foto Michelangelo Suigo | ESGnews

Intervista

Suigo (Inwit): digitalizzazione e sostenibilità sono due concetti strettamente correlati

Le torri come nuovo avamposto tecnologico della sostenibilità. È questo l’elemento che caratterizza la strategia di Inwit, leader italiano delle torri di trasmissione dati, che dal marzo 2020 ha intrapreso un processo di trasformazione del modello di business orientandolo con decisione alla sostenibilità, con l’obiettivo di generare valore nel lungo periodo per l’azienda.

In questo contesto le torri giocano un ruolo fondamentale: grazie all’avanzamento tecnologico, infatti, le infrastrutture di trasmissione non sono più delle semplici centraline di telecomuncazione, ma dei veri e propri hub tecnologici in grado di ospitare soluzioni IoT (Internet of things), aprendo le porte quindi a una serie di servizi intelligenti che possono essere messi a servizio delle comunità.

“Digitalizzazione e sostenibilità sono due concetti che, secondo noi, agiscono in maniera sinergica e per noi, inoltre, la digitalizzazione del Paese rappresenta un’opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale, in grado di integrare pienamente tutte le dimensioni della sostenibilità” spiega Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione & Sostenibilità di Inwit, in questa intervista a ESGnews.

Cos’è la sostenibilità per Inwit e come la incorporate nella vostra strategia?

Per Inwit la sostenibilità è innanzitutto un atto di responsabilità nei confronti dei propri stakeholder, del territorio e della società in cui opera. Con la nascita della nuova Inwit, a marzo 2020, abbiamo intrapreso un processo di trasformazione del nostro modello di business fortemente orientato alla sostenibilità, con l’obiettivo di generare valore nel lungo periodo per l’azienda. Al centro di questo processo c’è il ruolo di “Tower as a service” delle nostre torri. Il nostro core business consiste nella realizzazione e nella condivisione di infrastrutture digitali, torri o coperture dedicate indoor o outdoor, a tutti gli operatori tlc del mercato. Il nostro business è quindi intrinsecamente sostenibile, in quanto in grado di coniugare efficacia industriale, economica, sociale e ambientale. Digitalizzazione e sostenibilità sono due concetti che, secondo noi, agiscono in maniera sinergica e per noi, inoltre, la digitalizzazione del Paese rappresenta un’opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale, in grado di integrare pienamente tutte le dimensioni della sostenibilità. Significa superare le barriere e porre le basi per ridurre le disuguaglianze e per tendere ad un’inclusione digitale che possa garantire pari opportunità nell’utilizzo della rete e nello sviluppo della cultura dell’innovazione. Parallelamente, lo sviluppo delle infrastrutture digitali consente di abilitare l’uso delle tecnologie emergenti (come l’IoT), driver per l’evoluzione delle nostre città in smart cities, con effetti benefici anche dal punto di vista del risparmio dei consumi energetici e quindi degli impatti emissivi, oppure possono ospitare anche gateway e sensori IoT per il monitoraggio del territorio e degli eventi climatici, fornendo un contributo concreto alla transizione digitale ed ecologica del Paese e alla tutela del territorio.

Quest’anno avete lanciato il nuovo piano di sostenibilità 2023-26, su cosa è centrato?

Al centro del nostro Piano di Sostenibilità c’è proprio il concetto di Tower as a service, che si sviluppa su 3 pilastri E (Environment), S (Social) e G (Governance). Rappresenta per noi uno dei principali driver nella transizione verso un modello di business pienamente sostenibile. In coerenza con l’Agenda 2030 dell’ONU, il Piano è pienamente integrato nella strategia industriale di Inwit e in linea col ruolo di Inwit come abilitatore dello sviluppo digitale per la crescita del Paese. Un ruolo coerente con i due Sustainable Development Goals descritti nell’Agenda 2030: il goal 9 “Imprese, Innovazione, Infrastrutture”, che punta a costruire infrastrutture resilienti e promuovere un’innovazione e un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e il goal 11 “città e comunità sostenibili”, per rendere gli agglomerati urbani più inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Cosa si intende con il concetto “Tower as a service”?

Il concetto di Tower as a service riprende uno dei principali modelli di business dell’economia circolare, quello del prodotto come servizio. In qualità di neutral host, attraverso la condivisione delle nostre infrastrutture digitali a più clienti, siamo in grado di offrire più servizi integrati, secondo una concezione della torre come centro tecnologico, assicurandone la realizzazione, la manutenzione, l’alimentazione, il condizionamento e la sua sicurezza.

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un’evoluzione della torre. Mentre prima erano torri di telecomunicazione, ora le nostre infrastrutture sono diventate veri e propri hub tecnologici in grado di ospitare anche soluzioni IoT. Sono ormai al centro dell’ecosistema digitale e contribuiscono a rendere il nostro Paese sempre più digitalizzato e sostenibile. Il concetto di “tower as a service” è proprio questo: infrastrutture capaci di accelerare le reti ultraveloci in cui si fondono componenti IoT e sistemi di comunicazione, in grado di abilitare servizi innovativi, con impatti decisivi in ogni settore.

La digitalizzazione è infatti la vera leva per la creazione di una società più giusta ed inclusiva, e anche più sostenibile e resiliente. La torre come alleata delle comunità e dei territori, uno strumento integrato che genera valore, in quanto contribuisce allo sviluppo di opportunità e di inclusione sociale. Permette inoltre ai singoli territori di non rimanere vittime del digital divide, ma di trovare un rinnovato rilancio attraverso la tecnologia e le tante opportunità offerte dal 5G.

Dal punto di vista ambientale quali sono i vostri obiettivi climatici?

La strategia climatica di Inwit prevede impegni specifici, quali: il raggiungimento della Carbon Neutrality al 2024; la riduzione delle emissioni di GHG Scope 1 e 2 del 42% al 2030, come certificato dalla Science Based Target Initiative e la definizione di un piano di decarbonizzazione per raggiungere Emissioni Nette Zero.

Per raggiungere questi obiettivi, ci impegniamo in azioni di mitigazione diretta, particolarmente orientate all’abbattimento dei consumi di energia elettrica che rappresentano l’80% delle nostre emissioni dirette e indirette complessivamente generate. Principalmente, si tratta di azioni di efficientamento energetico, mediante l’installazione di impianti di raffrescamento-free cooling e raddrizzatori di corrente ad alta efficienza, a cui si aggiunge il ricorso ad energia da fonti rinnovabili, attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici sui nostri siti e l’acquisto di energia da fonti rinnovabili. Abbiamo, inoltre, avviato un percorso per la definizione ed implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale, con obiettivo di certificazione secondo lo standard ISO 14001 nel 2024, e abbiamo adottato un Sistema di Gestione dell’Energia, certificato nel mese di marzo 2023 secondo lo standard ISO 50001.

Tra i temi per voi importanti vi è la protezione della biodiversità, ancora troppo trascurata dalle aziende. Quali sono le vostre iniziative principali?

Una delle linee di azione dell’area Environment del Piano di sostenibilità, è rappresentata dalla tutela della biodiversità, intesa come variabilità degli organismi viventi. Per essere trasparente nella comunicazione a tutti i suoi stakeholder e per testimoniare l’impegno attivo nel perseguire l’SDG 15 dell’Agenda 2030 dell’ONU, “Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione e arrestare e invertire il degrado del suolo e fermare la perdita di biodiversità”, Inwit ha redatto e pubblicato un position paper in merito alla valutazione degli impatti e delle opportunità delle proprie infrastrutture sulla biodiversità (https://www.inwit.it/it/i-nostri-valori-sostenibili/biodiversita). Come risultato di tale valutazione, i valori teorici relativi alla stima della magnitudine delle incidenze delle proprie attività risultano compresi fra i valori di assente/non significativa e lieve/moderata, non presentando la presenza di possibili impatti significativi. Sono state valutate, inoltre, le opportunità a vantaggio e a tutela della biodiversità che possono essere direttamente legate alle attività di Inwit, in una logica, appunto, di “Tower as a service”. A cominciare, ad esempio, dall’installazione sulle torri di sensoristica IoT e videocamere smart, per il monitoraggio ambientale, e del territorio, oppure faunistico o per scopi di prevenzione incendi. È da questa valutazione che nascono gli accordi chiusi recentemente con WWF e Legambiente. Il progetto con il WWF Italia prevede l’installazione di tecnologia avanzata sulle infrastrutture Inwit in tre aree protette boschive gestite dal WWF per rilevare tempestivamente la presenza di roghi, tutelando in questo modo la biodiversità presente in queste aree. Mentre il progetto con Legambiente prevede il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico.  attraverso sensoristica IoT e gateway per misurare alcuni parametri ambientali relativi alla qualità dell’aria, tra cui anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili. Le infrastrutture realizzate da Inwit sono particolarmente adatte al monitoraggio di parametri ambientali di varia natura, per la loro diffusione capillare sul suolo italiano, per la loro altezza, che permette di monitorare parametri atmosferici evitando i rumori di fondo che si potrebbero avere vicino alla superficie e, nel caso di torri di tipologia raw-land, (posizionate su terreni) per la collocazione relativamente isolata, che permette di ricevere dati da aree altrimenti poco attenzionate.

Alcune nuove tecnologie con le quali operate, ci riferiamo al 5G, suscitano alcuni timori tra la popolazione, nonostante le rassicurazioni da parte della scienza. Come affrontate queste prese di posizione?

Esiste ancora un’accentuata disinformazione sul 5G. Tuttavia, secondo un’indagine dell’istituto Piepoli elaborata per Inwit nel maggio 2023, l’88% degli italiani vede positivamente il 5G per la crescita dell’Italia, mentre il 10% lo vede come un rischio con qualche opportunità, e solo il 2% lo percepisce come un rischio. La percentuale di italiani che crede che il 5G possa avere effetti sulla salute è quindi estremamente esigua, ma spesso rumorosa. Nonostante si percepisca che la maggioranza dei cittadini abbia compreso l’importanza delle infrastrutture digitali e del 5G e i benefici in termini di nuovi servizi e sviluppo economico, esiste ancora una minoranza che riesce ad incidere su un tema così strategico. È quindi ancora necessaria una forte mobilitazione culturale e politica per far arrivare sui territori un’informazione corretta sul 5G e sugli impatti positivi che derivano dalla digitalizzazione, affinché le fake news non prendano il sopravvento. Parallelamente è necessario far percepire l’infrastruttura digitale per quello che è. Ossia un vero e proprio “alleato” dei territori, un corpo integrato e non estraneo al processo di sviluppo degli stessi. Uno strumento che genera valore, non solo in quanto opera di pubblica utilità, ma in quanto determinante nel processo di digitalizzazione e di sviluppo dei territori.

Noi stiamo cercando di dare il nostro contributo per divulgare un’informazione corretta che possa dare alle amministrazioni comunali e di conseguenza ai cittadini, tutti gli strumenti possibili per poter capire il valore delle infrastrutture digitali e delle nuove tecnologie.

È in questa direzione che va Protocollo di intesa che abbiamo sottoscritto con Anci, Infratel, il Dipartimento della Trasformazione Digitale e tutti i principali operatori che si sono aggiudicati dei bandi del PNRR, proprio per definire un modus operandi e per cercare di far conoscere alle amministrazioni locali tutte le modifiche e le opportunità, anche di semplificazione normativa, che sono state adottate negli ultimi tempi.

E sempre in questa direzione va anche l’accordo con UNCEM, Unione Nazionale dei Comuni e delle Comunità montane, per lo sviluppo e il miglioramento della fruizione dei servizi digitali per comuni, unioni e comunità montane. L’accordo prevede l’applicazione delle misure di semplificazione previste nel Codice delle comunicazioni elettroniche, di quelle volte a favorire la realizzazione degli impianti su aree comunali e la definizione di modalità più celeri da un punto di vista amministrativo per il rilascio delle relative autorizzazioni, cercando così di accelerare i tempi di infrastrutturazione digitale del territorio. 

La questione dei limiti elettromagnetici: tutti sembrano d’accordo sulla necessità di un adeguamento ai parametri UE ma fino ad oggi nessuno si è preso la responsabilità politica di passare all’azione. Crede che il nodo sarà prima o poi sciolto o bisognerà rassegnarsi? E con quali conseguenze sul fronte della roadmap operativa?

In Italia i limiti relativi alle emissioni elettromagnetiche (Cem) sono molto più stringenti rispetto a quelli vigenti negli altri Paesi dell’Ue. A differenza di quanto indicato quasi 24 anni fa in una Raccomandazione Europea, adottata da tutti i principali paesi europei, tra cui Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, la nostra legislazione li ha fissati inspiegabilmente a valori 100 volte inferiori in termini di potenza, e non li ha mai rivisti. Questo comporta notevoli difficoltà di implementazione delle reti mobili a banda ultra-larga. Nel contesto italiano, caratterizzato dalla presenza di 4 operatori di rete mobile, oltre agli Other Licensed Operators (OLOs – licenziati per FWA), lo spazio elettromagnetico disponibile deve tenere conto della coesistenza di più impianti che, generando fondo elettromagnetico per vicinanza, necessitano di spazio elettromagnetico maggiore. Gli attuali limiti CEM rendono spesso impossibile la condivisione delle infrastrutture tra più operatori, determinando la necessità di molte nuove infrastrutture con consumi aggiuntivi di energia elettrica, maggiore quantità di CO2 emessa e maggiore consumo di suolo e di materiali.

L’adeguamento dei limiti CEM è auspicabile non solo per realizzare la piena e completa digitalizzazione della Nazione, ma anche per ragioni economiche. Una ricerca di EY, ripresa dallo studio LUISS del 2021, ha infatti stimato che uno slittamento nello sviluppo del 5G in Italia potrebbe determinare una contrazione del mercato interno tra 2,9 e 4,3 mld di euro. Ciò a fronte dei benefici che la completa diffusione del 5G potrebbe assicurare un aumento del valore della produzione europea di 2.000 miliardi di euro, un aumento del PIL europeo pari a 1.000 mld di euro e 20 mln di posti di lavoro. Anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ha più volte sollecitato il legislatore nazionale ad adeguare i limiti, nell’ottica di facilitare lo sviluppo delle reti ad alta velocità. Mi sento comunque di rimanere ottimista. Ci sembra di capire che ci sia un orientamento verso un approccio di adeguamento dei limiti a d un livello intermedio rispetto a quelli europei. A noi pare che questa opzione sia molto ragionevole e razionale.

Nel 2021 avete approvato la vostra Policy Diversity & Inclusion. Quali effetti avete riscontrato?

Esattamente nel 2021 abbiamo definito una Policy Diversity & Inclusion e istituito un Team trasversale di Diversity & Inclusion, con l’obiettivo di promuovere una cultura sempre più inclusiva all’interno dell’azienda, contrastando ogni forma di discriminazione, mitigando eventuali forme di “disagio” e favorendo un benessere aziendale inclusivo e partecipativo. Il processo di ingaggio di figure aziendali volte a promuovere azioni di D&I è poi culminato nel 2023 con la nomina del Diversity Ambassador.

L’attuazione di queste iniziative contribuisce a rendere il luogo di lavoro un ambiente sempre più inclusivo, accogliente e rispettoso della genitorialità, operando anche attraverso un arricchimento del programma di iniziative di Welfare che Inwit definisce in favore dei propri dipendenti, tra le quali: il rimborso parziale della retta mensile di iscrizione ad asili nido o scuola materna, e rimborso tasse universitarie per figli di dipendenti; la conferma ed estensione dello smart working; la possibilità di convertire il Premio di Risultato aziendale in Flexible Benefit, migliorando contestualmente la vita privata e lavorativa delle nostre persone.

Inoltre, manteniamo un alto presidio sui temi D&I, misurando e rendicontando annualmente diversi indicatori di parità di genere (es. analisi di gender pay gap, formazione, ruoli di responsabilità). A conferma della validità delle azioni intraprese, per il secondo anno consecutivo siamo stati confermati nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) uno dei principali rating su questi temi rivolto alle società quotate.

La parità di genere in azienda non è solo una questione di giustizia, ma un fondamento essenziale per favorire l’innovazione, la diversità di prospettive e il successo a lungo termine.

Dal punto di vista sociale è anche rilevante il vostro impatto sulle comunità. Ci può fare qualche esempio delle potenzialità della vostra attività?

L’impatto rilevante che Inwit ha sulle comunità è dato soprattutto dalla centralità nell’ecosistema digitale delle nostre infrastrutture. Una centralità che è dovuta da due caratteristiche principali: la torre è un’infrastruttura condivisa, ossia pronta ad ospitare le antenne di tutti gli operatori e diversi altri servizi, è inoltre un’infrastruttura distribuita capillarmente sul territorio, quindi, vicina all’utente finale. Proprio per questa nostra natura, diamo il nostro contributo alla riduzione del digital divide nelle zone più remote del Paese, per così ad invertire il paradigma: promuovere equità nelle opportunità attraverso le nostre infrastrutture digitali.

Un’opportunità unica per superare il digital divide è data dal PNRR che, con il “Piano Italia 5G – densificazione”, che ci siamo aggiudicati in RTI con TIM e Vodafone, ha l’obiettivo di realizzare nuove infrastrutture digitali per sviluppare connessioni 5G per coprire 1.385aree a fallimento di mercato. In molte aree il miglioramento della connettività passa anche attraverso il sistema la copertura indoor con microantenne DAS (Distributed Antenna System). Proprio con questo sistema abbiamo coperto già molte aree chiuse e particolarmente affollate come le strutture sanitaria (55 su tutto il territorio nazionale), stazioni, aeroporti, stadi e palazzetti dello sport. Oltre a 1.000 km di tunnel stradali e autostradali e metropolitane come, ad esempio, la M4 a Milano recentemente coperta in 5G da San Babila a Linate.