Green Future Project, B-Corp italiana nata con l’obiettivo di supportare e guidare le aziende nel raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, e Rete Clima, impresa sociale focalizzata su Corporate Social Responsibility (CSR), sostenibilità e decarbonizzazione, hanno annunciato una partnership strategica e tecnologica nata per fornire alle aziende che vogliono intraprendere un percorso di sostenibilità e decarbonizzazione la possibilità di monitorare tramite tecnologia satellitare e remote sensing lo stato di salute del progetto sostenuto.
La partnership si basa sull’unione di due componenti fondamentali: le qualificate conoscenze tecnico-scientifiche di Rete Clima e la tecnologia all’avanguardia di Green Future Project. Questa avrà inizio con due progetti volti a mitigare il dissesto idrogeologico nelle aree fortemente colpite dalla tempesta Vaia del 2018: la salvaguardia degli habitat forestali del Gallo Cedrone, indicatore biologico per eccellenza delle foreste alpine, in Val di Fiemme (TN) e la riforestazione di circa 15.000 alberi in Alta Val Pusteria (BZ).
Vaia oltre a provocare otto morti e abbattere 8,6 milioni di metri cubi di legno in pochi minuti per danni calcolati in tre miliardi, ha anche alterato le condizioni stazionali dei boschi rimasti in piedi, esponendoli a forti stress. Queste condizioni anomale, unite alle temperature in aumento e agli inverni miti, hanno creato un terreno fertile per l’infestazione da bostrico tipografo, un insetto che inevitabilmente porta alla morte delle piante colpite. La tecnologia satellitare che verrà introdotta grazie alla partnership tra Green Future Project e Rete Clima permetterà di tracciare in tempo reale i livelli di deforestazione, la qualità dell’aria, la crescita degli alberi, l’altezza media delle fronde e altri
dati scientifici relativi allo stato di salute delle due zone permettendo a queste aree di continuare a erogare servizi ecosistemici in grado di far fronte ai disturbi generati dal cambiamento climatico.
Grazie al portale di Green Future Project, i progetti possono essere comunicati efficacemente e monitorati in tempo reale. Il monitoraggio avviene grazie all’implementazione di due tecnologie: remote sensing e satellitare. La piattaforma fornisce, infatti, una rendicontazione di impatto che racconta il progetto attraverso il supporto di modelli 3D degli ecosistemi e pagine progetto dedicate con live experience in remote sensing. Grazie a queste tecnologie si può garantire la massima trasparenza, riportando in piattaforma i dati relativi allo stato dei progetti.
La tecnologia di remote sensing, integrata grazie a X Farm, è in grado di leggere dati come la temperatura esterna, i livelli di umidità, le precipitazioni o la velocità di raffiche di vento; la tecnologia satellitare, integrata grazie a Orbify, scende ancora più nel dettaglio, riportando non solo le immagini satellitari della zona progettuale ma anche dati chiave per comprendere lo stato di successo e di avanzamento di un progetto. Soprattutto per i progetti nature-based, la lettura satellitare è fondamentale per la raccolta di dati che comprendono: percentuale di copertura boschiva, altezza delle chiome, stato di salute della vegetazione, andamento di copertura boschiva persa e acquisita nel tempo, quantità di biomassa presente, concentrazione di gas e altri elementi chimici (CH4, SO2, NO2, CO, HCHO, O3). Tale raccolta dati si rivela preziosa non solo per gli sviluppatori dei progetti ma anche per gli investitori stessi, che possono così visualizzare in modo chiaro, preciso e autonomo quali sono i risultati dei finanziamenti fatti.
“Unendo conoscenza scientifica e tecnologia all’avanguardia, la partnership tra Green Future Project e Rete Clima segna un inizio cruciale per tutte le aziende italiane che desiderano intraprendere un percorso verso la sostenibilità. A volte non ci rendiamo conto di quanto le soluzioni più efficaci siano anche quelle più semplici; quindi ripartiamo dalla terra, ricostruiamo gli ecosistemi e diamo nuovamente vita a ciò che è stato distrutto, proteggendolo e curandolo anche attraverso la tecnologia che ci consente di tracciare e monitorare nel tempo l’efficacia delle nostre azioni”, ha commentato Pietro Pasolini, Ceo e fondatore di Green Future Project
“Rete Clima sviluppa progetti che si caratterizzano per gli elevati contenuti tecnici e scientifici, caratteristica che ci consente oggi di essere tra i principali player del settore. Siamo però sempre più consapevoli dell’importanza di applicare soluzioni tecnologiche per il monitoraggio, la rendicontazione e la comunicazione di tutti i processi che ci vedono coinvolti insieme alle aziende che supportano i nostri progetti. L’incontro con Green Future Project, realtà giovane e dinamica con un approccio fortemente orientato all’innovazione tecnologica, va in questa direzione”, ha aggiunto Paolo Viganò, Ceo e fondatore di Rete Clima.
I due progetti su cui si focalizzerà in questa prima fase la collaborazione, che già prevede l’inserimento nel tempo di altri progetti su scala nazionale, rientrano nell’ambito della Campagna di forestazione nazionale Foresta Italia, promossa da Rete Clima con Coldiretti e PEFC, che mira a promuovere il capitale naturale italiano, le foreste nazionali e la biodiversità su scala locale. Nell’anno inaugurale, sono stati piantati 60.000 alberi in 17 regioni italiane e 42 siti urbani ed extraurbani, tutti provenienti al 100% da filiera italiana.
Indice
Tutela degli habitat forestali del Gallo Cedrone in Val di Fiemme (TN)
Il progetto si propone di conservare l’habitat ecologico del Gallo Cedrone nella Val di Fiemme, Trentino, danneggiato dalla tempesta Vaia e dall’epidemia di Bostrico. Per minimizzare il danno economico, si intende recuperare il legname attaccato dal Bostrico, preservando gli alberi chiave per la riproduzione, alimentazione e nidificazione del Gallo Cedrone. La strategia include il mantenimento di alberi nelle zone danneggiate e una riforestazione parziale. Questo intervento permetterà ai proprietari forestali delle aree private interessate dal progetto di non tagliare parte del legname bostricato, rinunciando quindi alla vendita del legname ma aiutando così la conservazione dell’habitat ecologico del Gallo Cedrone stesso. La specie è considerata un indicatore di elevata biodiversità, poiché per la sua sopravvivenza necessita di aree forestali caratterizzate da una varietà di conifere ricche di organismi animali e vegetali, diversificate rispetto ad altre zone più uniformi.
Riforestazione post tempesta Vaia in Alta Val Pusteria (BZ)
Il progetto di riforestazione di circa 15.000 alberi in Val Pusteria, presso il comune di Sesto/Sexten nella zona del passo Monte Croce di Comelico, si concentra su un’area colpita fortemente da schianti, da vento e da neve. L’obiettivo è sostenere la riforestazione per anticipare la successione forestale naturale, riducendo il periodo di esposizione del terreno nudo e ripristinando la completa copertura vegetale in tempi più brevi. Questo intervento mira a anticipare la rinnovazione forestale, fornendo una protezione e una produttività alle aree montane vulnerabili dal punto di vista idrogeologico e poco produttive dal punto di vista della produzione legnosa. Inoltre, tramite la piantagione di specie adatte a climi più caldi, il progetto contribuirà a migliorare la resilienza della foresta al cambiamento climatico. Ogni albero piantato in Val Pusteria assorbirà, a maturità, circa 10-18 kg di CO2 all’anno, con una massa finale di circa 1,5 tonnellate di legno per albero.