In Italia, il 58% delle aziende è pronta per i nuovi requisiti di rendicontazione ESG, rispetto al 36% di quelle a livello globale. Inoltre, i C-Suite italiani hanno una familiarità significativamente maggiore con le tecnologie emergenti Web3 (75%) e AI (75%) rispetto ai leader a livello globale (42% e 50%). A rivelarlo è Mazars, gruppo specializzato in servizi di audit, tax e advisory, nel suo C-Suite Barometer 2023 , il report annuale che monitora visione, bisogni e desideri di 800 decisori aziendali chiave di 27 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, con un campione di 60 aziende.
Numero di aziende coinvolte per Paese
Il cambiamento epocale che sta investendo tutti i settori della società tocca da vicino anche le aziende e i loro business. La pandemia ha infatti accelerato i processi di trasformazione già in atto imponendo un cambiamento culturale e di visione strategica a livello globale. Tutto questo è ancora più vero in Italia che, prima del 2019, registrava un ritardo strutturale rispetto ad altri Paesi su temi come la transizione ecologica e la trasformazione digitale.
Come emerge dal sondaggio, complici la spinta del PNRR e i nuovi stringenti vincoli europei come la recente CSRD, i top manager delle aziende italiane risultano oggi fra i più sensibili e all’avanguardia su temi quali sostenibilità e digitalizzazione con Web3 e Artificial Intelligence.
Indice
Le priorità dei top manager in Italia
Le priorità nell’agenda dei top manager italiani rilevate da Mazars riguardano le strategie di sostenibilità e ESG, la cyber security e il processo di digitalizzazione, i costi energetici e la diversitY & inclusion.
Strategie di sostenibilità e ESG
Per i C-suite italiani intervistati la sostenibilità rappresenta ormai un criterio guida nella definizione delle nuove strategie aziendali. Il 78% dichiara infatti di redigere il bilancio di sostenibilità, un dato superiore alla media globale che arriva solo al 65%.
Oltre la metà (58%) si dichiara pronta a ottemperare alla recente normativa europea che prevede i nuovi requisiti di rendicontazione ESG (la CSRD). Un dato nettamente superiore alla media globale che si attesta invece al 36%. Per quanto riguarda le sfide che le aziende incontrano nel processo di rendicontazione ESG, i dirigenti riscontrano difficoltà nel reperire dati di qualità.
Inoltre, Mazars evidenzia che tre quarti delle imprese in Italia hanno già preventivato costi per il reporting di sostenibilità e una su cinque prevede di inserirli nella prossima definizione del budget.
Nonostante le aziende italiane stiano compiendo degli importanti progressi in merito alla reportistica ESG, i manager interpellati da Mazars hanno dichiarato di affrontare alcune sfide nel processo di rendicontazione. Al primo posto qualità e reperibilità dei dati.
Cybersecurity e trasformazione digitale
Il miglioramento della sicurezza informatica rappresenta il più grande cambiamento organizzativo per le aziende in Italia dopo il Covid, seguito dall’aumento del lavoro da remoto e dal miglioramento delle esperienze digitali per i clienti.
I C-Suite italiani dimostrano, infatti, una familiarità maggiore alle tecnologie emergenti come Web3 (75%) e AI (75%) contro rispettivamente il 42% e 50% a livello globale. Anche in termini di sicurezza informatica, il 73% dei leader italiani afferma che i propri dati sono completamente protetti, rispetto al 66% dei leader a livello globale.
“L’intelligenza artificiale, come dimostra il nostro sondaggio, risulta essere uno dei temi principali nelle agende dei C-level. Siamo infatti fortemente convinti che l’AI possa essere di grande utilità per rendere molto più efficaci diversi processi aziendali. Il punto nodale è un utilizzo normato e responsabile”, ha dichiarato Luca Savoia, Consulting Leader di Mazars in Italia e Leader IT Assurance & Advisory di Mazars Gruppo. “È importante quindi anche prestare la massima attenzione a tutti gli aspetti connessi alla tutela della Privacy dei dati, a come questi vengano raccolti, archiviati, conservati e protetti lungo tutto il loro ciclo di vita. La migliore “arma” per le aziende è dunque adottare sistemi di monitoraggio continui, uniti a un’effettiva “privacy e security by design e default” da implementare nei vari processi del business”, ha aggiunto Savoia.
Costi energetici
L’83% dei decisori in Italia prevede un aumento dei costi energetici per la propria impresa nel 2023, rispetto al 76% dei C-suite a livello globale. Dato, però, che non inficia su una visione di medio-lungo termine positiva per i top manager italiani. Quasi due terzi (65%), infatti, prevedono una diminuzione dei costi energetici entro la fine di quest’anno. A livello globale la percezione è invece leggermente meno positiva con solo il 49% dei decisori che si aspetta una riduzione dei costi per l’energia entro il 2023.
Diversity & Inclusion
Infine, anche sui temi legati alla sostenibilità sociale, come la diversity & inclusion e la gender equality, le imprese italiane si sono dimostrate all’avanguardia. Ad esempio, per il 48% degli intervistati la parità di genere è una “top priority”, rispetto al 33% delle imprese a livello globale.
Si evidenzia, tuttavia, la necessità di ulteriori progressi. Solo l’11% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato che più del 50% dei propri top decision maker strategici sono donne. Il 45% dichiara che il 31%-50% delle posizioni di leadership è occupato da donne, una percentuale superiore alla media globale (29%).
I programmi di diversity & inclusion per la parità di genere e il sessismo e la disabilità sono i più comuni per le aziende italiane (60%).
Infine, dal Barometro 2023 “Una leadership coraggiosa per un futuro sostenibile”, emerge una generale attitudine positiva dei principali decisori aziendali italiani. I C-Suite, sia a livello globale (86%) che italiano (91%), sono infatti ottimisti per una crescita positiva del loro business nell’anno 2023 nonostante le criticità legate alla situazione geo-politica attuale, all’instabilità economica e al rincaro dei costi energetici e delle materie prime.