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Greenwashing

Climate Action 100+ non è efficace nella lotta per la riduzione di gas serra

ShareAction, ONG per gli investimenti responsabili, ha dichiarato che l’iniziativa Climate Action 100+ (CA100+), una delle più note a supporto delle decarbonizzazione, non riesce a compiere progressi significativi sul clima perché carente di standard elevati relativi all’impegno dei firmatari.

Climate Action 100+ è la più grande iniziativa di investitori al mondo sul cambiamento climatico, con 700 investitori firmatari che rappresentano 68.000 miliardi di dollari di asset. È stata lanciata nel 2017 con l’obiettivo di utilizzare l’influenza degli investitori per garantire che le maggiori aziende emettitrici di gas serra al mondo intraprendano le azioni necessarie per il cambiamento climatico, compresa la riduzione delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Cinque anni dopo il lancio dell’iniziativa, ShareAction sostiene che ci sono poche prove che i firmatari siano riusciti a raggiungere questo obiettivo. In effetti, il Benchmark aziendale Net Zero di CA100+ mostra che meno del 12% delle aziende che hanno aderito all’iniziativa hanno obiettivi adeguati di riduzione delle emissioni a breve termine o strategie di decarbonizzazione. Inoltre, nessuna azienda ha allineato completamente le proprie spese in conto capitale a un futuro di 1,5°C o ha prodotto bilanci che riflettono i rischi climatici e ogni singola azienda del settore petrolifero e del gas sta pianificando spese in conto capitale per progetti che non sono in linea con gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi.

L’approccio di CA100+ prevede che gli investitori “si impegnino” con le aziende per incoraggiare le azioni volte a ridurre il loro contributo al cambiamento climatico. Ma il rischio è che tale impegno si riduca a un blablabla e non porti ad azioni concrete. Finora, infatti,’impegno si esplicita con incontri privati, scambi di lettere, dichiarazioni pubbliche in occasione delle assemblee generali, voto per la rielezione degli amministratori, presentazione e voto di risoluzioni degli azionisti.

L’impegno può essere uno strumento efficace per cambiare il comportamento delle aziende. Ad esempio, l’anno scorso un gruppo di azionisti è riuscito a costringere la banca HSBC a fissare una scadenza per eliminare gradualmente la fornitura di finanziamenti all’industria del carbone.

Sebbene vi siano esempi di impegno e impatto efficaci all’interno di CA100+, ShareAction ha rilevato che si tratta di un’eccezione. Secondo l’ONG, in generale, l’impegno praticato dai firmatari dell’iniziativa manca dell’ambizione, della trasparenza e della responsabilità necessarie per guidare la transizione a zero emissioni al ritmo richiesto.

Le principali evidenze riscontrate da ShareAction relativamente al reporting sull’impegno per il clima di 60 dei maggiori investitori firmatari della CA100+, sono: l’inadeguatezza diffusa delle strategie di impegno per il clima; l’incoerenza del reporting aggregato; casi studio sull’impegno per il clima di bassa qualità; la mancanza di informazioni su attività e risultati dei firmatari rispetto a quanto previsto dall’iniziativa.

Ad esempio, sottolinea, ShareAction, 49 investitori (82%) non hanno specificato alcun obiettivo per l’impegno sui cambiamenti climatici. Inoltre, solo 10 firmatari (17%) riferiscono sull’andamento degli impegni e 42 investitori (70%) hanno fornito studi di casi di impegno sul cambiamento climatico senza fornire indicazioni sulla società oggetto dell’impegno e sulle fasi successive dell’impegno. Infine, 46 firmatari (77%) hanno dichiarato pubblicamente di essere firmatari di CA100+, ma solo tre (5%) hanno indicato tutte le società per le quali sono Lead Investor.

Secondo ShareAction, questa mancanza di trasparenza sugli obiettivi, la responsabilità e i risultati rischia di permettere agli investitori di fare del greenwashing ai loro marchi sottoscrivendo l’iniziativa, senza usare la loro influenza per promuovere la riduzione delle emissioni. 

Pertanto, l’ONG ha sollecitato l’iniziativa stabilire requisiti minimi di trasparenza sulle politiche in materia di cambiamenti climatici e richiedere ai partecipanti investitori di impegnarsi a rispettarli. Inoltre, ShareAction ha richiesto di alzare l’asticella dell’impegno, stabilendo aspettative minime di escalation per gli impegni intrapresi tramite CA100+, nonché di migliorare la responsabilità dei firmatari e stabilire aspettative chiare per le aziende di riferimento. Infine, ha suggerito di rendicontare le attività e i risultati tramite la pubblicazione di statistiche aggregate sulle attività di coinvolgimento e sui risultati rispetto al Benchmark CA100+ Net Zero Company.

“Per evitare il rischio di greenwashing, la trasparenza è fondamentale. Un chiaro resoconto degli obiettivi di coinvolgimento, dei risultati e delle attività di escalation è essenziale affinché gli stakeholder possano monitorare i progressi dell’azione per il clima e chiedere conto sia alle aziende sia agli investitori quando le loro azioni non sono all’altezza. Questo è fondamentale per rafforzare l’iniziativa e garantire che i firmatari si impegnino in azioni significative”, ha dichiarato Isobel Mitchell, responsabile della ricerca e del coinvolgimento di ShareAction.