Riduzione dell’impatto negativo delle aziende alimentari attraverso la vendita di cibi più sani e contrasto all’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni industriali. Sono questi i due temi principali su cui ShareAction, organizzazione no profit con sede in UK, si è focalizzata quest’anno durante la stagione 2025 delle AGM, le assemblee annuali. La stagione delle AGM è molto importante per ShareAction, si legge in una nota: “Offre a noi, agli investitori e ai cittadini impegnati, l’opportunità di mettere direttamente in discussione i Consigli di Amministrazione delle aziende quando i loro sforzi per ridurre i danni alla società sono troppo lenti. Le assemblee sono organizzate dalle aziende per riunire i loro azionisti, quindi acquistiamo azioni delle società che vogliamo influenzare, in modo da avere un accesso legale a queste riunioni”.
Per quanto riguarda la promozione di alimenti più salutari, nell’ambito del programma Healthy Markets Initiative (HMI), rappresentanti e sostenitori di ShareAction hanno partecipato alle assemblee di alcune tra le più grandi e influenti aziende del settore alimentare e delle bevande, attive nella produzione, distribuzione e ristorazione. Queste riunioni hanno rappresentato un’opportunità concreta per chiedere conto ai dirigenti aziendali dell’impatto che le loro attività hanno sulla salute pubblica, avanzando richieste specifiche a nome del programma Long-Term Investors in People’s Health (LIPH) di ShareAction. Le richieste principali riguardano una maggiore trasparenza sul livello di salubrità dei prodotti venduti e l’impegno concreto nel migliorare l’offerta di cibi sani.
Le assemblee cui ShareAction ha preso parte (o intende partecipare nei prossimi mesi) includono importanti nomi del settore: tra i produttori ci sono Nestlé, Coca-Cola, Unilever, PepsiCo, Kraft Heinz, Mondelēz International e General Mills, nella grande distribuzione Tesco, mentre nel settore della ristorazione figurano aziende come Domino’s Pizza (sia USA che UK), Papa John’s, Yum! Brands, McDonald’s, Greggs, Restaurant Brands International, Chipotle Mexican Grill e JD Wetherspoon.
Tuttavia, la no profit ha incontrato alcune difficoltà negli Stati Uniti, dove molte assemblee si svolgono ormai in modalità esclusivamente virtuale, come nel caso di Coca-Cola, PepsiCo e McDonald’s. Questo approccio ha limitato il dialogo con i Consigli di Amministrazione, a causa di riunioni molto brevi (come quella di Domino’s Pizza Inc., durata solo 16 minuti), della selezione preventiva delle domande degli azionisti e di limiti stringenti al numero di parole consentite per ciascun intervento.
Al contrario, nel Regno Unito e in Europa, la partecipazione in presenza ha permesso a ShareAction e ai suoi partner di porre domande direttamente ai vertici aziendali. Organizzazioni come CCLA, EQ Investors, Ethos Foundation, Greenbank e St. Francis of Philadelphia hanno dato prova di leadership responsabile, evidenzia la no profit, facendo pressione su aziende con un enorme impatto sulla salute pubblica per ottenere maggiore trasparenza. Questo impegno ha già dato i suoi frutti: alcune imprese si sono dichiarate disponibili a incontrare gli investitori del programma LIPH per discutere strategie legate alla salute e alla nutrizione.
Stando a quanto comunicato da ShareAction, un aspetto particolarmente significativo di quest’anno è stata la collaborazione con Bite Back, un’organizzazione di giovani attivisti che si batte per un sistema alimentare più sano. Grazie a questa partnership, diversi giovani hanno potuto partecipare alle AGM di Domino’s Pizza Group, McDonald’s e Greggs, portando direttamente le loro istanze ai vertici aziendali con interventi forti e ben documentati.
“I risultati ottenuti nel corso di questa stagione sono incoraggianti” dichiara la no profit, “Alcune aziende, anche negli Stati Uniti, hanno cominciato a reagire alla pressione degli investitori. Nestlé, ad esempio – il più grande produttore mondiale di cibo e bevande – ha riconosciuto pubblicamente il ruolo di ShareAction nell’averla spinta a iniziare a divulgare dati sulla salubrità delle sue vendite, allineandosi alle migliori pratiche del settore e adottando una metodologia supportata da esperti di sanità pubblica. Anche General Mills, dopo cinque anni di domande insistenti durante le AGM, ha finalmente iniziato a rendere pubblici alcuni dati sulla qualità nutrizionale dei propri prodotti, utilizzando metriche riconosciute a livello internazionale, sebbene i dettagli sul metodo usato restino scarsi”.
Ma il lavoro di ShareAction non si conclude con la fine delle AGM. Nei prossimi mesi, il programma LIPH continuerà a incontrare aziende del settore della ristorazione per aprire un dialogo costruttivo su trasparenza, salute e gestione dei rischi. Parallelamente, il confronto con i produttori proseguirà per garantire che gli impegni presi si traducano concretamente in una maggiore offerta di cibi sani.
Accanto alla battaglia per un’alimentazione più sana, ShareAction sta portando avanti un’altra iniziativa emergente all’interno del programma LIPH: la Clean Air Initiative. Questo progetto si propone di affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico generato dalle attività aziendali. L’obiettivo è spingere le imprese dei settori a più alte emissioni – come logistica, trasporti e costruzioni – a essere più trasparenti sugli impatti, i rischi e le opportunità legati all’inquinamento dell’aria, e ad accelerare le azioni per ridurre le emissioni nocive sia nelle loro operazioni dirette che lungo l’intera filiera.
Poiché molte aziende non agiscono spontaneamente in questo ambito, ShareAction chiede anche a legislatori e organismi di regolamentazione di introdurre norme vincolanti e sistemi di rendicontazione obbligatoria sull’inquinamento atmosferico.
Durante questa stagione delle AGM, ShareAction e i suoi partner hanno partecipato alle assemblee di grandi aziende globali e altamente emissive, come Amazon, DHL e UPS, per sollevare domande specifiche sulle strategie adottate per affrontare l’inquinamento dell’aria. Le risposte ricevute sono state variegate: “alcune vaghe, altre più promettenti e aperte a futuri confronti” afferma ShareAction
Nel prossimo futuro, l’Iniziativa per l’aria pulita continuerà a impegnarsi con le aziende dei settori ad alte emissioni per rafforzare la responsabilità aziendale su questo tema fondamentale per la salute pubblica. Saranno avviati dialoghi costruttivi per discutere le strategie di riduzione delle emissioni e migliorare la trasparenza riguardo agli impatti ambientali.