiettivo, secondo Paschetta, è necessario migliorare la reportistica che deve essere sempre più standardizzata e condivisa da tutti gli operatori.