Con l’entrata in vigore, a inizio gennaio, della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), la direttiva europea sulla rendicontazione di sostenibilità che ha esteso il numero di imprese obbligate a rendere conto dei propri risultati e impatti ESG, le aziende sono chiamate ad adattare la propria organizzazione alle nuove normative e ai nuovi principi ESRS (European Sustainability Reporting Standards). Questo si traduce nell’implementazione di nuovi processi e procedure oltre che a nuovi sistemi di rendicontazione, di controllo e di archiviazione delle informazioni per poter essere compliance con le richieste UE.
“Un percorso impegnativo per le imprese italiane sia in termini di comprensione che di tempistiche” sottolinea Laura Verrascina, la quale dal 2023 ha assunto il ruolo di CSRD Task Force Leader presso Mazars in Italia proprio per guidare la preparazione alle sfide indotte dalla nuova normativa sui bilanci sostenibili in tutte le Service Line della nota società internazionale di audit, tax e servizi di consulenza. “Nonostante la sfida, questo percorso offre l’opportunità di fornire una visione completa agli stakeholder, utilizzando un linguaggio standardizzato e un’informativa quali-quantitativa dettagliata sulle questioni di sostenibilità significative dell’impresa” dichiara Verrascina in questa intervista a ESGnews e ricorda, inoltre, che introdurre in azienda modelli produttivi orientati alla sostenibilità genera inevitabilmente effetti positivi a livello economico per l’azienda.
La sostenibilità emerge come un elemento strategico in grado di innescare nuove dinamiche competitive e svolgere un ruolo cardine nel mercato, spiega la manager che sottolinea come l’approccio di Mazars si focalizzi sull’analisi e sulla comprensione delle specifiche esigenze di ciascuna impresa, offrendo conoscenze tecniche e un supporto su misura.
Rendicontazione ESG: punto di partenza o punto di arrivo?
Partiamo dal concetto di sostenibilità, considerandola non solo come un obiettivo finale bensì come un percorso in evoluzione che richiede di riallineare lo scopo, la strategia e il modello di business dell’azienda con le tematiche ESG in un contesto in continua evoluzione e cambiamento.
L’introduzione in Europa della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha significativamente rivoluzionato le regole della rendicontazione sull’informativa di sostenibilità. Grazie a questo cambiamento normativo e all’azione delle autorità di regolamentazione, gli attori economici saranno tenuti ad adottare gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Questo richiede una rappresentazione uniforme e standardizzata, secondo obiettivi definiti dalla CSRD, fornendo agli investitori e agli altri stakeholder una dettagliata informativa quali-quantitativa sui risultati in materia di ESG.
Siamo entrati nella nuova era delle tematiche ESG in cui tali argomenti diventano quadro di riferimento per valutare la sostenibilità attraverso l’accresciuta consapevolezza della necessità di possedere strategie di sostenibilità coerenti, tangibili e documentabili nei loro progressi.
La regolamentazione della rendicontazione dell’informativa sulla sostenibilità fondata sui temi ESG riflette un cambiamento profondo, delineando la strada indicata alle imprese per un’evoluzione coerente in linea con le necessità espresse dagli stakeholders e in particolare investitori, istituzioni finanziarie, clienti, dipendenti oltre che dalla società in generale.
Dal prossimo anno la nuova normativa sul bilancio di sostenibilità CSRD toccherà un notevole numero di imprese anche in Italia. Dal vostro osservatorio come si stanno preparando per l’adempimento?
Con l’obiettivo di proseguire nel cammino europeo verso il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e con l’ambizione di rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2025, il legislatore europeo ha definito la nuova normativa relativa al bilancio di sostenibilità CSRD ponendo l’accento sulla necessità di uniformità e comparabilità delle informazioni riportate sui temi ESG. Per perseguire l’intento di condurre tutti verso gli obiettivi comunitari ha notevolmente ampliato il perimetro di applicazione della CSRD e dunque delle disposizioni sulla rendicontazione obbligatoria dell’informativa di sostenibilità senza dimenticarsi delle imprese non rispondenti ai requisiti di inclusione nel campo di applicazione che saranno comunque sottoposte a richieste di informativa sulla sostenibilità alla luce dell’obbligo di disamina e rendicontazione dell’intera catena del valore disposto dalla CSRD.
L’avvio della preparazione delle imprese è in corso attraverso programmi di formazione specifici, la revisione della struttura aziendale, la creazione di team dedicati e l’assunzione di figure consulenziali dedicate al supporto e all’accompagnamento verso la compliance con la CSRD che, mediante la loro expertise, strutturano il lavoro da condurre all’interno dell’impresa e offrono servizi mirati come Gap Analysis, sessioni di training formativi e tool per la raccolta dati.
Quali sono le criticità che devono ancora affrontare e le maggiori sfide per le aziende italiane?
Il percorso per prepararsi alla rendicontazione di sostenibilità così come definita dalla CSRD è sicuramente sfidante per le imprese italiane sia in termini di comprensione che di tempistiche. Le imprese stanno cominciando a familiarizzare con le disposizioni della CSRD e con la comprensione dei principi di rendicontazione ESRS ma per arrivare preparati all’emissione del primo bilancio di sostenibilità, secondo quanto disposto dalla nuova normativa, il percorso da fare è sicuramente impegnativo.
Le imprese dovranno in poco tempo elaborare una visione delle esigenze di rendicontazione quali politiche, piani d’azione e indicatori facendo una diagnosi della propria organizzazione al fine di avere una prima visione del percorso e definire anticipando quanto possibile il piano di implementazione necessario.
La gestione di questo processo costituisce una notevole sfida per le imprese, le quali devono valutare con precisione i temi rilevanti da rendicontare. Tale valutazione non si limita solamente agli impatti rilevanti sulle persone e sull’ambiente, generati dalle attività dell’impresa e dalla sua catena del valore sia a monte che a valle (c.d. materialità di impatto – visione “inside-out”), ma deve anche considerare gli effetti finanziari rilevanti per l’azienda derivanti dalle questioni di sostenibilità, identificando i rischi e le opportunità correlate (c.d. materialità finanziaria – visione “outside-in”).
Le imprese dovranno poi essere pronte ad adattare la propria organizzazione alle nuove normative e ai principi ESRS, implementando nuovi processi e procedure oltre a sistemi di rendicontazione, di controllo e di archiviazione delle informazioni. Dovranno inoltre essere pronte alla rendicontazione dell’informativa quali-quantitativa definita dalla Tassonomia Europea e contenuto obbligatorio del bilancio di sostenibilità secondo la CSRD.
Nonostante la sfida, questo percorso offre l’opportunità di fornire una visione completa agli stakeholder, utilizzando un linguaggio standardizzato e un’informativa quali quantitativa dettagliata sulle questioni di sostenibilità significative dell’impresa.
L’Italia è caratterizzata dalla presenza di piccole e medie imprese. Quali sono le priorità per le aziende di minori dimensioni e a che punto sono del loro percorso?
Negli ultimi anni, le piccole e medie imprese hanno dimostrato un’attenzione crescente ai temi ESG. Tuttavia, si osserva una carenza di informazioni relative alle politiche e performance di sostenibilità delle PMI. Pertanto, la divulgazione di dati ESG accurati e comparabili comporterebbe benefici non solo per l’azienda stessa ma anche per le grandi imprese con cui intrattengono rapporti commerciali. Le PMI non quotate, infatti, pur essendo attualmente fuori dall’ambito di applicazione della CSRD, rientrano a tutti gli effetti nella catena del valore di tutte le imprese soggette alla redazione del report CSRD. Pertanto, saranno anch’esse coinvolte nella divulgazione delle informazioni ESG. La capacità di fornire ai propri clienti e/o fornitori obbligati al report CSRD le informazioni richieste in ambito ESG diventerà un importante driver di mercato per le PMI. Di conseguenza è essenziale per le aziende di minori dimensioni adeguarsi all’evoluzione normativa al fine di rimanere competitive sul mercato, al pari delle grandi imprese, e di disporre di una preparazione anticipatoria strutturata e completa per arrivare ad una rendicontazione di successo.
Qual è l’approccio distintivo di Mazars nel supportare le aziende nella propria transizione verso l’informativa di sostenibilità e quale tipo di supporto potete dare come professionisti?
L’approccio distintivo di Mazars si focalizza sull’’analisi e sulla comprensione delle specifiche esigenze di ciascuna impresa in termini di qualità.
Fondato sulla comprensione profonda delle necessità aziendali, il nostro approccio si impegna a valorizzare la fase attuale del percorso di sostenibilità delle imprese. Offriamo conoscenze tecniche e un supporto su misura per accompagnarle nel loro processo di evoluzione verso le nuove sfide. Come stakeholder chiave nei processi di sviluppo normativo, anticipiamo e spieghiamole nuove normative e le crescenti aspettative del mercato. Il nostro impegno costante è orientato a sostenere i cambiamenti necessari verso un’economia sostenibile e a garantire ai clienti la sicurezza di cui hanno bisogno per il futuro.
Il nostro impegno verso standard rigorosi di professionalità e la nostra determinazione nello sviluppare relazioni durature e consolidate, sono valori condivisi in tutto il gruppo Mazars, così come i principi di integrità, trasparenza e correttezza.
Il nostro obiettivo è offrire un servizio di alta qualità e un’esperienza positiva e soddisfacente mettendo a disposizione delle imprese un punto di riferimento di eccellenza tecnica e fornendo un significativo supporto professionale.
Nel contesto attuale delle imprese verso l’adeguamento con l’evoluzione normativa del bilancio di sostenibilità possediamo l’expertise per creare processi di accompagnamento personalizzati. Siamo pronti a supportare le imprese sia nell’implementazione dei passi necessari per redigere il bilancio di sostenibilità, sia nel garantire la conformità del proprio bilancio di sostenibilità attraverso l’assurance di una terza parte indipendente.
A fronte degli sforzi e dei costi necessari alla trasformazione del proprio modello operativo, per le imprese che sapranno rendere sostenibile la propria attività si apriranno nuove opportunità: riscontrate sensibilità verso questi aspetti?
Il processo di trasformazione richiesto sia a livello di modello operativo che di rendicontazione dell’informativa di sostenibilità impone sfide significative per le imprese che influenzano direttamente i piani di investimento e i costi aziendali. Ma tutto questo ha come obiettivo primario quello di generare effetti positivi per le imprese, specialmente a livello reputazionale che si riflette su consumatori e investitori sempre più sensibili alla sostenibilità e inclini a preferire, comprare e investire in imprese che comunicano e pubblicizzano il loro impegno in materia di sostenibilità. Inoltre, le aziende che abbracciano i temi ESG si assicurano un vantaggio competitivo un rapporto di fiducia a lungo termine con i clienti.
Introdurre in azienda modelli produttivi orientati alla sostenibilità implica anche un impegno nell’uso di energia da fonti rinnovabili, nell’ottimizzazione dei processi e nella riduzione degli sprechi e scarti di produzione. Questo approccio genera inevitabilmente effetti positivi a livello economico per l’azienda. Da un lato, si può risparmiare sull’utilizzo di risorse che impattano sul processo produttivo e, dall’altro, diminuire i costi dovuti a inefficienze, portando a notevoli risparmi finanziari per l’azienda.
La sostenibilità, dunque, emerge come un elemento strategico in grado di innescare nuove dinamiche competitive e svolgere un ruolo cardine nel mercato. L’incremento del volume di affari e le nuove competenze richieste per gestire al meglio processi innovativi hanno portato anche alla nascita di nuove figure professionali e tecniche, contribuendo all’espansione dell’occupazione nelle aziende che abbracciano un approccio sostenibile.