Il decreto attuativo della norma sull’obbligo di dotarsi di polizze catastrofali per le aziende è ormai quasi completo. A svelarlo è Il Sole 24 Ore, sottolineando che il documento in arrivo stabilisce i criteri e le condizioni necessarie per offrire prodotti standardizzati sul mercato e prevede sistemi di flessibilità per le società produttive in modo che l’onere economico sia meno impattante nei processi di protezione dei propri macchinati e impianti dai rischi climatici.
La flessibilità di cui parla il quotidiano sono i massimali di indennizzo e lo “scoperto”. Il documento, infatti, prevede che la copertura assicurativa si possa applicare ad asset per un valore massimo di 30 milioni, mentre per importi più alti rientra nella libera negoziazione. Nel caso di asset con un valore inferiore a 30 milioni il provvedimento introduce la possibilità di uno scoperto, ovvero una quota di valore che può essere a carico dell’ente assicurato, fino a un massimo del 15%. Altro aspetto rilevante è che per beni entro 1 milione di euro di valore, la compagnia di assicurazione deve assicurare il 100% e spetta poi alla società stabilire se coprire o meno, mentre tra 1 e 30 milioni di valore la copertura deve attestarsi al 70%. È stato definito anche lo schema di convenzione di riassicurazione di Sace per di indicare le condizioni necessarie per condividere i rischi assunti dalle società di assicurazione.
Il Sole 24 Ore anticipa poi che il documento fornisce una definizione di danni climatici assicurabili (alluvioni, sismi e frane). Sono poi descritti anche i casi di esclusione del risarcimento, i danni causati da un’azione umana, le guerre, il terrorismo, il ricorso a armi nucleari.
I prossimi passi sono la definizione definitiva dello schema di convenzione, che deve essere approvato da ministero per il Made in Italy e per l’Economia, e poi deve giungere il parere dell’Ivass, dopo il quale il documento verrà esaminato dal Consiglio di Stato.