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Report retribuzioni

Deloitte, retribuzioni CEO britannici tornano a livelli pre Covid

La retribuzione mediana dei CEO del FTSE 100 nel 2021 è tornata ai livelli pre pandemici, raggiungendo i 3,62 milioni di sterline. Al contempo, oltre il 90% delle società dell’indice britannico incorpora ora misure ESG nei propri piani di incentivazione. È quanto si apprende da un’anticipazione del report di Deloitte sulla stagione delle assemblee del 2022.

La ricerca ha rilevato che, sebbene la retribuzione totale sia rimbalzata dopo il 2020, è comunque rimasta al di sotto del livello massimo registrato negli ultimi anni, in particolare nel 2017 quando aveva raggiunto i 4,04 milioni di sterline. Da quell’anno, infatti, le remunerazioni mediane dei CEO del FTSE 100 sono sempre state calanti fino ad attestarsi, nel 2020, a 2,78 milioni di sterline. Ciò ha fatto seguito a tagli volontari delle retribuzioni all’inizio della pandemia COVID-19, a una riduzione dei bonus annuali e alle pressioni degli investitori per allineare le pensioni dei dirigenti ai tassi disponibili per il resto della forza lavoro.

La ripresa di pacchetti retributivi più elevati per i CEO nel 2021 può essere attribuita, secondo quanto emerge dal report, a una ripresa dei bonus annuali e degli incentivi a lungo termine, tenendo in considerazione che. nel corso dell’anno, l’indice FTSE 100 ha registrato un aumento di oltre il 14%, tornando ai livelli precedenti alla pandemia.

Gli investitori hanno supportato le proposte di remunerazione degli amministratori

Dall’analisi emerge che la stagione delle assemblee del 2022 è stata caratterizzata, sin ora, da un forte sostegno da parte degli investitori alle remunerazioni proposte per gli amministratori delegati. La percentuale di società del FTSE 100 che ha ricevuto “voti bassi”, ossia meno dell’80% di voti favorevoli, sul report annuale riguardante le retribuzioni del board è scesa al 6% rispetto al 13% del 2021. Questo significa che considerando il valore mediano, le proposte di remunerazione dei CEO hanno ottenuto l’approvazione del 94% dei votanti in assemblea.

Le politiche retributive

Ad ogni modo, nel 2023, la maggior parte delle società del FTSE 100 dovrebbe richiedere un voto triennale vincolante sulla politica retributiva. Ad oggi, 17 società del FTSE 100 hanno sottoposto una nuova politica retributiva al voto degli azionisti nel 2022, con solo quattro società che hanno ricevuto meno dell’80% di voti a favore.

Clima e ESG

Dall’anticipazione del report emerge, infine, che nel 2022, tra le società del FTSE 100, 11 hanno sottoposto al voto degli azionisti le attività ambientali e riguardanti il clima proposte dall’azienda, la cosiddetta “say on climate”. Di queste, cinque società hanno ricevuto meno del 90% dei voti a favore delle loro azioni e divulgazioni sul clima.

Attualmente, infatti, a seguito della COP26 e dell’obbligo di rendicontazione TCFD per le società quotate in borsa, oltre il 50% delle società include metriche di riduzione delle emissioni di carbonio nel bonus annuale o nell’incentivo a lungo termine, tipicamente legate alle emissioni di Scope 1 e 2.

Infine, come anticipato, l’analisi rivela che oltre il 90% delle società del FTSE 100 incorpora ora misure ESG nei propri piani di incentivazione.

“Gli investitori si stanno impegnando sempre più con le aziende del Regno Unito sulle loro ambizioni climatiche, con particolare attenzione all’allineamento con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e alla qualità delle loro informazioni. Laddove le misure ESG sono collegate alla retribuzione, gli investitori stanno alzando l’asticella in termini di trasparenza e di estensione degli obiettivi per garantire che la retribuzione rifletta i reali progressi in questo settore” ha commentato Stephen Cahill, vicepresidente di Deloitte.