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Consulenza aziendale

Ecco il decalogo di ARB contro il greenwashing 

La scarsa trasparenza da parte delle aziende nella redazione dei bilanci e dei report di sostenibilità mette in fuga gli investitori dagli investimenti nei fondi ESG. Il 94% degli investitori infatti, secondo quanto svelato dal rapporto “Global Investor Survey” di PwC, non si fida dei rapporti di sostenibilità redatti dalle aziende e la stragrande maggioranza sospetta che questi ultimi siano a rischio greenwashing, contenendo informazioni non veritiere e non supportate da prove concrete circa il reale impegno delle organizzazioni sulle tematiche ESG

Ada Rosa Balzan, founder, presidente e Ceo di ARB

“Il reporting aziendale deve continuare a evolversi in modo da fornire informazioni affidabili, coerenti e comparabili su cui investitori e altri stakeholder possano fare affidamento”, ha spiegato Ada Rosa Balzan, founder, presidente e Ceo di ARB, società benefit per azioni leader nella consulenza e nella creazione di progetti ad alto valore scientifico, “gli investitori, infatti, pongono sempre più spesso delle domande specifiche e mirate su come le aziende affrontano questi temi nella loro strategia di business, su come valutano i rischi e le opportunità e su ciò che è veramente rilevante per loro. Lo sviluppo e la stesura di un bilancio di sostenibilità non è, infatti, una mera rendicontazione d’indicatori ma è un processo che afferma, in primis, i valori dell’azienda, la sua governance e comunica in modo trasparente ciò che sta facendo, concretamente, in ambito ESG. Avere un bilancio di sostenibilità redatto secondo i più elevati standard scientifici internazionali e nel pieno rispetto dei criteri ESG e dei 17 principi delle Nazioni Unite contenuti nell’Agenda 2030(SDGs) aiuta anche a migliorare la reputazione aziendale, favorendo l’attrazione dei giovani talenti”.

L’impegno delle aziende in ambito ESG sta diventando sempre più centrale e dirimente tanto che questi rigidi criteri di rendicontazione fanno quasi paura ai manager: come riportato infatti dal The Wall Street Journal sono sempre di più i dirigenti d’azienda che utilizzano termini come “business responsabile” in alternativa al termine ESG per descrivere le principali iniziative aziendali nel campo della sostenibilità. Ma quali sono le principali avvertenze e consigli pratici ai quali un’organizzazione, di ogni settore, ordine e dimensione, dovrà prestare attenzione nella fase di redazione e stesura di un bilancio di sostenibilità, evitando così il rischio di incorrere nel greenwashing? Ce lo spiegano gli esperti di ARB società leader nella consulenza ESG basata su riferimenti scientifici riconosciuti e metodologie oggettive.

Ecco il decalogo con i 10 consigli degli esperti di ARB per la redazione di un bilancio di sostenibilità aziendale veritiero e credibile:

  • Mappatura rischi e opportunità: prima di redigere un bilancio di sostenibilità occorre eseguire un check up serio e professionale e una mappatura dettagliata circa il perimetro, i possibili rischi e i focus chiave del report;
  • Il potere dei dati: per dare valore al bilancio di sostenibilità aziendale occorre sempre impiegare dei dati basati su un approccio scientifico di evidenza, misurabili con riferimenti e strumenti oggettivi riconosciuti;
  • No a fretta e improvvisazione: la stesura di un bilancio di sostenibilità richiede dai 4 ai 6 mesi come tempistiche minime e non si può affrontarla quindi con superficialità o peggio ancora con la fretta di dover consegnare il documento;
  • Omissioni vietate: in un bilancio di sostenibilità non bisogna mai omettere eventuali obiettivi fissati l’anno precedente ma non raggiunti. Essendo un documento pubblico l’opinione pubblica e i competitor chiederanno il perché della dimenticanza, con effetti diretti sulla reputazione aziendale;
  • Stakeholder on board: è essenziale il coinvolgimento degli stakeholder sulle tematiche chiave, ingaggiandoli con modalità diversificate e non standardizzate. La qualità dell’ascolto, infatti, non si può ridurre solo ad un questionario inviato in modo asettico, uguale e standardizzato per tutti;
  • Infografiche in aiuto: scegliere le immagini giuste da inserire come accompagnamento ad un report di sostenibilità non significa selezionare le immagini più belle, come ad esempio quelle del sito aziendale, ma quelle che supportano e rendono immediata per tutti la lettura dei dati tecnici;
  • Più di una presentazione aziendale: il bilancio di sostenibilità non è una presentazione aziendale più estesa, è un vero e proprio strumento di gestione organizzativa ed economica, che evidenzia rischi e potenzialità dell’impresa oltre che un potente strumento di marketing.
  • Rispetto della regolamentazione europea: la nuova direttiva “CSRD” che ha rivisto il tema della redazione dei bilanci di sostenibilità comporta ancora più impegno, trasparenza e principi più dettagliati e strutturati nella stesura;
  • Il mercato batte l’obbligo di legge: sempre più spesso è il mercato che sollecita la presentazione del bilancio di sostenibilità per l’accesso ad un bando o per il rinnovo di un contratto, sebbene non vi sia obbligo di legge per tutte le aziende;
  • Learning by doing: Il bilancio di sostenibilità è un lavoro di gruppo, un percorso di sviluppo della cultura aziendale che, spesso, nelle aziende di medie e grandi dimensioni porta all’istituzione di un comitato di sostenibilità che supporta il Cda nelle scelte strategiche aziendali.