Bollitori gas

L'opinione di Mark Lacey, Alexander Monk e Felix Odey di Schroders

Quanto è credibile il piano UE per ridurre la dipendenza dal gas russo?

La Russia soddisfa al momento il 35-40% delle necessità di gas del Vecchio Continente. La guerra in Ucraina ha evidenziato l’urgente necessità dell’Europa di diversificare le sue fonti di gas, così come l’obiettivo di lungo termine di passare a fonti di energia pulita.

A fine marzo, l’UE ha firmato un accordo con gli USA sul gas naturale liquefatto (GNL) che stabilisce un framework per la fornitura, entro la fine dell’anno, di gas naturale all’UE pari a circa il 10% del gas che attualmente il Vecchio Continente riceve dalla Russia.

Nel lungo termine, il piano è che gli Stati Uniti e i partner internazionali forniscano circa 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno all’UE – in aggiunta ai 22 miliardi di metri cubi attualmente forniti e dei 37 che dovrebbero essere garantiti entro la fine dall’anno da parte degli USA.

Mark Lacey, Head of Global Resource Equities

Tutto ciò fa parte di un’iniziativa (REPowerEU) che mira a ridurre le importazioni europee di gas russo di circa due terzi entro la fine del 2022 (pari a circa 100 miliardi di metri cubi all’anno). Si tratta di un piano molto ambizioso, di cui abbiamo analizzato cinque target principali e le sfide da affrontare.

Target 1: importare 50 miliardi di metri cubi extra di GNL da fonti alternative
Felix Odey, Portfolio Manager, Global Resource Equities di Schroders

Anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa aveva iniziato a ridurre gradualmente il gas russo e a importa più GNL. Il problema è che gli Stati Uniti non possono fare molto in termini di fornitura e l’Europa è in competizione con altri paesi per l’importazione di GNL. Un altro ostacolo è che il GNL – come suggerisce il nome – è liquido e deve essere trasformato nuovamente in gas tramite un processo che viene chiamato “rigassificazione”, e per il quale l’Europa non ha la capacità di riserva necessaria. La buona notizia è che l’Europa sta pianificando di ampliare la sua capacità in materia; anche se il processo non è ancora partito. 

Target 2: aumentare le importazioni non russe di 10 miliardi di metri cubi via gasdotti

Se ricevere più GNL non è una soluzione semplice, anche aumentare la fornitura attraverso i gasdotti esistenti sarà molto difficile senza un ulteriore sviluppo della produzione. Al momento i principali fornitori sono l’Algeria – con progetti di espansione per l’operatore Sonatrach – la Norvegia e il Regno Unito ma ogni sviluppo di nuovi impianti è stato molto limitato negli ultimi anni.

Target 3: ridurre la domanda di gas naturale aumentando la produzione di energia rinnovabile

A nostro avviso, focalizzarsi sulle rinnovabili è la soluzione più logica e sostenibile. Tuttavia, è un processo di lungo termine. A livello di costi, anche con i recenti aumenti dei prezzi delle materie prime, la generazione di energia rinnovabile attraverso eolico e solare risulta già molto più conveniente rispetto ai sistemi termoelettrici e a carbone.

Tuttavia, le spese in conto capitale per la produzione di energia rinnovabile sono molto inferiori rispetto a quanto necessario per raggiungere i target esistenti per il 2030/2050. Lo stesso vale per gli investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione.

Il principale ostacolo oggi non è la volontà politica o gli investimenti, ma la logistica, a causa delle disruption legate al Covid-19. La speranza è che nel 2023 inizieremo a vedere un allentamento di tali limitazioni, ma anche in questo caso non esiste una soluzione semplice.

Fonte: BNEF, Schroders estimates, marzo 2022.
Target 4: adottare misure per migliorare l’efficienza energetica e ridurre la domanda

Guardando al lato della domanda, il gas viene usato per riscaldare circa il 35% degli edifici commerciali e residenziali dell’UE. Non vi sono dubbi che gli attuali prezzi di gas ed elettricità stiano portando a una riduzione temporanea e permanente della domanda. Molte industrie, come i produttori di fertilizzanti e cementi, stanno annunciando chiusure temporanee di alcuni impianti a causa dei prezzi elevati del gas.

Alexander Monk, Portfolio Manager, Global Resource Equities di Schroders

Intanto, una recente analisi di Bloomberg indica che una riduzione di 1,75° Fahrenheit nei termostati potrebbe ridurre la domanda europea a livello residenziale e commerciale del 10%.

Quando possibile, le pompe di calore sono un modo efficiente per ridurre i consumi di gas. L’UE mira ad accelerare la loro adozione a livello residenziale, con l’obiettivo di vedere una crescita di 10 milioni di unità nel mercato UE nei prossimi 5 anni. 

Target 5: riportare lo stoccaggio all’80% della capacità entro novembre

Infine, il piano REPowerEU mira ad aumentare lo stoccaggio di gas, riportandolo all’80% della capacità entro il 1° novembre 2022, e al 90% nei prossimi anni. È un obiettivo strano, dato che essenzialmente implica che gli operatori comprino gas sul mercato a qualsiasi costo, durante l’estate, per evitare un’altra impennata il prossimo inverno. Al momento, i livelli di stoccaggio di gas in Europa sono inferiori del 25% circa rispetto alla norma, ma superiori ai minimi del 2018.

Conclusioni

In conclusione, non ci sono risposte semplici al problema della sostituzione del gas naturale in Europa. Il Vecchio Continente ora dipende molto dalle importazioni di GNL e il piano REPowerEU agirà da acceleratore del passaggio a nuovi fornitori, meno rischiosi.

Gli Stati Uniti saranno in prima linea in tal senso. Le aziende USA meglio posizionate per beneficiare di questa maggiore domanda e del conseguente aumento dei prezzi saranno quelle che possono avvalersi di risorse a basso costo e di un accesso facilitato agli impianti per le esportazioni di GNL.