Lo sviluppo dei sistemi di accumulo di energia è un prerequisito indispensabile per la continua diffusione su larga scala delle energie rinnovabili. Mentre il solare e l’eolico sono considerati tecnologie chiave nella transizione energetica a basse emissioni di CO2 e nell’elettrificazione dell’economia, la gestione della loro volatilità rimane un fattore chiave per il successo. Mentre nel 2023 solo il 3% della capacità rinnovabile includeva lo stoccaggio, questa quota salirà al 12% entro il 2030. Di conseguenza, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il mercato dei sistemi di accumulo di energia (batterie, sistemi di integrazione e sistemi di gestione dell’energia) crescerà in media del 30% all’anno fino al 2030.
Ora che il costo medio delle energie rinnovabili (solare ed eolica onshore) è competitivo con quello dei combustibili fossili, garantire la continuità della fornitura sta diventando una sfida importante ai fini di una loro adozione diffusa. In molti settori (industria, trasporti, edilizia), la continuità dell’approvvigionamento energetico è essenziale, indipendentemente dall’ora del giorno o dalle condizioni meteorologiche. Alcune tecnologie per l’accumulo a lungo termine (più di 12 ore) esistono da molto tempo (accumulo meccanico con pompe idrauliche, accumulo chimico con idrogeno), ma sono ancora riservate ad applicazioni specifiche (soprattutto industriali).
L’elettrificazione delle applicazioni sta creando una forte domanda di periodi di stoccaggio più brevi, in media da 2 a 4 ore (mobilità, elettrodomestici). La tecnologia preferita è l’accumulo elettrochimico basato sull’uso di batterie. Nel 2023, la nuova capacità di energia da fonte solare ed eolica installata in tutto il mondo è aumentata del 23%, e si prevede che il suo tasso di crescita medio raggiungerà il 14% entro il 2030. In base a questo trend, queste due tecnologie dovrebbero rappresentare tra il 35% e il 40% del mix energetico globale entro il 2030. Lo stoccaggio seguirà quindi la stessa dinamica per garantire la stabilità delle reti elettriche e la continuità dell’approvvigionamento.
La Cina domina il mercato dell’accumulo di energia in termini geografici, aiutata dal fatto che in diverse province esiste una regola che prevede che tra il 10% e il 20% della capacità di energia rinnovabile debba includere un sistema di accumulo. Seguono i principali Paesi con una forte crescita dell’energia solare: India, Stati Uniti e, in misura minore, Europa (in particolare la Penisola Iberica).
Come succede per il settore delle batterie per i veicoli elettrici, quelle con chimiche LFP (litio ferro fosfato) e agli ioni di litio dominano il mercato dell’accumulo. Non sorprende che i grandi player cinesi dominino il mercato con una quota del 78% nel 2023 (inclusa CATL, che detiene una quota del 40%).
Sebbene le batterie dedicate all’accumulo rappresentino non più del 25% della produzione attuale dei player principali del settore, questo segmento in rapida crescita è una manna dal cielo per queste aziende, che sono stati colpiti dal rallentamento ciclico delle vendite di veicoli elettrici in tutto il mondo.
Il fondo ODDO BHF Green Planet è attualmente investito in due dei principali player del mercato dello stoccaggio di energia a batteria:
- BYD, leader globale cinese nei veicoli elettrici e terzo produttore mondiale di batterie, con una quota del 12% del mercato dello stoccaggio di energia nel 2023. Il gruppo è attivo anche nei sistemi di integrazione, con una quota di mercato pari al 10%, subito dopo un’altra azienda cinese, Sungrow;
- Samsung SDI, gruppo sudcoreano, è il sesto attore al mondo nel mercato dello stoccaggio di energia, con una quota di mercato del 5%. Il gruppo si distingue per lo sviluppo della tecnologia delle batterie a stato solido, che offre i vantaggi di una maggiore densità di energia (il che si traduce in una maggiore durata), di una temperatura di esercizio più flessibile (adatta quindi all’immagazzinamento di energia in aree e condizioni potenzialmente molto diverse), di un minor rischio di esplosione e dell’assenza di metalli costosi e inquinanti come il cobalto.