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Analisi dell'IEA

Dieci proposte della IEA per una transizione energetica sicura

La IEA (International Energy Agency), tracciando le sue previsioni sulle prospettive del mercato dell’energia e su come gli attuali approcci possano essere compatibili con uno scenario net zero, sottolinea l’importanza della sicurezza energetica e fornisce dieci raccomandazioni chiave per imprese e governi su come definire le proprie priorità e piani di azione per riuscire ad avvicinarsi agli obiettivi di neutralità climatica al 2050.

La sicurezza energetica non riguarda solo l’accesso ininterrotto all’energia, ma anche la sicurezza dell’approvvigionamento energetico a un prezzo accessibile. Come sottolinea l’IEA nel suo World Energy Outlook 2022, si tratta di un argomento di estrema importanza, ed è ancora una volta in cima all’agenda politica a causa della crisi energetica globale innescata dall’invasione russa dell’Ucraina che ha portato a un’impennata dei prezzi dell’energia è stata sufficientemente ampia da peggiorare considerevolmente le prospettive economiche globali, causando difficoltà sia alle famiglie che alle imprese e portando molti governi a ricalibrare le proprie priorità politiche.

Secondo l’IEA, la risposta di fondo per affrontare le diverse problematiche è da ricercare nella transizione energetica che offre la possibilità di costruire un sistema energetico più sicuro e sostenibile che riduca l’esposizione alla volatilità dei prezzi di fonti energetiche come ad esempio il carburante o il gas. Ma, avverte l’Agenzia, non vi è alcuna garanzia che il percorso sarà regolare.

Alla luce di tutto questo, l’IEA nel suo Outlook fornisce dieci strategie utili per i governi e le imprese per agevolare la transizione energetica in un contesto di profonda crisi, promuovendo gli obiettivi climatici, di sicurezza e di accessibilità economica.

Le dieci linee guida

Le dieci linee guida proposte nel World Energy Outlook 2022 dell’IEA hanno l’obiettivo di aiutare i Paesi a rafforzare la sicurezza energetica nella “transizione intermedia”, ovvero quando i sistemi di energia pulita e combustibili fossili coesistono e sono entrambi necessari per fornire servizi energetici affidabili. 

Incrementare gli investimenti in energia pulita

Finora il mondo non ha investito abbastanza nel settore energetico. Dal 2017, gli investimenti annuali in energia pulita sono stati in media di 1.200 miliardi di dollari, ben al di sotto dei livelli di investimento per l’energia pulita previsti dallo Scenario STEPS (Stated Policies Scenario), che analizza le politiche messe in atto per raggiungere gli obiettivi legati all’energia, tenendo conto non solo delle misure esistenti, ma anche di quelle in fase di sviluppo al 2030. Gli investimenti annuali in combustibili fossili, invece, sono stati in media di 0.800 miliardi di dollari, simili ai livelli di investimento previsti dallo Scenario APS (Announced Pledges Scenario), che mostra in che misura gli obiettivi annunciati sono sulla strada giusta per ottenere le riduzioni delle emissioni necessarie per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050 al 2030, come si vede nella figura di seguito. 

Investimenti medi annui in fornitura di combustibili fossili, energia pulita, infrastrutture, usi finali e combustibili a basse emissioni per scenario

Ciò vuol dire che i livelli di investimento in tecnologie energetiche pulite sono stati di gran lunga inferiori a quelli necessari per ottenere un calo della domanda di combustibili fossili. Questo disallineamento di fondo ha reso il sistema energetico più vulnerabile ai tipi di shock che si sono verificati nel 2022, che porta con sé la probabilità di una riduzione prolungata delle forniture energetiche russe. 

In questo contesto, secondo l’IEA i governi devono rispondere agli sconvolgimenti dei mercati energetici senza compromettere o rallentare la transizione energetica. I governi, infatti, hanno una capacità unica di agire per fornire una visione politica strategica, incentivi e finanziamenti pubblici che indirizzano gli investimenti privati e possono stimolare l’innovazione.

Una volta aumentati gli investimenti in tecnologie energetiche pulite, i governi dovranno poi concentrarsi sulla limitazione degli investimenti nei combustibili fossili per ridurre le emissioni derivanti dalla loro estrazione, lavorazione e trasporto, che oggi rappresentano oltre il 15% delle emissioni di gas serra (GHG) legate all’energia. 

Contenere la domanda e puntare sull’efficienza energetica

L’efficienza energetica svolge un ruolo indispensabile per ridurre la domanda di energia, limitando il peso della crisi energetica sui consumatori. Utilizzare nuove tecnologie che permettano di consumare meno, oltre a un cambiamento delle abitudini dei consumatori, sono elementi che appaiono ancora più determinanti di fonte alle incertezze, geopolitiche e di investimenti, relative al lato offerta, quindi proprio grazie all’incremento dell’efficienza energetica si può arrivare a un equilibrio tra domanda e offerta di energia, contribuendo in maniera rilavante alla sicurezza energetica.

Negli anni ’70, l’efficienza energetica ha svolto un ruolo fondamentale nella risposta agli shock del prezzo del petrolio. I Paesi hanno adottato politiche di efficienza che non solo hanno ridotto la domanda, ma hanno anche stimolato miglioramenti tecnologici in tutti i settori di utilizzo finale, con conseguenti guadagni di efficienza a lungo termine. Da allora, la tecnologia è migliorata costantemente in tutti i settori. Per esempio, l’eliminazione graduale delle lampadine a incandescenza in quasi tutti i Paesi e la rapida diffusione dei diodi a emissione luminosa (LED) fanno sì che il consumo energetico di una lampadina utilizzata nel 2021 sia in media da quattro a otto volte inferiore a quello di una lampadina utilizzata nel 2000 (come si vede in figura). 

Consumo unitario di energia per attrezzature selezionate nel 2021 rispetto al 2020

Le misure di efficienza energetica adottate dal 2000 hanno permesso di risparmiare un totale di 125 exajoule (EJ) fino al 2021, pari a circa il 30% dell’attuale consumo finale totale. Il 45% di questi risparmi è attribuibile all’aumento dell’efficienza energetica nell’industria, mentre un altro 35% proviene dai trasporti, dove il risparmio di carburante delle automobili è migliorato del 20% dal 2000 e quello dei camion del 5%. 

Tuttavia, l’IEA sottolinea che recentemente il ritmo dei miglioramenti dell’efficienza è rallentato. Tra il 2017 e il 2020, l’intensità energetica è migliorata in media dell’1% all’anno, rispetto al 2,1% tra il 2011 e il 2016. Il tasso di miglioramento è ulteriormente rallentato allo 0,5% nel 2021. Invertire le tendenze registrate negli ultimi anni è fondamentale per garantire un approvvigionamento energetico sicuro e ridurre le emissioni. 

Secondo l’Agenzia, assieme alle misure di efficienza energetica, anche le misure comportamentali hanno un ruolo importante da svolgere, perché possono avere un impatto significativo nel breve termine. Per esempio, in risposta a un possibile taglio del gas russo, i Paesi europei stanno attuando misure per incoraggiare i consumatori a risparmiare energia. 

Affrontare la povertà energetica 

L’impennata dei prezzi dell’energia ha gravato in modo sproporzionato sulle famiglie a basso reddito e ha esacerbato l’insicurezza energetica. Come media globale, le famiglie spendono in genere circa il 7% del loro reddito per l’energia, ma questo dato non riflette la realtà: infatti, le famiglie povere spendono una quota molto più alta del loro reddito per l’energia rispetto a quelle ricche, anche se consumano meno energia. Una nuova analisi dell’IEA rileva che il quintile più basso di famiglie per reddito nelle economie avanzate consuma in media solo un terzo dell’energia utilizzata dalle famiglie del quintile più alto (come si vede nella figura). Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, le famiglie più povere consumano nove volte meno energia moderna rispetto a quelle più ricche, e milioni di famiglie povere non hanno ancora accesso all’energia moderna. 

Consumo domestico di energia moderna per famiglia per quintile di reddito, 2021

Inoltre, le famiglie più povere dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo spesso non hanno altra scelta se non quella di utilizzare combustibili di bassa qualità e inquinanti, abbinati ad apparecchi inefficienti per soddisfare il fabbisogno energetico, facendo lievitare le bollette. 

Questi fattori espongono in modo sproporzionato le famiglie più povere alle impennate dei prezzi dell’energia e agli effetti della pandemia: l’IEA, infatti, stima che siano 75 milioni le persone che hanno perso la capacità di pagare per i servizi elettrici a causa della pandemia e della crisi energetica. In conclusione, nella transizione verso un’energia più pulita, garantire l’accessibilità economica alle famiglie svantaggiate sarà fondamentale per evitare un contraccolpo sociale. 

Collaborare per ridurre il costo del capitale nei mercati emergenti

I dati più recenti dell’IEA mostrano che, dopo essere rimasta ferma per diversi anni, la spesa globale per l’energia pulita sta finalmente aumentando e si stima che nel 2022 abbia superato i 1.400 miliardi di dollari. Tuttavia, la quasi totalità della crescita si sta verificando nelle economie avanzate e in Cina. Invece, gli investimenti in energia pulita nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo rappresentano meno di un quinto del totale. Questa carenza di investimenti nelle economie meno sviluppate desta preoccupazione. 

Una delle principali barriere che ostacolano gli investimenti in energia pulita nelle economie più povere è l’elevato costo del capitale. Esso esprime il rendimento finanziario atteso, o il tasso minimo richiesto, per investire in una società o in un progetto. Un costo del capitale elevato ostacola le prospettive di investimento, in particolare per gli investimenti ad alta intensità di capitale, tra cui le energie rinnovabili che richiedono ingenti costi di capitale iniziali, ma hanno spese operative molto basse.

Un ostacolo alla valutazione del costo del capitale nei progetti nei paesi emergenti è stata la mancanza di dati disponibili sul costo del capitale a livello di progetto e di impresa, soprattutto per le economie in via di sviluppo. Ciò costituisce un limite per gli investitori che desiderano indirizzare i capitali in queste regioni, oltre a compromettere la possibilità di avviare un dialogo basato su dati concreti con i responsabili politici sui principali rischi percepiti e sui modi per mitigarli. 

L’attuale contesto macroeconomico, con le banche centrali orientate verso politiche restrittive per combattere l’inflazione, pesa ulteriormente sulle prospettive di riduzione dei costi del capitale. Inoltre i costi di finanziamento tendono ad aumentare più rapidamente nei mercati emergenti rispetto alle economie avanzate, a causa della maggiore incertezza economica e della preferenza degli investitori per emittenti meritevoli di credito rispetto a progetti con profili di rendimento e di rischio più elevati.

Gestire con attenzione il riutilizzo dell’infrastruttura esistente

La velocità con cui le infrastrutture per i combustibili fossili possono essere dismesse in modo sicuro dipende in modo cruciale dalla velocità con cui le tecnologie energetiche pulite si diffondono. Inoltre, alcune infrastrutture esistenti possono essere riutilizzate e riadattate per sostenere l’economia dell’energia pulita. Ad esempio, le reti del gas naturale potrebbero essere adoperate per trasportare biometano e idrogeno (con qualche modifica). Anche in caso di transizioni energetiche molto rapide, i combustibili fossili e le loro infrastrutture svolgono comunque delle funzioni che rimarranno fondamentali per il funzionamento affidabile del sistema energetico nel suo complesso, e le infrastrutture in questione dovranno essere mantenute. Il compito dei responsabili politici è quello di identificare ciò che deve essere mantenuto e gestito. La rimozione prematura o non pianificata di questi strumenti, infatti, potrebbe essere dannosa.

Affrontare i rischi specifici delle economie produttrici 

Le economie produttrici si trovano oggi ad affrontare un complesso insieme di scelte strategiche. La necessità di un cambiamento è inevitabile e le prospettive di sviluppo per i Paesi o le aziende che perseguono il business-as-usual saranno desolanti, ma ci sono anche degli svantaggi per coloro che si allontanano dagli attuali modelli di business senza una chiara strategia per il futuro.

Diversi produttori stanno studiando modi per garantire che i loro sforzi di transizione energetica siano integrati nelle loro strategie di diversificazione economica, anche valutando come le catene di approvvigionamento, le competenze e le industrie di supporto esistenti possano essere riutilizzate per le tecnologie energetiche pulite. I primi a muoversi potranno beneficiare non solo delle esportazioni di energia pulita, ma anche del valore creato a livello nazionale dalla creazione di nuove industrie e attireranno investimenti in settori ad alta intensità energetica. 

Investire in flessibilità, nuova parola d’ordine per la sicurezza elettrica 

L’elettricità è al centro delle economie moderne e supporta molti aspetti fondamentali della vita quotidiana. Oggi rappresenta circa il 20% del consumo finale totale ed è destinata ad aumentare. Quindi, essa è fondamentale per la questione della sicurezza energetica.

Sicurezza elettrica significa avere una fornitura affidabile e stabile di elettricità, in grado di soddisfare la domanda a un prezzo accessibile. La fornitura di elettricità ha sempre richiesto la capacità di far fronte alla domanda in modo continuo per mantenere la stabilità del sistema. Tuttavia, i sistemi elettrici stanno diventando sempre più complessi e la variabilità aumenta sia in termini di offerta che di domanda. 

Pertanto, il mantenimento della sicurezza dell’elettricità nei sistemi elettrici di domani richiede nuovi strumenti e approcci. I generatori di energia elettrica dovranno essere più reattivi e agili, i consumatori dovranno essere più connessi e adattabili e l’infrastruttura di rete dovrà essere rafforzata e digitalizzata per supportare flussi più dinamici di elettricità e informazioni. I sistemi elettrici dovranno inoltre adattarsi ai cambiamenti del clima e delle condizioni meteorologiche e ai cambiamenti di comportamento dei consumatori. 

La crescente quota di generazione variabile di energia elettrica eolica e solare fotovoltaica accresce la necessità di flessibilità futura sul lato dell’offerta. I cambiamenti nei profili della domanda e dell’offerta di elettricità sono destinati ad aumentare la richiesta di flessibilità del sistema elettrico da parte dei fornitori. Tutti questi fattori indicano che la flessibilità sarà una nuova parola d’ordine per la sicurezza elettrica. Nello scenario STEPS (Stated Policies Scenario), il fabbisogno di flessibilità del sistema elettrico globale è più che triplicato entro il 2050, mentre in quello APS (Announced Pledges Scenario) il fabbisogno raddoppia nel periodo fino al 2030 e aumenta di 3,5 volte entro il 2050. Infine, nello scenario NZE (Net Zero Emissions, che prevede l’azzeramento netto delle emissioni al 2050) è più che quadruplicato tra oggi e il 2050, come si osserva nella figura. 

Necessità di flessibilità e approvvigionamento per regione e scenario

Garantire catene di approvvigionamento di energia pulita diversificate e resilienti 

La transizione verso l’energia pulita richiede una forte attenzione non solo agli elementi tradizionali della sicurezza energetica relativi all’approvvigionamento di combustibili fossili, ma anche all’approvvigionamento di minerali, materiali e capacità produttive necessarie per fornire tecnologie energetiche pulite

Con l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita, la domanda di minerali critici del settore energetico è destinata ad aumentare. Nello scenario APS, la domanda di minerali critici per le tecnologie energetiche pulite è 2,5 volte superiore entro il 2030 e quadruplica entro il 2050. Nello Scenario NZE, una diffusione ancora più rapida delle tecnologie energetiche pulite implica una domanda di minerali critici quattro volte superiore a quella attuale nel 2030 e nel 2050. Ai prezzi del 2021, il valore dei minerali utilizzati nelle tecnologie energetiche pulite aumenta di oltre cinque volte, raggiungendo circa 400 miliardi di dollari entro il 2050 nello scenario APS (Announced Pledges Scenario) e nello scenario NZE (come si vede in figura). 

Domanda di minerali critici per peso e valore per le tecnologie per l’energia pulita nei diversi scenari

Con l’aumento della dipendenza del settore energetico dai minerali, aumenterà anche l’importanza di garantire forniture adeguate di minerali critici sostenibili e a prezzi accessibili. 

Dal punto di vista politico, è necessario un approccio globale e coordinato per sviluppare ed espandere le catene di approvvigionamento di tecnologie energetiche pulite a livello mondiale che siano sicure, resilienti e sostenibili. 

Promuovere la resilienza climatica delle infrastrutture energetiche 

Secondo l’IEA oltre l’85% dei Paesi membri e associati dell’Agenzia sono già esposti a un livello medio o alto di rischi climatici. Se le emissioni rimarranno invariate, probabilmente il mondo sperimenterà anomalie climatiche più frequenti e intense. Ciò comporta seri rischi per le infrastrutture energetiche e minaccia l’affidabilità delle forniture energetiche. 

Ad esempio, un clima più caldo riduce l’efficienza delle centrali elettriche. La produzione massima di elettricità di un impianto a gas naturale inizia a diminuire al di sopra di una temperatura di 15 °C, mentre l’efficienza di un pannello solare si riduce generalmente dello 0,3-0,5% per ogni grado al di sopra di una temperatura di 25 °C. In uno scenario del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) che porta a un aumento delle temperature a lungo termine, il numero di centrali termoelettriche esposte a livelli di temperatura superiori a queste soglie è sostanzialmente più alto rispetto a uno scenario con risultati a bassa temperatura, come si osserva nella figura di seguito. 

Quota della capacità installata delle centrali elettriche esposta all’aumento della temperatura globale secondo i vari scenari IPCC AR6

Un crescente numero di eventi meteorologici estremi potrebbe avere un impatto diretto sulla domanda di energia nei principali settori di utilizzo finale. 

I governi devono agire per garantire che i sistemi elettrici siano in grado di gestire e recuperare gli impatti negativi causati da eventi meteorologici estremi. Rendere disponibili al pubblico dati climatici e meteorologici affidabili potrebbe aiutare i fornitori di energia a comprendere meglio i potenziali rischi e impatti climatici, mentre una combinazione di regolamenti e sostegno finanziario potrebbe facilitare gli investimenti privati in misure di resilienza. 

I governi devono fornire una direzione strategica e sopperire ai fallimenti del mercato 

I governi devono assumere un ruolo guida nel garantire transizioni energetiche sicure, affrontando le distorsioni del mercato – in particolare i sussidi ai combustibili fossili – e correggendo i fallimenti del mercato. Tuttavia, sottolinea l’IEA, è improbabile che le transizioni siano efficienti se gestite solo dall’alto; quindi, i governi devono sfruttare le vaste risorse dei mercati e incentivare gli attori privati a fare la loro parte.