Nel 2024, Shell ha dominato il mercato globale dei crediti di carbonio, che ha raggiunto un valore di 1,4 miliardi di dollari, e nel frattempo ha ridotto gli investimenti in energie rinnovabili. Un trend comune a molte altre big dell’oil&gas le quali, invece di puntare su un cambio del business della produzione energetica, continuano ad emettere gas serra e si affidano alla compensazione delle emissioni tramite l’acquisto dei crediti di carbonio per raggiungere i propri obiettivi net zero. Un credito di carbonio rappresenta una tonnellata di CO₂ (o altri gas serra) ridotta, rimossa o evitata. L’acquisto di tali crediti è usato come strumento economico per rispettare le promesse climatiche fatte agli investitori. Il settore energetico ha utilizzato oltre il 40% dei crediti di carbonio scambiato sul mercato nel 2024, una quota molto superiore a quella di altri settori.
In particolare l’anno scorso, Shell ha acquistato 14,9 milioni di crediti, la maggior parte dei quali legati a progetti che evitano emissioni future, come la protezione delle foreste da deforestazione. Tale cifra è più del doppio rispetto al secondo maggiore utilizzatore, Eni, e quasi tre volte più di Microsoft. La big dell’oil, che ha rivisitato i propri obiettivi climatici al ribasso, usa questi crediti per compensare le emissioni lungo tutta la catena del valore, incluse quindi quelle legate all’energia consumata dai propri clienti. La maggior parte
Nonostante il mercato volontario dei crediti di carbonio, che non è regolato dai governi, sia stato recentemente scosso da accuse di frodi, doppie contabilizzazioni e metodologie imprecise, le grandi aziende continuano a utilizzare i crediti già acquistati per soddisfare i propri obiettivi climatici. Anche se, mentre le aziende tecnologiche, come Microsoft, stanno ancora firmando nuovi contratti per compensare le proprie emissioni future, le aziende energetiche hanno rallentato l’acquisto di nuovi crediti legati a progetti ecologici, come la piantumazione di alberi o il sequestro del carbonio sotterraneo.
Le big dell’oil sono ancora impegnate a raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050. Per farlo, dovranno continuare ad acquistare crediti di carbonio cosa che li permetterà così di evitare una revisione radicale dei loro modelli di business. Shell ha ritirato il numero più elevato di crediti cumulativamente, tra cui Shell, BP e TotalEnergies,