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Transizione energetica

Il Regno Unito chiude l’ultima centrale elettrica a carbone

L’ultima centrale elettrica a carbone chiude ufficialmente la sua attività oggi nel Regno Unito, che diventa così il primo Paese nel G7 a porre fine alla dipendenza dal combustibile fossile nella produzione di energia.

L’impianto di Ratcliffe-on-Soar nel Nottinghamshire, Inghilterra centrale, si ferma dopo 57 anni, segnando un passo simbolico nei piani di transizione verde voluti da Londra per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050.

Il proprietario della centrale, il colosso tedesco Uniper, ha affermato che il sito sarà sottoposto a un periodo di smantellamento di due anni a partire da ottobre.

Questa chiusura “segna la fine di un’epoca” ma ne apre anche “una nuova” che favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore energetico, si legge in un comunicato del governo laburista.

In effetti si concludono i 142 anni di storia all’insegna del carbone utilizzato per produrre l’energia elettrica nel Regno, fin da quando nel lontano 1882 venne inaugurata la prima centrale a livello mondiale, quella di Holborn Viaduct a Londra.

Il combustibile fossile inoltre ha contribuito in larga misura alla crescita economica del Paese dal XIX secolo fino agli anni ’90. Questa fonte di energia estremamente inquinante veniva ancora utilizzata per produrre quasi il 70% dell’elettricità negli anni ’80, prima di subire un drastico calo: 38% nel 2013, 5% nel 2018 e l’1% l’anno scorso. Per i gruppi ambientalisti si tratta di un passo importante ma ora, come ha dichiarato un portavoce di Friends of the Earth, la priorità è abbandonare anche il gas e sviluppare più velocemente l’energia rinnovabile.