I primi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da crescenti tensioni e dallo scoppio del conflitto in Ucrainain un contesto di crescente inflazione e rialzo dei tassi di interesse. Pertanto, gli analisti di Prometeia, società di consulenza, si sono chiesti quale sia stato l’impatto di questo cambiamento di scenario sulle performance in termini di rischio-rendimento dei fondi comuni offerti alle famiglie sul mercato italiano.
L’analisi è stata svolta su un campione di classi di fondi comuni azionari e obbligazionari non riservate agli investitori istituzionali e classificati in base alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). L’orizzonte è di medio periodo, ed include i primi quattro mesi del 2022 per una comparazione tra il prima e il dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Per confrontare il contributo delle diverse tipologie di prodotti all’efficienza del portafoglio in termini di rischio-rendimento, gli analisti hanno calcolato per i fondi comuni uno score da 0 a 100 che sintetizza le diverse misure di rendimento aggiustato per il rischio.
La performance aggiustata per il rischio dei prodotti azionari “green” è stata superiore agli altri fondi comuni fino all’invasione da parte della Russia. Nella figura 1 viene riportata la media degli score dei singoli fondi a fine anno. Nel triennio 2019-2021 i prodotti azionari dark green hanno avuto in media una performance aggiustata per il rischio decisamente superiore, e lo stesso si applica ai fondi comuni articolo 8 rispetto a quelli articolo 6, anche se la differenza è meno marcata.

Nella figura 2, invece, si può osservare la performance dei fondi comuni articolo 8 e 9, che è peggiorata a partire dallo scoppio del conflitto, pur rimanendo in media superiore rispetto agli altri prodotti su tutto il periodo di osservazione. Ciò riflette il fatto che nella fase attuale le società green, che pesano in modo più significativo nei fondi articolo 8 e 9, stanno sottoperformando il mercato.

Durante la crisi dovuta al Covid-19, al contrario, come si vede nella figura 3, le aziende sostenibili si erano mostrate più resilienti.

Dall’analisi di Prometeia emerge anche che il peggioramento è dovuto soprattutto ai prodotti dark green con focus globale, mentre quelli con strategia Europa hanno risentito di meno.
Motivazioni del calo della performance
Quali sono le ragioni della peggiore performance dei prodotti azionari green in questa fase? Dallo studio emerge che sono stati penalizzati da una minore esposizione al settore energetico.
Come si evince dalla figura 4, guardando alla composizione del portafoglio dei fondi, risulta che i fondi articolo 8 e 9 sono in media meno esposti alle società nel settore dell’energia, l’unico positivo da inizio anno, e alle utilities, tra i meno negativi.

Secondo lo studio degli analisti di Prometeia, anche le performance aggiustate per il rischio dei prodotti green obbligazionari sono peggiorate dallo scoppio del conflitto. I titoli di debito dei fondi green hanno infatti in generale duration più elevate, e risultano pertanto in questa fase più esposti ai rischi collegati all’aumento dei tassi.
Tuttavia, sottolineano gli esperti, in uno scenario di applicazione di politiche pubbliche volte alla riduzione delle emissioni, le prospettive di redditività per i prodotti meno sostenibili sono più contenute. La valutazione delle prospettive di redditività è fatta utilizzando gli shock pubblicati dalla BCE per il climate stress test del 2022, con focus sulle prospettive nel decennio della transizione che si caratterizza per un deciso aumento del carbon price.
Come si vede nella figura 5, gli scenari considerati sono quelli coerenti con il framework del Network for Greening the Financial System (NGFS) per la valutazione dei rischi climatici nel lungo termine.

Nella figura 6, invece, si vede che in caso di implementazione di politiche di carbon pricing i settori ai quali i prodotti green sono meno esposti sono quelli che verranno maggiormente penalizzati in termini di rendimenti rispetto allo scenario Hot House World.

Conclusioni
Come sottolineano gli esperti di Prometeia, i primi mesi del 2022 hanno rappresentato una delle più grandi sfide di sempre per gli investimenti ESG. Le performance in termini di rischio-rendimento dei fondi comuni green, che di solito sottopesano le società brown nei portafogli – ponendosi spesso l’obiettivo di accompagnarle nel raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni – sono peggiorate rispetto agli altri fondi comuni.
Tuttavia, ribadiscono gli analisti, continua a rimanere vero che optare per un investimento non sostenibile, anche in un momento come questo, potrebbe rivelarsi più “costoso” in termini di rendimento di portafoglio, se le politiche volte a favorire la transizione climatica verranno messe in atto.