Il presidente americano Donald Trump ha avvertito che annuncerà dazi anche contro l’UE, assicurando inoltre che parlerà con Canada e Messico della questione delle tariffe.
Il presidente Usa ha continuato ad attaccare il Wall Street Journal e gli hedge fund, che sono contrari ai dazi che ha deciso di imporre. Secondo Trump “queste persone o entità sono controllate dalla Cina o da altre compagnie straniere e locali” e “chiunque ami e abbia fiducia negli Stati Uniti è a favore delle tariffe”.
A poche ore dalla firma di Donald Trump sull’ordine esecutivo dei dazi, già la reazione generale da parte di Canada, Messico e Cina non si era fatta attendere. Il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato misure di ritorsione del 25% su beni statunitensi per un valore di oltre 100 miliardi di dollari, la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha promesso una reazione proporzionata e il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che presenterà una causa contro gli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio nonché l’adozione di “contromisure corrispondenti“. Spetta ora all’Europa rispondere delle conseguenze delle prossime mosse del presidente.
“Sia gli Stati Uniti che l’Europa traggono vantaggio dallo scambio di beni e servizi. Se i dazi rendessero tutto questo difficile, ne risentirebbero negativamente sia gli Stati Uniti che l’Europa” ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, arrivando al vertice Ue informale a Bruxelles. “Una cosa è chiara: in quanto area economica forte, possiamo gestire autonomamente i nostri affari e rispondere ai dazi con dazi. Questo è ciò che dobbiamo fare e faremo. Ma la prospettiva e l’obiettivo dovrebbero essere che si proceda in modo tale che sia basato sulla cooperazione”.
La situazione attuale
Il Canada è stato il primo dei tre Paesi colpiti ad aver reagito, dopo l’annuncio di un primo giro di dazi al 25% per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi, seguito da ulteriori misure per un valore di 125 miliardi nell’arco di settimane. Trudeau ha avvertito che il conflitto commerciale avrà “conseguenze reali” per i canadesi ma anche per gli americani, tra cui perdita di posti di lavoro, costi più elevati per cibo e benzina, potenziali chiusure di stabilimenti di assemblaggio di automobili e accesso impedito a nichel, potassio, uranio, acciaio e alluminio canadesi. Ottawa, come la Cina, ha inoltre annunciato che farà causa agli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del Commercio, dopo la forte insistenza da parte di Trump di far diventare il Canada il 51esimo Stato americano, in quanto garantirebbe tasse più basse, una protezione militare migliore per il popolo canadese e nessun dazio.
“Respingiamo categoricamente la calunnia della Casa Bianca che accusa il governo messicano di avere alleanze con organizzazioni criminali”: è questo quanto dichiarato dalla Sheinbaum, alla luce delle accuse di coinvolgimento con i cartelli della droga, che definisce come “calunniose”, annunciando inoltre di prossime misure doganali contro Washington e accusando i produttori di armi americani, che sono realmente coinvolti nella criminalità messicana.