Parità salariale

Gender Equality: Goldman Sachs paga 215 mln per archiviare l’accusa di sottopagare le dipendenti

Dopo la multa di 4 milioni imposta dalla SEC (Securities and Exchange Commission) lo scorso novembre a Goldman Sachs per l’accusa di aver ingannato i clienti sugli investimenti ESG, il gigante di Wall Street ha ora accettato di pagare 215 milioni di dollari per porre fine a una lunga causa collettiva relativa alla gender equality, in particolare al cosiddetto “gender pay gap”. La banca statunitense, infatti, era accusata di sottopagare sistematicamente le donne.

La banca newyorkese ha raggiunto l’accordo con gli avvocati che rappresentano circa 2.800 donne che sostenevano che l’azienda le avesse discriminate in termini di retribuzione e promozioni, secondo quanto riportato da Bloomberg

L’imminente processo, che era previsto per il mese prossimo a New York, avrebbe fornito una rara occasione pubblica per le testimonianze sulle disuguaglianze all’interno dell’industria finanziaria, dove tutte le sei maggiori banche statunitensi, tranne una, sono sempre state gestite da soli uomini. Probabilmente, sostiene Bloomberg, il processo avrebbe anche esaminato alcuni aspetti dell’ambiente di lavoro di Goldman, grazie alle testimonianze dei dirigenti. 

L’azione legale contro Goldman è stata intentata per la prima volta da Cristina Chen-Oster, laureata al Massachusetts Institute of Technology e entrata in azienda nel 1997 per vendere obbligazioni convertibili. Nel luglio 2005 ha presentato una denuncia di discriminazione alla Commissione statunitense per le pari opportunità in materia di occupazione e nel 2010 ha intentato una causa. 

In molti casi, Goldman e i competitor di Wall Street, hanno gestito le accuse e le cause con accordi di non divulgazione e con patteggiamenti, con l’obiettivo di tenere lontano dai riflettori le denunce di cattiva condotta e di trattamento ingiusto. Questo accordo è l’esempio più recente.