IEA Electricity market 2023

IEA: rinnovabili e nucleare copriranno quasi tutta la domanda globale di elettricità entro il 2025

Le fonti rinnovabili e l’energia nucleare domineranno la crescita dell’offerta globale di elettricità nei prossimi tre anni, soddisfacendo insieme in media oltre il 90% della domanda aggiuntiva. A dirlo è L’International Energy Agency (IEA) nel report Electricity market 2023.

A spingere la crescita delle rinnovabili tra il 2023 e il 2025, secondo l’agenzia, sarà la Cina – che rappresenterà oltre il 45% di tale crescita. Al fine di integrare facilmente le rinnovabili nel sistema energetico attuale, l’IEA sottolinea la necessità di accelerare gli investimenti nelle reti e nelle infrastrutture. 

Per quanto riguarda il nucleare, invece, i maggiori driver saranno la ripresa prevista della produzione nucleare francese, che sta mettendo in atto una manutenzione programmata in diversi impianti, e la diffusione di nuovi impianti in Asia

In questo contesto, la produzione globale di energia elettrica da gas naturale e carbone dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile tra il 2022 e il 2025. L’IEA prevede che la produzione a gas nell’Unione Europea diminuisca, ma la crescita significativa in Medio Oriente compenserà in parte questo calo. Allo stesso tempo, il calo della produzione a carbone in Europa e nelle Americhe sarà compensato da un aumento nell’area Asia-Pacifico. 

Tuttavia, l’andamento della produzione da fonti fossili rimane soggetto agli sviluppi dell’economia globale, agli eventi meteorologici, ai prezzi dei combustibili e alle politiche governative. Per questo, sottolinea l’IEA, gli sviluppi in Cina, dove si produce più della metà della produzione mondiale a carbone, rimarranno un fattore chiave.

Variazione della produzione globale di elettricità per fonte, 2021-2025

Come si evince dal grafico, l’IEA stima che la domanda globale di elettricità crescerà a un ritmo molto più rapido, pari al 3% annuo, nel periodo 2023-2025 rispetto al tasso di crescita del 2022. Basti pensare che l’aumento totale della domanda globale di elettricità di circa 2.500 terawattora (TWh) fino al 2025 (colonna verde del grafico) è più del doppio dell’attuale consumo annuale di elettricità del Giappone. 

Le emissioni di CO2 da energia elettrica si stabilizzeranno fino al 2025

Dal report dell’IEA emerge che le emissioni globali di CO2 derivanti dalla produzione di energia elettrica sono cresciute nel 2022 fino a raggiungere un livello record, superando le 13.000 mega tonnellate di CO2. 

Tuttavia, tra il 2022 e il 2025 secondo le stime dell’IEA la quota di rinnovabili nel mix di produzione di energia elettrica globale aumenterà dal 29% al 35%, con un effetto immediato di riduzione delle quote di generazione a carbone e a gas sono destinate a diminuire. Di conseguenza, le emissioni della produzione globale di energia elettrica si stabilizzeranno fino al 2025 e l’intensità di CO2 diminuirà ulteriormente nei prossimi anni.

L’intensità di CO2 della produzione europea di energia elettrica è aumentata nel 2022

Dopo il 2021, il 2022 segna la più alta crescita percentuale delle emissioni di CO2 della produzione di energia elettrica dell’UE dai tempi della crisi petrolifera degli anni ’70, registrando una crescita del 4,5% su base annua. Escludendo il rimbalzo post-pandemia del 2021, nel 2022 l’Unione Europea ha registrato anche la più alta crescita assoluta delle emissioni della produzione di energia elettrica dal 2003. Ciò è dovuto principalmente a un aumento della produzione a carbone di oltre il 6%, in netto contrasto con il tasso medio annuo di declino della produzione a carbone di quasi l’8% nel periodo pre-pandemia 2015-2019.

La battuta d’arresto nell’Unione Europea sarà tuttavia temporanea, poiché l’IEA prevede che le emissioni della produzione di energia elettrica diminuiranno in media di circa il 10% all’anno fino al 2025. Secondo l’agenzia, inoltre, sia la generazione a carbone che quella a gas subiranno un forte calo, con una diminuzione del 10% per il carbone e di quasi il 12% all’anno in media nel periodo di previsione, grazie all’aumento delle energie rinnovabili e alla ripresa della produzione nucleare.

L’energia nucleare si sta diffondendo in Asia, riducendo l’intensità di CO2 della produzione di energia

La crisi energetica ha rinnovato l’interesse per il ruolo del nucleare nel contribuire alla sicurezza energetica e nel ridurre l’intensità di CO2 della produzione di energia. In Europa e negli Stati Uniti si è riacceso il dibattito sul ruolo futuro del nucleare nel mix energetico. Tuttavia, in altre parti del mondo – in particolare in Asia – si sta già assistendo a un’accelerazione della diffusione delle centrali nucleari. 

Questa tendenza, secondo l’IEA, comporterà una crescita di quasi il 4% nel periodo 2023-2025 dell’energia nucleare, un tasso di crescita significativamente più elevato rispetto al 2% del periodo 2015-2019. Ciò significa che in ogni anno fino al 2025, circa 100 TWh di elettricità aggiuntiva saranno prodotti dal nucleare, l’equivalente di un ottavo dell’attuale produzione di energia nucleare degli Stati Uniti.

Più della metà della crescita della produzione nucleare globale al 2025 proviene da soli quattro Paesi: Cina, India, Giappone e Corea. Tra questi, mentre la Cina è in testa in termini di crescita assoluta dal 2022 al 2025 (+58 TWh), l’India è destinata ad avere la crescita percentuale più alta (+81%), seguita dal Giappone. Ciò è dovuto alla spinta del governo giapponese a incrementare la produzione nucleare per ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas e rafforzare la sicurezza energetica. 

Accanto al fenomeno asiatico, spicca anche quella che l’IEA definisce “la flotta nucleare francese”, che fornisce più di un terzo della crescita assoluta della generazione nucleare globale al 2025, grazie alla sua graduale ripresa.

Eventi meteorologici estremi e sicurezza di approvvigionamento e resilienza

Nel report l’IEA sottolinea che in un mondo in cui sia la domanda che l’offerta di elettricità stanno diventando sempre più dipendenti dalle condizioni meteorologiche, la sicurezza dell’elettricità richiede una maggiore attenzione. 

Oltre agli elevati costi di generazione dell’elettricità, nel 2022 i sistemi energetici mondiali hanno dovuto affrontare anche le sfide poste dagli eventi meteorologici estremi. Siccità in Europa, ondate di calore in India, ondate di calore e siccità nella Cina centrale e orientale, gravi tempeste invernali negli Stati Uniti, sono tutti fenomeni che hanno avuto ripercussioni sul consumo di energia elettrica. 

Per mitigare gli impatti del cambiamento climatico, sottolinea l’agenzia, è necessario accelerare la decarbonizzazione e la diffusione delle tecnologie energetiche pulite. Allo stesso tempo, però, con l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita, l’impatto degli eventi meteorologici sulla domanda di elettricità si intensificherà a causa della maggiore elettrificazione del riscaldamento, mentre la quota di rinnovabili dipendenti dalle condizioni atmosferiche continuerà a crescere nel mix di generazione. Pertanto, sarà fondamentale aumentare la flessibilità dei sistemi elettrici, garantendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza.