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Risultati ESG

Standard Ethics pubblica i rating ESG delle banche italiane quotate, molto forte la compliance per il 71%

Standard Ethics ha aggiornato e pubblicato i rating ESG, i Corporate Standard Ethics Rating, delle 17 maggiori banche italiane quotate che hanno registrato nel 2024 significativi passi avanti in ambito sostenibilità. Questa tendenza positiva e al rialzo degli istituti di credito italiani appare accelerato anche dalle spinte legislative e dagli orientamenti delle autorità regolatorie. In particolare, si legge in una nota dell’agenzia di rating londinese, nel contesto europeo il caso italiano mostra elementi di eccellenza: infatti alla solidità economica raggiunta in questi ultimi anni, si aggiunge una maggiore reattività e velocità da parte delle banche italiane nella messa a terra delle politiche ESG rispetto ad altri contesti nazionali.

Entrando nel dettaglio, una settimana fa, FinecoBank ha ottenuto l’upgrade della valutazione raggiungendo il livello “EEE-”, che indica una compliance agli standard internazionali ESG dell’ONU, dell’OCSE e dell’UE eccellente confermandosi una delle banche più virtuose a livello europeo. Risale inoltre a pochi giorni fa l’innalzamento del rating di Banca Mediolanum a “EE”, quindi un livello di conformità agli standard forte, come Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Desio e Brianza, illimity Bank e Intesa Sanpaolo. Resta poi molto forte la compliance di UniCredit, BPER Banca, Banco BPM, Banca Generali e Banca Popolare di Sondrio.

Allo stato attuale, quindi, nel settore bancario, tra le quotate, il 71% ha integrato politiche di sostenibilità, mentre il restante 29% – che ha valutazioni del rating da E a E+ – non è ancora sostenibile o pienamente sostenibile.

Rating ESG delle maggiori banche italiane

Tra le sfide più immediate individuate dagli analisti di Standard Ethics vi sono l’integrazione delle politiche sull’ intelligenza artificiale e la gestione dei fornitori e clienti in relazione ai temi ESG. Desta qualche preoccupazione un uso eccessivo dei principi di esclusione di alcuni settori su base puramente etica e che non trova riscontro nelle politiche internazionali per la transizione.