Intervista

Kofler (Nummus): investire in modo sostenibile non basta, occorre la dimensione etica

principi Environmental, Social e Governance hanno assunto un’importanza sempre maggiore nel mondo della finanza negli ultimi anni. Inizialmente ha attirato l’attenzione di società, istituzioni e investitori, soprattutto la sfera ambientale, ma oggi anche i temi sociali e della governance stanno conquistando un crescente interesse. La pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina ultimamente hanno ancor più rafforzato l’attenzione verso le tematiche sociali, al centro della nuova tassonomia sociale su cui sta lavorando la Commissione europea per delineare i requisiti necessari a garantire una sostenibilità sociale dei prodotti finanziari. Ma il conflitto ha portato in primo piano anche la questione dell’eticità degli investimenti e di come diverse tematiche, dalle armi alla questione energetica, possano essere affrontate da chi vuole investire non solo in modo sostenibile, ma anche conforme ai propri principi. Per rileggere queste tematiche anche alla luce delle parole di Papa Francesco, che si è espresso a favore di una finanza più giusta e a servizio dell’uomo e dell’ambiente, ESGnews ha posto alcune domande a Claudio Kofler, Amministratore Delegato di Nummus.Info, società di gestione di Trento che dal 2016 si occupa di investimenti etici tramite l’analisi dei portafogli dei clienti sotto il profilo ESG, ma offrendo anche una certificazione che seleziona i portafogli conformi alle linee guida emanate dalla Conferenza Episcopale Italiana. Ad oggi, il numero di prodotti certificati da Nummus sono circa 110, mentre gli asset manager che hanno ingaggiato la società sono trentasei.

Quali sono le caratteristiche che distinguono la certificazione di conformità alle linee guida espresse dalla Conferenza Episcopale Italiana fornita da Nummus rispetto agli altri standard di certificazione ESG?

Il processo di valutazione di un portafoglio ai fini della certificazione è molto rigoroso e strutturato, prevede diversi gradi di analisi e approfondimenti. La certificazione non è uno scoring ESG o un rating ESG in cui si possono trovare differenti gradi di valutazione, è invece un percorso che ha come risultato un giudizio di conformità o non conformità.

Nel processo di certificazione vengono incorporate alcune metodologie riconducibili alle strategie d’investimento sostenibile come, per esempio, l’esclusione di determinati business considerati sensibili per la Chiesa Cattolica (armi non convenzionali, aborto, ricerca su cellule staminali embrionali e fetali); l’inclusione di società attive nella transizione energetica anche se coinvolte nell’utilizzo di combustibili fossili; l’applicazione del best-in-class in alcuni settori produttivi. Molti dei principi adottati nel processo di certificazione sono principi ormai riconosciuti e adottati universalmente, altri sono tipici della Dottrina Sociale Cattolica. 

Un elemento molto importante e distintivo considerato nella certificazione consiste nella valutazione degli emittenti governativi, dove c’è un’attenzione molto importante per determinati aspetti di natura sociale e della dignità dell’uomo come, ad esempio, il grado di democrazia, il grado di corruzione, il livello delle libertà civili e la presenza della pena di morte. Questi elementi non sono così abitualmente considerati negli altri standard di valutazione ESG.

Come avviene la vostra analisi dei portafogli e quali strumenti utilizzate?

Ci piace definire il processo di certificazione come un percorso che viene intrapreso e che deve essere fatto in modo coscienzioso. Il risultato non si limita a dare un giudizio di conformità, il soggetto che intraprende il cammino viene accompagnato nella certificazione tramite un processo chiaro, rigoroso e trasparente. Ogni risultato che viene comunicato è accompagnato da informazioni utili per capire il motivo della certificazione o non certificazione. Il risultato di conformità viene assegnato a livello di singolo portafoglio ed è una caratteristica di quell’investimento che deve essere mantenuta nel tempo.

Claudio Kofler, Amministratore Delegato di Nummus.Info

Nummus.Info negli ultimi anni ha investito molte risorse per costruire un’infrastruttura tecnologica e operativa che permettesse una gestione efficiente e completa dei dati e per formare un team di analisti che sapesse cogliere le varie sfaccettature dei principi di sostenibilità. 

Nummus.Info è inoltre in contatto con molte case d’investimento che regolarmente inviano i dati dei loro prodotti in quanto l’analisi di conformità ha bisogno di lavorare su ogni emittente presente in portafoglio, sia in modo diretto che indiretto (ad esempio fondi). 

Durante la prima fase della certificazione avviene una valutazione del processo di investimento tramite una due diligence sulla società di gestione e nella seconda fase viene analizzato il portafoglio gestito per valutarne il grado di conformità alle linee guida della Conferenza Episcopale Italiana. L’analisi di certificazione viene effettuata sia per portafogli investiti in strumenti quotati ma anche per strumenti di private market.

Nell’enciclica Fratelli tutti Papa Francesco esprime il concetto di “amicizia sociale”, indicando la necessità di un’economia attenta alla natura, all’impatto dell’attività dell’uomo sulle risorse della Terra e ai rapporti umani. L’analisi ESG permette di realizzare questi obiettivi e allontanarci da un modello economico che il Papa definisce “un sistema insostenibile”?

Non solo nell’ultima enciclica di Papa Francesco, “Fratelli tutti”, si esprime la necessità di un’economia attenta alla natura, alla dignità umana e alla giustizia economica. 

Già dall’enciclica “Populorum Progressio” del 1967 fino alla “Laudato sì” questi concetti ritornano con forza sempre maggiore e toccano gli aspetti quotidiani della nostra vita. L’analisi ESG permette di realizzare questi obiettivi e di allontanarci da un sistema insostenibile solo se si crede in ciò che si sta facendo e si accosta ai tre importanti pilastri ESG anche un quarto pilastro che è l’etica. Le scelte d’investimento devono incorporare quattro fondamentali caratteristiche: ecologia, equità, sostenibilità, etica; è la prospettiva dell’ecologia integrale proposta da Papa Francesco.

Oggi stiamo vivendo un periodo particolarmente critico per lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e per tutte le conseguenze sociali ed economiche che si porterà con sé.

Diversi sono gli interlocutori che si chiedono se le regole che guidano la sostenibilità debbano essere messe in discussione, si veda ad esempio il richiamo all’uso dei combustibili fossili oppure agli armamenti oppure ai nuovi equilibri geopolitici. Penso invece che ciò che sta accadendo non faccia altro che rafforzare il bisogno impellente di muoversi verso la sostenibilità e l’etica. Il bisogno di diversificare le fonti di energia utilizzando maggiormente le fonti rinnovabili per non essere estremamente dipendenti da un unico Stato fornitore (in maggior misura se quest’ultimo ha problemi di libertà, corruzione e democrazia), il bisogno di tenere in considerazione sempre di più gli aspetti sociali della popolazione (libertà di espressione, di cultura, di genere), il bisogno di democrazia all’interno di uno Stato affinché non possa accadere che una sola persona abbia l’intero potere decisionale.

Dopo la Tassonomia ambientale, basata su evidenze scientifiche, la Commissione Europea si appresta a varare la Tassonomia sociale, dove si entra in questioni che hanno termini meno netti. Qual è un suo sintetico giudizio sulle prime bozze?

La Tassonomia nasce con l’intento nobile di creare una base comune di interpretazione di ciò che è sostenibile da ciò che non lo è e portare maggiore chiarezza nel mercato. L’attuazione di tale proposito risulta difficile in questa fase in quanto gli operatori si muovono con diversi ESG info provider, i quali elaborano le informazioni in modalità differente, proponendo soluzioni che possono portare a risultati diversi sullo stesso emittente. Si auspica che il regolatore ponga delle regole comuni per definire valutazioni ESG per tutti gli info provider, rendendo accessibile e soprattutto sostenibile anche il costo di tali informazioni a tutti gli operatori del mercato.

Una parte del vostro screening si basa sul concetto di esclusione, per evitare le attività come armi chimiche, pornografia, ma anche sperimentazione su cellule staminali, considerate non in linea con i valori della CEI. Escludete anche gli stati nei quali è in vigore la pena di morte o valutate altri elementi come politiche di accoglienza per gli immigrati?

La valutazione del portafoglio vede anche l’analisi degli emittenti governativi, in particolare la valutazione entra nel merito del livello delle libertà civili, del grado di democrazia, del grado di corruzione e la presenza della pena di morte. 

Quest’ultimo aspetto è molto importante e poco recepito dal mercato. La componente dei paesi emergenti, infatti, è presente nell’Asset Allocation di molti investitori ma essa viene coperta tramite OICR, siano essi fondi od ETF. Fino ad ora non erano disponibili strumenti che considerassero questo fattore ma a breve verrà lanciato un nuovo ETFproprio per colmare tale lacuna. In tal senso, il documento che racchiude le linee guida della CEI è fonte di stimolo per l’industria finanzia nel cercare di creare prodotti innovativi che considerino anche questi aspetti.

E come valorizzate le aziende positive?

Il processo di valutazione delle società vede anche la considerazione di elementi positivi, sia tramite un approccio best-in-class favorendo i titoli con alto standing ESG ma anche tramite la selezione di fattori positivi e inclusivi legati, ad esempio, alla transizione energetica e agli sforzi posti in essere dalle società che si stanno concretamente attivando per la mitigazione del cambiamento climatico. Un aspetto molto importante è per noi la considerazione dell’aspetto sociale, vengono quindi considerate positivamente le aziende che favoriscono le donne in maternità oppure l’accesso alle cure mediche e altro.

L’indice MSCI World Select Catholic Principles ESG Universal and Environment, frutto di una partnership nel 2020 tra voi e MSCI, sovraperforma entrambi gli indici globali presi a confronto (MSCI World Index e MSCI World ESG Leaders Index). Ci può fornire qualche dettaglio sull’andamento dell’indice?

L’indice ha fatto molto bene dalla sua costituzione, sia in termini di performance ESG che di performance finanziaria. L’esposizione del sottostante è a favore delle aziende più virtuose, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Naturalmente il settore dell’energia derivante da combustibili fossili è sottopesato rispetto all’indice tradizionale in quanto sono presenti anche aziende coinvolte nei combustibili fossili ma che hanno un piano di transizione energetica ben definito. 

Un altro settore sottopesato è il farmaceutico perché sono molte le aziende che fanno ricerca su cellule staminali embrionali o fetali oppure che producono farmaci che favoriscono l’aborto. La tecnologia è invece sovrappesataanche se le aziende più famose e capitalizzate non sono incluse per problemi con i diritti dei lavoratori. Anche il rischio finanziario risulta mitigato negli ultimi anni in quanto alcune aziende che hanno avuto scandali di natura ESG non venivano considerate nell’indice.

Quest’anno l’indice ha una performance inferiore rispetto agli indici globali presi a confronto in quanto la guerra ha innescato una forte instabilità geopolitica andando a spingere in alto i prezzi di quei settori considerati poco sostenibili: aziende produttrici di armi e relativa componentistica, combustibili fossili.

A proposito di questo indice, Lyxor Asset Management ha deciso di avviare un ETF che ne replica fisicamente la composizione, l’ETF Lyxor MSCI World Catholic Principles ESG. Com’è stata la sua performance nell’ultimo anno?

Nel corso del 2021 l’ETF ha performato molto bene con un rendimento del 32.45%, nei primi mesi del 2022 soffre anch’esso con l’azionario globale con una performance di -8.96% al 13.04. Nel 2022 l’ETF sottoperforma gli indici globali non ESG sempre in conseguenza dell’instabilità geopolitica innescata dalla guerra.