Consob DNF | ESG News

Relazione annuale

Consob, prosegue il contrasto al greenwashing

La Consob continuerà a rafforzare le azioni di vigilanza sulla corretta disclosure degli investimenti sostenibili e le metodologie e i criteri utilizzati per l’emissione delle valutazioni ESG. È quanto dichiarato nella relazione della Commissione sul 2021. Quello di contrastare i rischi derivanti da comunicazioni non corrette sui profili di sostenibilità, e quindi i rischi di greenwashing e socialwashing, appare infatti tra gli obiettivi del Piano Strategico 2022-2024 della Consob.

In attesa della definizione del nuovo quadro normativo europeo in materia di rendicontazione di sostenibilità, l’istituto intende seguire un approccio ispirato al principio di proporzionalità e all’incentivazione della rendicontazione su base volontaria, e auspica una possibile nuova regolamentazione in materia di emissione di rating ESG sulla base di metriche convergenti, oggetto al momento di proposte in ambito europeo, che potrebbe fornire nei prossimi anni un prezioso contributo di trasparenza. In merito la Commissione avvierà una consultazione pubblica entro la fine dell’anno con l’obiettivo di acquisire ulteriori contributi dai partecipanti al mercato per migliorare l’affidabilità, la comparabilità e la trasparenza dei rating ESG.

L’attività della Consob è infatti sempre più attenta alla finanza sostenibile e alla trasparenza dei suoi investimenti con l’obiettivo di prevenire fenomeni come quello del greenwashing o del social washing. In particolare, secondo quanto emerge dalla relazione, la vigilanza sulle tematiche ESG nel 2021 si è concentrata sulla conformità alle norme comunitarie della ‘disclosure’ fornita dagli intermediari nella documentazione d’offerta, sul sito web e nelle comunicazioni di marketing ma anche sull’integrazione dei rischi Esg nel processo decisionale di investimento adottato dai gestori.

Nel primo semestre del 2021, è stata condotta un’analisi su un campione di 1.687 annunci pubblicitari, pervenuti alla Consob, di cui 607 (36%) relativi a prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali (ex art. 8 del Regolamento SFDR) o che hanno come obiettivo investimenti sostenibili (ex art. 9 del Regolamento SFDR). Dallo studio la Commissione ha ravvisato un approccio non omogeneo alla rappresentazione delle caratteristiche di sostenibilità del prodotto pubblicizzato, sebbene nella maggior parte dei casi vi sia un rimando al sito web del gestore in cui è possibile trovare le informazioni concernenti la politica ESG e le tematiche a essa collegate. In particolare, l’analisi ha evidenziato che i gestori di maggiore dimensione si sono effettivamente dotati di una policy di investimento completa e dettagliata.

A un anno dall’approfondimento, a marzo 2022, si contavano quasi 5 mila fondi europei, con un patrimonio complessivo prossimo a 2.300 miliardi di dollari, in crescita del 40% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Tendenza analoga in Italia dove alla fine del primo trimestre del 2022 il numero di fondi Esg era superiore a 1.900 e il patrimonio promosso era a 431 miliardi di euro.